<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
la proposta del sindaco di San Pietro In Cariano

La provocazione: «Riportate la Stella a casa: diventerebbe la porta della Valpolicella»

Secondo il primo cittadino il costruttore avrebbe voluto collocare in una rotonda la cometa simbolo del Natale in Bra. Zantedeschi: «Era desiderio dell’ingegnere Lonardi, che ne fu artefice insieme all’architetto Olivieri, che tornasse in paese»
A destra, in alto Gerardo Zantedeschi con le copie dei carteggi tra l’ingegnere Guido Lonardi e l’architetto Rinaldo Olivieri; in basso, Guido Lonardi, scomparso nel 2017
A destra, in alto Gerardo Zantedeschi con le copie dei carteggi tra l’ingegnere Guido Lonardi e l’architetto Rinaldo Olivieri; in basso, Guido Lonardi, scomparso nel 2017
A destra, in alto Gerardo Zantedeschi con le copie dei carteggi tra l’ingegnere Guido Lonardi e l’architetto Rinaldo Olivieri; in basso, Guido Lonardi, scomparso nel 2017
A destra, in alto Gerardo Zantedeschi con le copie dei carteggi tra l’ingegnere Guido Lonardi e l’architetto Rinaldo Olivieri; in basso, Guido Lonardi, scomparso nel 2017

È nata nelle carpenterie Lonardi di San Pietro in Cariano, la stella cometa di Verona allestita in piazza Bra e simbolo del Natale da quasi un quarantennio. E a San Pietro potrebbe tornare nel caso la mega “archiscultura” - 70 metri di altezza, 78 tonnellate di peso - dovesse migrare altrove dopo l'incidente avvenuto in gennaio nello smontaggio che ha danneggiato alcuni gradoni dell'Arena e sollevato un mare di polemiche.

«Se Verona non sapesse più dove metterla, se non ci fosse più un posto sicuro o consono per lei in città, qui la accoglieremmo a braccia aperte», esclama il sindaco carianese, Gerardo Zantedeschi. «Anche subito, siamo pronti», dice. E sorride.

La provocazione e il ritorno a casa

Afferma che non ci sono in corso manovre per “soffiarla” alla città capoluogo o accordi di qualche genere per spostarla. «È solo una provocazione», ammette sornione. Sottolineando, però, che la sua “offerta” poggia su solide basi. «Sarebbe un ritorno a casa come voleva l'ingegner Guido Lonardi, che ne fu l'ideatore e artefice insieme all'architetto Rinaldo Olivieri», spiega il primo cittadino di San Pietro in Cariano. Lonardi, classe 1923, è morto a San Floriano nel 2017, a 94 anni.

Aveva trasformato la piccola officina del padre, con il fratello Duilio, nella carpenteria metallica che ha costruito grandi opere in tutto il mondo e fatto lavorare in Valpolicella fino a 300 persone negli anni d'oro tra Settanta e Novanta del Novecento. Zantedeschi, che è ingegnere strutturista, lo conosceva bene ed è rimasto sempre in contatto, avendo anche lavorato per lui nei primi anni dopo la laurea. «Mi invitava a casa e parlavamo a lungo di tante cose, dalle vicissitudini imprenditoriali alla passione per il libri. Ma tutte le volte ogni discorso lui lo terminava allo stesso modo: parlando della stella cometa e del ritorno che doveva essere predisposto nella terra in cui era nata, in Valpolicella, a San Pietro».

A ricordo di quegli incontri e di quelle chiacchierate sulla stella d'acciaio, il sindaco conserva gelosamente le copie dei carteggi originali di Olivieri: sono ampi, pieni di numeri, calcoli e disegni a mano. Uno spaccato di storia e maestria, che Zantedeschi mostra con orgoglio: «Li ho riprodotti su concessione dello stesso Lonardi, che li teneva sempre a portata di mano nel suo studio».

Leggi anche
Un mese fa la caduta della stella: i pezzi occupano ancora l'Arena e piazza Bra

Il luogo in cui Lonardi avrebbe voluto collocarla

L'anziano imprenditore aveva un'idea precisa anche di dove poteva essere collocata, la gigantesca opera. «Nella sua mente la stella andava adagiata nella rotatoria all'imbocco della tangenziale e la coda dentro i campi sportivi adiacenti», rivela il sindaco. «Mi diceva che così avrebbe potuto essere la “porta della Valpolicella”, che quello era il suo destino».

Invece l'elegante scultura in acciaio verniciato di bianco, tenuta insieme da 2.500 bulloni e costruita con maestria nelle officine Lonardi, è stata sistemata in piazza Bra per la prima volta nel Natale 1984. E poi, per ogni anno a seguire, è tornata lì. A fare da cartolina alle festività natalizie di veronesi e turisti.

Il centenario della nascita di Lonardi

«Se dopo l'incidente, i danni all'Arena e le indagini dovrà essere sistemata in un altro luogo, noi ce la riprendiamo volentieri per farla tornare dove voleva il costruttore», ribadisce il sindaco carianese. Ricordando che quest'anno ricorre, tra l'altro, il centenario della nascita di Guido Lonardi. Il nome della sua impresa era diffuso a livello planetario e c'è la firma Lonardi in molti angoli del pianeta, dal monumento al Milite ignoto a Baghdad a opere per la Kawasaki in Giappone e la Fiat in Brasile, fino a centri commerciali a Riyad in Arabia Saudita. Guido Lonardi ne andava fiero. Ma nel suo cuore di imprenditore filantropo, che donò 1.500 libri alla parrocchia di San Floriano e al Comune tutti gli arredi della sala che porta il suo nome, era la stella cometa ad avere un posto speciale.

Leggi anche
Crollo della stella: i filmati agli atti dell’inchiesta. Ascoltati i testimoni

Camilla Madinelli

Suggerimenti