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La cerimonia

Campofontana celebra il «suo» Piazzola, «campesan de soca»

FOTOSERVIZIO DI LUIGI PECORA
FOTOSERVIZIO DI LUIGI PECORA
Titolazione della Sala civica a Piero Piazzola (Gugole)

Ieri il popolo dei cimbri all’annuale festa del Curatorium Cimbricum Veronense ha titolato la sala civica di Campofontana alla memoria di Piero Piazzola, illustre Campesan de soca, indimenticabile fondatore dell’Associazione e maestro del paese. Il sindaco di Selva di Progno Marco Cappelletti nel rimarcare che si tratta «Non di una semplice inaugurazione, ma di un avvenimento», ha ricordato con trasporto e ammirazione quanto il maestro Piero ha seminato nella vita, in cultura e amore per la Lessinia: «Sono questi i suoi tesori, ai quali si è dedicato fino all’ultimo e saranno nostri per sempre: nessuno li potrà dilapidare», ha sottolineato il primo cittadino affiancato da Vito Massalongo presidente del Curatorium che aveva aperto la cerimonia con il saluto anche in lingua cimbra. Sarà ancor di più «luogo di cultura» la sala civica, ora arricchita da sette grandi pannelli che ripropongono le mille sfaccettature della personalità di Piazzola, che fu anche partigiano, e molto si è speso per la sua montagna e per Campofontana dove è nato nel 1924, ha insegnato per 24 anni e amato all’infinito quel suo paese visto come: «’Na snisolà de prà / destési a la rinfusa / coalche busa / e ‘n gran tendòn de vérde…». Una scrittura dialettale accorta e precisa, ancora capace di emozionare la voce della figlia Adriana che ne ha dato lettura dinanzi a un pubblico che nel rispetto delle regole vigenti ha dovuto per lo più riversarsi nella piazzola esterna. Piacevoli intermezzi musicali di Emanuele Zanfretta e Marta Merzari hanno proposto brani, sulle note di un flauto traverso, una chitarra e un’arpa con i versi dialettali che Piazzola ha dedicato alla madre e alla leggendaria «Anguana Seralda». Fra le autorità c’era il consigliere regionale Enrico Corsi che ha avuto il piacere di conoscere Piero: «Una persona eccezionale tutta dedita a questa parte di Lessinia che ultimamente si sta scoprendo dal punto di vista turistico; un mordi e fuggi da valorizzare nei suoi aspetti culturali, essendo un territorio ricco di tradizioni antichissime». E poi rispondendo alle sollecitazioni di Cappelletti e Massalongo ha aggiunto: «Ormai solo qualche decina di persone conosce ancora il cimbro che non è mai stato scritto ma si è tramandato oralmente. Portarlo nelle scuole per continuare questa tradizione che è unica del territorio è una cosa fondamentale e sicuramente proveremo a spingere su questa iniziativa». All’esterno, prima dello scoprimento della targa, monsignor Tiziano Bonomi di Velo aveva benedetto il luogo nel ricordo di Piero.

 

Angelo Andreis  al centro riceve l’onorificenza di Gran Massaro
Angelo Andreis al centro riceve l’onorificenza di Gran Massaro

 

Un tuffo in un passato molto remoto è stato poi la cerimonia di conferimento dell’onorificenza di Gran Massaro dei Cimbri ad Angelo Andreis, noto autore di innumerevoli pubblicazioni ma anche uomo di scuola, come insegnante e dirigente scolastico. Non solo. Vito Massalongo ed Ezio Bonomi del Curatorium Cimbricum Veronense hanno ricordato: «Il suo impegno che lo ha visto nelle amministrazioni di Cerro, Grezzana e Comunità montana, ma anche nelle Pro loco». Dunque titolo meritatissimo (letto in cimbro e in italiano): «Noi / Vicario della Montagna Alta del Carbone / e consiglieri dei Tredici Comuni Veronesi / riuniti davanti al popolo di Campofontana / così come i nostri antenati facevano / i quali sceglievano a Massari dei loro comuni / persone oneste, conosciute per sapienza e forza in consiglio / insieme decretiamo che Angelo Andreis ha meritato di essere scelto… e lo additiamo ai nostri montanari come esempio da seguire e da ricordare». Due fari della Lessinia Piero Piazzola ed Angelo Andreis, accomunati da una vita dedicata alla scuola, all’amore per la Lessinia e alla realtà cimbra.•.

Mariella Gugole

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