<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
IL RACCONTO

Gian Paolo Grassino: «Analogia stupefacente ma non lo capimmo»

Gian Paolo Grassino
Gian Paolo Grassino
Gian Paolo Grassino
Gian Paolo Grassino

«Allora neanche noi ci capimmo granché di cosa fosse successo. Andammo a Costeggiola tre giorni dopo il fatto; il contadino proprietario del campo fu gentile con noi e non irrigò la terra fino al nostro arrivo. Si sentiva, dove l’erba era bruciata, un forte odore di aceto, segno quasi certo di bruciature da idrocarburi». A ricordare l’evento di Costeggiola è Gian Paolo Grassino, presidente del Centro italiano di studi ufologici, lo stesso che ha visto una somiglianza «stupefacente», come la definisce lui stesso, tra il film di Brass e l’accadimento nelle campagne del soavese. «Ci sono troppe somiglianze con il film per non pensare, oggi, che davvero, in quel paese del Veneto, fu fatto semplicemente uno scherzo, per pura goliardia probabilmente. Film a parte, l’iconografia dei tre cerchi è un classico fin dai primi anni Cinquanta quando ci fu chi diffuse una foto di un lume come la vera immagine di un Ufo. Nella foto», prosegue Grassino, «si vedevano tre sfere sotto un cerchio di luce che sarebbero stati i punti di appoggio a terra del presunto Ufo. Da allora sono stati moltissimi i tre cerchi trovati come impronta di uno sbarco di un oggetto volante non identificato».

 

Insomma, le immagini viaggiano e vengono modificate e usate a nostro piacimento, si instaura una sorta di immaginario collettivo che è duro a morire e che ogni tanto risorge più vivo che mai. Viaggiano le immagini e viaggiano molto anche le micro cronache di provincia che, non è raro, divengono spesso spunto o per altre vicende simili - per catena di suggestioni - o perché qualcuno bravo a narrare ci imbastisce un racconto. «Teniamo conto che Sonego aveva bene a mente le storie della provincia, ne era affascinato, specie quando si trasferì a Roma e per lui divennero quasi un archivio di vicende immaginifiche attraverso le quali raccontare l’Italia intera. Ciò che poi ha effettivamente fatto con Alberto Sordi, fornendo sceneggiature per la commedia all’italiana memorabili». Dunque in questa vicenda di Ufo a Costeggiola si innestano due elementi di convergenza geografica: Brass veneziano, Sorego bellunese prima e di Vittorio Veneto poi, e il resto lo avrebbe fatto il misterioso percorso con le quali le storie diventano leggende e le leggende diventano film e via così. Va annotato che lo stesso Spielberg si ispirò, per «Incontri ravvicinati del terzo tipo», al libro di Joseph Allen Hynek, astronauta-ufologo: nel 1978, anno di avvistamenti record in Italia lo studioso arrivò nel nostro Paese per raccogliere materiale per il suo lavoro.

Daniela Andreis

Suggerimenti