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Dolcè

È emergenza medici di base, a rischio duemila residenti. Appello al ministro Speranza e all'assessore Lanzarin

La dottoressa Emanuela Agneta col sindaco Massimiliano Adamoli
La dottoressa Emanuela Agneta col sindaco Massimiliano Adamoli
La dottoressa Emanuela Agneta col sindaco Massimiliano Adamoli
La dottoressa Emanuela Agneta col sindaco Massimiliano Adamoli

Medici di famiglia, è ancora emergenza nel comune di Dolcè. Non se la passano bene i residenti nelle frazioni di Volargne, la più popolosa con 1.113 abitanti, Ceraino (217) e Peri (533): in nessuna della tre presta servizio un medico di base. Più a nord, a Ossenigo (148 abitanti), il servizio è coperto soltanto il mercoledì mattina grazie all’interessamento del sindaco Massimiliano Adamoli e alla disponibilità del dottor Gian Paolo Mastella, medico nel Comune di Brentino Belluno. L’unico ambulatorio regolarmente aperto è quello del capoluogo, Dolcè appunto, dove «resiste» il dottor Carlo Buffatti. 

Paradossale «Ci troviamo di fronte a una situazione paradossale, che abbiamo evidenziato a più riprese ai dirigenti dell’Ulss 9 Scaligera da cui dipende il servizio», afferma Adamoli. Il disagio è grande, ammette, e sempre più evidente. I cittadini, soprattutto anziani, tra cui malati cronici o persone che hanno bisogno di essere seguite per farmaci o visite di controllo, sono allarmati: vogliono sapere cosa fare, a chi rivolgersi, cosa succederà. Gli amministratori comunali sono subissati di domande. «Non sappiamo più cosa rispondere», continua, amaramente, il sindaco.

Odissea Tutto è partito un paio di anni fa, con il pensionamento del dottor Romano Zecchinelli che prestava servizio a Volargne e Ceraino. Per coprire il suo posto e seguire 700 pazienti ha preso servizio nel gennaio 2021, solo nell’ambulatorio di Volargne, il nuovo medico di base Giulia Ghinato. La dottoressa però, una volta ammessa alla scuola di specializzazione in ospedale, ha dovuto lasciare suo malgrado l’ambulatorio il 16 marzo 2021 causa incompatibilità: secondo la normativa, infatti, i due incarichi non possono coesistere. «A quel punto abbiamo ricominciato a cercare e a fare in modo che potesse arrivare un nuovo medico di base», spiega il consigliere comunale Angelo Zanesi, ricordando la preziosa collaborazione del consigliere Mirco Ardieli. E ad aprile 2021 è arrivata la dottoressa Emanuela Agneta. Un turn over riuscito, tra le due, ma che non ha mancato comunque di creare disagi agli assistiti, rimasti in quattro e quattr’otto senza medico di base e alle prese con 15 giorni di «vuoto», e preoccupazioni negli amministratori locali, che in Val d’Adige devono fare i conti con una sempre più frequente carenza nella copertura della medicina territoriale.

Il ricambio generazionale, nella medicina di base, sta diventando sempre più una chimera. E le zone periferiche stanno pagando il prezzo più alto. A Volargne il lieto fine ancora non c’è. Circa tre mesi fa, a fine marzo 2022, la dottoressa Agneta si è ritrovata nella stessa situazione della collega che l’aveva preceduta: scegliere tra la specializzazione o il servizio di medico di famiglia. Nonostante sia trascorso un altro anno, e nonostante gli appelli affinché i medici neolaureati possano specializzarsi e anche lavorare, alla normativa di legge non è stata apportata alcuna modifica. Rimane l’incompatibilità. E anche Agneta ha scelto la specializzazione. Così i pazienti a Volargne sono tornati punto a capo.

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Appelli L’amministrazione comunale di Dolcè ha scritto una lettera al ministro della salute Roberto Speranza e all’assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin. Ha mandato un sollecito, «l’ennesimo» sottolinea il sindaco, al direttore generale dell’Ulss 9 Pietro Girardi. Risultato? Da oltre due mesi e mezzo Volargne è senza medico di base. Senza contare che chi abita a Ceraino e Peri ci ha dovuto rinunciare dal 2018. «Alle nostre sollecitazioni», conclude Adamoli, «l’Ulss ha risposto con svariate motivazioni, dandoci come prospettiva la possibilità di avere sul nostro territorio una guardia medica. Ma c’è un però: manca l’accordo sindacale».

Camilla Madinelli

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