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Si suppone siano lupi

Pecora e agnellini dilaniati nella notte: un'altra predazione a Castel d'Azzano

PREDAZIONE ISOLA RIZZA (foto Pecora)

Nuova predazione di pecore a Castel d’Azzano. L’altra notte, animali selvatici - ma sulla loro specie e su quanti fossero non ci sono dati certi - si sono introdotti in un recinto in cui si trovavano una pecora e gli agnelli che aveva partorito da poche ore: mamma e piccoli hanno purtroppo fatto una brutta fine. Ennesimo assalto, dunque, ai danni del gregge di un pastore, Luigi Speltro, che ha già subito, dal maggio del 2020, cinque razzie, perdendo una trentina di capi.
Del nuovo attacco, avvenuto in località La Rizza, vicino al campo sportivo, si sanno alcune cose: l’assalto sarebbe avvenuto intorno all’una e trenta del mattino, visto che è allora che si sono sentiti, poco distante, abbaiare cani. L’aggressione è avvenuta sugli unici animali lasciati separati dal resto del gregge che non è protetto da cani.
La protezione degli ovini presentava alcune falle: «Avevo messo la pecora e i suoi due agnellini in un’area chiusa da un recinto ma solo dopo ho scoperto che aveva dei buchi», spiega l’allevatore. «Evidentemente è da lì che sono entrati gli animali selvatici che si sono mangiati buona parte della mamma e hanno ucciso entrambi i piccoli, senza sbranarli», aggiunge. Il pastore - che è molto esperto, avendo allevato pecore sin da piccolo in Basilicata, per poi iniziare il mestiere nel 1994 a Castel d’Azzano - ha subito avvertito le Guardie provinciali. «Sono venute a fare un sopralluogo: hanno verificato l’accaduto e compiuto accertamenti, grazie ai quali hanno potuto vedere le impronte dei predatori», dice. Secondo lui non ci sono dubbi sul fatto che ad uccidere le sue pecore, cosa che negli ultimi due mesi è già avvenuta quattro volte, siano stati uno o più lupi.

 

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Speltro, così come Elena Leso, la proprietaria di una fattoria didattica che si trova in linea d’aria a circa due chilometri di distanza, nella quale sono state sbranate alcune settimane fa due asine, rimarca che gli autori delle predazioni sono animali astuti ed in grado di abbattere anche recinzioni elettrificate. «Secondo i cacciatori che girano in questi territori, i lupi sono più di uno», rivela Leso che spiega che le telecamere della sua fattoria, a Cadidavid, hanno però inquadrato un solo esemplare. «Studiando le sue apparizioni, ho capito che si ripresenta nel luogo in cui ha già colpito a cadenze più o meno precise», dice. «Fa un sopralluogo 4 o 5 giorni dopo la predazione e poi, dopo altri 2 o 3 giorni, entra in azione». È impossibile, ad ora, dire se si tratta dello stesso lupo che era stato filmato circa un mese fa a San Giovanni Lupatoto.
«Può trattarsi di un animale che scende a valle dalla montagna o che sta vivendo in pianura, magari perché è giovane e si sta creando un proprio territorio», dice Renato Semenzato, biologo che si è occupato a lungo di animali selvatici in Lessinia, per conto della Regione. «Di fatto, non si possono anche ora che formulare ipotesi, visto che manca uno studio su quanto accade sulle montagne veronesi dove vivono vari branchi di lupi: solo lo scorso anno hanno effettuato 200 predazioni», aggiunge. «Vista la situazione, gli allevatori devono comprendere che i tentativi di aggressione ai loro animali ci saranno e che possono proteggersi solo con recinti elettrici e con un cane da guardianìa, un pastore Abruzzese, ogni 50 pecore», conclude.

 

Luca Fiorin

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