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Il caso giudiziario

Zenatti: «Non ho ucciso mia suocera, cercate da qualche altra parte»

L'uomo era già stato assolto da un'accusa di duplice omicidio nel 2008
Enrico Zenatti
Enrico Zenatti
Enrico Zenatti
Enrico Zenatti

«Non sono stato io ad ammazzare mia suocera. Bisognerà cercare qualcun altro». Dopo sei ore trascorse a rispondere al fuoco di fila di domande della pubblica accusa, Enrico Zenatti, 54 anni a processo per l’omicidio della suocera Anna Turina, avvenuto il 9 dicembre 2021 nella sua abitazione di Malavicina di Roverbella nel Mantovano, ha respinto la gravissima accusa che gli viene contestata da poco più di un anno.

E non gli è certo mancato il tempo per pensare a ciò che doveva rispondere ieri in aula visto che è in carcere a Mantova dall’undici dicembre 2021.

 

In Corte d'Assise

Ieri ha parlato in aula davanti alla Corte d’Assise di Mantova di fronte a sua moglie Mara Savoia e al cognato Nicola, costituitisi parte civile e presenti in aula insieme al loro legale, l’avvocato veronese Massimo Martini.

La risposte di Zenatti sono arrivate a fronte di una ricostruzione dei fatti molto circostanziata, portata in aula dal Pm Giulio Tamburini, che ha permesso una messa a fuoco più che dettagliata su quanto avvenuto in quel giorno di dicembre. Per contro, l’imputato ha fornito un quadro sfocato della vicenda.

Zenatti ha comunque risposto a ogni domanda e anche nei momenti di estrema difficoltà non ha dato segni di cedimento.

La sua linea, però, è rimasta sempre la stessa: dovete andare cercare da qualche altra parte per trovare l’omicida di mia suocera Anna Turina, uccisa a 73 anni. Alcune affermazioni dell’agricoltore originario di Custoza sono apparse a dir poco stridenti su una serie di riscontri investigativi raccolti dagli investigatori nel giorno dell’omicidio. Zenatti ha sempre ammesso di essere la persona ripresa dalle telecamere, installate nella via in cui abitava la suocera tranne in un caso.

Dopo avere risposto affermativamente alla domanda del Pm se era lui la persona ripresa mentre andava verso la porta della casa della vittima alle 15.38.38 del 9 dicembre 2021, ha negato di essere entrato in casa come risulta dal frame dalla stessa telecamera alle 15.38.40 quando è sparito dalla scena nell’arco di due secondi. La sparizione è stata ribadita per il frame video delle 15.39.51, riguardo al quale ha detto di non essere la persona ripresa mentre esce dalla casa. Ancora meno chiaro, se possibile, Zenatti riguardo alla ferita al collo della vittima, ritenuta la lesione mortale dall’anatomopatologo. Dagli atti risulta che il 54enne sia stato l’unico a notare fin da subito quel taglio profondissimo, che secondo gli inquirenti sarebbe dovuto a un fendente che l’imputato avrebbe inferto alla vittima in un secondo momento.

 

«Ho fatto di tutto per salvarla»

Ha insistito Zenatti poi, affermando che in realtà quel giorno, ha fatto di tutto per salvare la suocera, soccorrendola e certo non infierendo su di lei con un’arma da taglio fino a ferirla a morte. C’è poi un altro, grande ostacolo da superare in questo processo e riguarda il movente. Perchè Zenatti avrebbe ucciso la suocera il 9 dicembre 2021? Ieri durante la sua lunga deposizione, ha tentato di superare anche questo scoglio, affermando che il rapporto tra lui e la vittima era buono. Ora bisognerà vedere se nelle prossime udienze spunterà un testimone in grado di contraddire quanto affermato ieri dall’agricoltore veronese. Sarà comunque un compito particolarmente difficile per il pm Tamburini dimostrare che tra suocera e genero ci fossero conflitti mai sopiti.

Il processo è stato aggiornato al 30 gennaio. Saranno ascoltati i testimoni, chiamati dalla difesa. Sarà anche il giorno dei medici legali. Il presidente della Corte d’Assise ha, infatti, disposto un confronto tra i consulenti di difesa e accusa per far luce sulle cause della morte di Anna Turina oltre che, ovviamente sulle modalità dell’omicidio mai chiarite fino ad oggi. Nella successiva udienza, prevista a febbraio, ci saranno le conclusioni di accusa e difesa. Poi la sentenza. •.

Giampaolo Chavan

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