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All'ospedale di Villafranca

Mancano medici, presi quelli a gettone: costano quasi duemila euro a turno

La denuncia dei sindacati
L'ospedale Magalini di Villafranca
L'ospedale Magalini di Villafranca
L'ospedale Magalini di Villafranca
L'ospedale Magalini di Villafranca

Venti turni al mese in Area medica e ben 25 in Pediatria. Sono i numeri che quantificano il ricorso a medici gettonisti all’ospedale Magalini di Villafranca. Per garantire il servizio, soprattutto nei turni serali o nei fine settimana, l’Ulss9 si appoggia a cooperative esterne che forniscono, appunto, medici. Questo sistema viene utilizzato per tamponare la carenza di professionisti che dovrebbero essere assunti, ma che non si trovano. Tuttavia, oltre a non dare una continuità di presenze stabili nei corridoi dei reparti è anche molto oneroso. 

 

I costi dei medici a gettone

Nel 2021, per esempio, l’Ulss9 a giugno aveva deciso di ricorrere a una società bolognese, la Cmp Global medical division, che eroga servizi di fornitura di personale sanitario, medico e infermieristico «a gettone» per il reparto di pediatria a Villafranca: la Cmp avrebbe garantito personale per il trimestre da luglio a settembre, con possibilità di proroga, per 80mila euro: 39 turni di 12 ore ciascuno per un costo di 1.680 euro più Iva l’uno
In altri settori i medici vengono impiegati per i turni di notte. Non è una novità ed è un sistema utilizzato anche a livello nazionale, ma secondo la Cgil Verona, che ha cercato di quantificare l’esternalizzazione da parte dell’Ulss9 Scaligera, si tratta di «un passo indietro della sanità veneta». Solo negli ospedali pubblici dell’Ulss9 mancano 67 medici, secondo la sigla sindacale. 

 

La polemica

«La mancata programmazione, le retribuzioni del personale medico e infermieristico troppo basse, il continuo definanziamento della sanità hanno messo in crisi l’intero sistema di tutela della salute delle persone, in particolare delle anziane e degli anziani», sostiene il segretario generale dello Spi Cgil, Adriano Filice. «Si deve alzare un grido di forte indignazione per denunciare questa inverosimile situazione. Non è possibile che tutto questo passi senza che nessuno risponda di quanto fatto in questi anni».
E si dice preoccupato per il fenomeno anche Simone Mazza di Cgil Funzione pubblica che ha proprio cercato i numeri sul ricorso ai gettonisti «più marcato negli ospedali gestiti dall’Ulss 9». «Qui si ricorre alle cooperative per un monte ore che equivale ad almeno 13 medici a tempo pieno», spiega Mazza. «Ma il dato potrebbe essere largamente sottostimato, dal momento che il fabbisogno di personale medico nelle specialità più carenti come anestesia e rianimazione, ginecologia, pronto soccorso, pediatria è di circa 67 medici». 
Cgil segnala ricorrenti turni esternalizzati in specialità come anestesia e rianimazione. «All’ospedale di Bussolengo, per esempio, questa specialità è coperta interamente da gettonisti o comunque da personale delle cooperative, 24 ore su 24 per sette giorni su sette, con l’unica eccezione di 5-10 turni mensilmente coperti da interni. All’ospedale di Legnago troviamo gettonisti in ginecologia, anestesia, rianimazione e pronto soccorso. A San Bonifacio soprattutto in pronto soccorso». E poi ci sono i numeri, appunto, di Villafranca.

 

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«La sanità pubblica garantita dal Servizio sanitario nazionale è un sistema complesso», conclude Mazza, «non si può pensare di mandarlo avanti rattoppando emergenze e carenze. In questo modo si perde di attrattività a favore del privato assecondando quel processo strisciante di privatizzazione che è in corso da ormai molti, troppi anni. Se non si torna a investire sul sistema sanitario nazionale, che garantisce la salute pubblica e quanto prevede l’art 32 della Costituzione, avremo tutti un futuro più incerto». 
Sul tema delle assunzioni e della nomina dei primari al Magalini se ne parlerà anche il primo febbraio tra amministratori villafranchesi e direttore generale dell’Ulss9, Pietro Girardi, in una riunione in via Valverde a Verona, sede dell’Ulss9, chiesta ancora dal consiglio comunale sul futuro del Magalini, ma che è slittato in più occasioni. Tra l’altro avverrà in modalità chiusa, pertanto non ci sarà il consiglio comunale aperto alla cittadinanza, come invece era stato proposto.

Maria Vittoria Adami

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