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LAGO DI GARDA

Sportivi soli in mezzo al lago, dieci i salvati da Navigarda nelle ultime settimane

Amanti del kitesurf in azione Gli appassionati degli sport acquatici sono in continuo aumento
Amanti del kitesurf in azione Gli appassionati degli sport acquatici sono in continuo aumento
Amanti del kitesurf in azione Gli appassionati degli sport acquatici sono in continuo aumento
Amanti del kitesurf in azione Gli appassionati degli sport acquatici sono in continuo aumento

Sono quasi tutti turisti, per lo più stranieri, sia giovani che di mezza età. Vengono sorpresi dalla raffiche del Pelèr, il vento che, specie alla mattina, sferza l'alto Garda con forti raffiche che soffiano da nord verso sud, perdono la propria attrezzatura e rimangono, pericolosamente, in balia delle onde in mezzo al lago.

È «l'identikit» della decina di appassionati di sport acquatici che nelle ultime settimane si sono ritrovati in difficoltà al largo del Benàco e sono stati recuperati dalle imbarcazioni di Navigarda. Come accaduto domenica scorsa tra Magugnano e Assenza a uno sportivo austriaco, che ha perso la tavola e la vela da kitesurf, rimanendo per oltre un'ora in acqua prima di essere salvato da un catamarano della Navigarda. Il consistente aumento di questo tipo di salvataggi sul lago non è forse un caso sia avvenuto proprio quest'anno, anno in cui si registra un vero e proprio boom di persone dedite agli sport acquatici, dal più classico windsurf, all'ormai consolidato kitesurf, fino all'ultima novità, il Wing Foil.

Paradiso del vento. Tutti sport che hanno registrato impennate in particolare dopo l'emergenza sanitaria causata dalla pandemia. L'alto Garda - specialmente lungo i litorali che bagnano i territori di Brenzone e Malcesine per arrivare fino in Trentino e sull'altra sponda fino a Campione - si conferma così il paradiso degli amanti di queste discipline che stanno prendendo sempre più piede sia in Italia che all'estero. Sempre più appassionati, per lo più turisti stranieri (ma non solo), si cimentano in queste attività sportive, anche se forse non sempre con la preparazione adeguata, visti gli incidenti accaduti. A sorprenderli, come dicevamo, sono spesso le sferzate del Pelér. Con il risultato che chi è meno preparato non riesce più a governare tavola e vela o arriva a perderle, rimanendo solo in mezzo al lago.

Salvataggi. «Quest'anno stiamo notando un netto incremento di questi interventi di soccorso, che abbiamo effettuato in sinergia con la Guardia Costiera», conferma Giuseppe Mafale, direttore della Navigazione lago di Garda. «L'alta professionalità e preparazione dei comandanti delle nostre imbarcazioni garantiscono anche salvataggi di questo tipo», spiega ricordando come il personale del gruppo effettui periodiche esercitazioni di salvataggio. Tuttavia, l'incremento dei casi, fa riflettere e tende a indurre ad un cambiamento.

«È necessario porre un freno a tutto questo», osserva Mafale. Che ribadisce: «Credo sia necessario al più presto regolamentare meglio queste attività sportive sull'acqua, con regole chiare e aggiornate». E come si potrebbe metterle in pratica? «Per esempio», propone il direttore della Navigazione lago di Garda, «si potrebbero creare apposite aree dove praticare i vari sport acquatici, magari inserendo delle specifiche coordinate Gps, o aree circoscritte con boe o altri segnali, o comunque sarebbe utile individuare un apposito spazio acqueo. L'operazione da creare, chiaramente, non è semplice», precisa ancora Mafale, «ma credo sia giunto il momento di affrontare l'argomento, aggiornando le leggi sulla sicurezza sul Garda, in sinergia ovviamente con Guardia Costiera, Comunità del Garda e altri enti preposti».•.

Emanuele Zanini

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