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Il caso

Gravi carenze e inadempienze, commissariati quattro Centri di accoglienza

Le decisione del prefetto su quattro strutture per i richiedenti asilo, gestite dalla cooperativa San Francesco onlus
Un gruppo di profughi davanti a un Cas
Un gruppo di profughi davanti a un Cas
Un gruppo di profughi davanti a un Cas
Un gruppo di profughi davanti a un Cas

La Prefettura di Verona ha commissariato quattro dei 24 Centri d’accoglienza straordinaria (Cas) gestiti dalla Cooperativa San Francesco onlus di Verona. La decisione, trattata con la massima discrezione dagli uffici prefettizi scaligeri, è maturata dopo una serie di verifiche alle strutture che ospitano i richiedenti asilo, nate anche a seguito di un esposto presentato lo scorso anno dall’Osservatorio migranti Verona coordinato da Daniele Tedesco.

 

L’esposto

Nel documento, un dossier di 15 pagine, inviato al prefetto Demetrio Martino, venivano denunciate una lunga serie di carenze ed inadempienze della cooperativa in tre diversi Cas: Hotel Papillon di Nogara, Hotel Mileto di Spiazzi, a Caprino veronese, e Hotel Valpantena di Poiano, nel territorio comunale di Verona. A questi si aggiunge anche il Cas di Roverchiara. Sono questi i quattro Cas commissariati. Nel fascicolo dell’Osservatorio Migranti, corredato di fotografie, sono numerosi i problemi segnalati, come ad esempio: «sovraffollamento, spazi e pasti inadeguati, presenza di topi, mancato pagamento del pocket money (contributo quotidiano di qualche per le piccole spese ndr) ai migranti». Sulla scorta di ciò si chiedevano «l’immediata chiusura dei Cas Papillon, Mileto e la bonifica della struttura e la riduzione delle persone ospitate presso l’Hotel Valpantena» e inoltre il «commissariamento della cooperativa».

La Prefettura, a fronte delle segnalazioni, si è attivata con una serie di sopralluoghi che hanno portato, poco dopo la metà di gennaio, il prefetto Martino a firmare il decreto di commissariamento per i quattro Cas gestiti dalla San Francesco. Dai controlli, si legge nel decreto prefettizio, è emerso «un quadro di ripetuti inadempimenti degli obblighi previsti dal capitolato d’appalto dei servizi di accoglienza in centri collettivi e delle rispettive convenzioni».

 

La Prefettura

Scendendo nel dettaglio, prosegue il documento della Prefettura, «sono stati rilevati profili di mancata o inesatta esecuzione delle prestazioni contrattuali relativi alla fornitura di vitto, vestiario, pocket money, servizi di pulizia, mediazione linguistica, assistenza sanitaria, sociale e psicologica».

La San Francesco ha avuto il tempo per presentare le sue deduzioni difensive e di mettere in atto una serie di provvedimenti che, tuttavia, non si sono dimostrati sufficienti ad evitare il commissariamento.

La Prefettura ha infatti ritenuto di poter ravvisare «plurimi, gravi e ripetuti inadempimenti degli obblighi previsti dal capitolato d’appalto, tali da integrare i presupposti per la risoluzione dei contratti». Tuttavia, «considerato che l’immediata cessazione comprometterebbe la continuità dei servizi per la tutela dei diritti fondamentali dei richiedenti protezione internazionali (circa 200) che non potrebbero essere allo stato attuale ricollocati in altro Cas», e sulla scorta di un parere richiesto all’Avvocatura distrettuale di Venezia, secondo cui il quadro delineato sembra integrare «un grave inadempimento», i Cas sono rimasti aperti ma commissariati.

I commissari nominati per la gestione sono tre, tutti dipendenti della Prefettura: il viceprefetto aggiunto Riccardo Stabile, il dirigente Nicola Noviello e la funzionaria Maria Nella Cardaci. Sono loro che si stanno occupando della «straordinaria e temporanea gestione» dei quattro Cas fino a quando non sarà concluso l’affidamento di un nuovo appalto che servirà ad individuare i nuovi aggiudicatari.

Interpellati sulla questione del commissariamento, i responsabili della cooperativa San Francesco onlus hanno preferito al momento non rilasciare dichiarazioni.

Francesco Scuderi

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