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La tragedia di San Giovanni Ilarione

L'incidente mortale tra fratelli. «Manuel ha provato a evitarlo ma non c'è stato nulla da fare»

Fiori in ricordo di Amos nel luogo dell’incidente FOTO PECORA
Fiori in ricordo di Amos nel luogo dell’incidente FOTO PECORA
Fiori in ricordo di Amos nel luogo dell’incidente FOTO PECORA
Fiori in ricordo di Amos nel luogo dell’incidente FOTO PECORA

Tutti sotto choc in Val d’Alpone all’indomani dell’incidente frontale fra la Panda guidata dal 35enne Amos Dalla Verde, che ha perso la vita nell’impatto con il furgoncino alla cui guida si trovava proprio suo fratello Manuel, maggiore di tre anni.

Uno scontro che per le modalità con cui si è svolto e il coinvolgimento di due giovani fratelli non ha precedenti nella tragica lista delle vittime sulla strada. Non si danno pace mamma Terenzia e papà Fiorenzo. Troppo grande, inspiegabile e inaccettabile quanto è accaduto.

«Sabato pomeriggio ero a casa che stavo facendo dei lavori quando ho sentito mia moglie gridare al telefono, chiamandomi disperata per darmi la terribile notizia», racconta Fiorenzo Dalla Verde, persona conosciuta e stimatissima per il lavoro che svolge a Vestenanova nel suo studio di Progettazioni tecniche e sicurezza in ambienti di lavoro e che da anni tiene corsi in aziende veronesi e vicentine; è stato anche vicesindaco di Vestenanova per due mandati nei primi anni Duemila.

 

«Siamo subito corsi sul posto, l’incidente era successo da poco. Manuel era seduto dall’altra parte della strada in stato confusionale e Amos era steso lì sull’asfalto, senza vita». Lacerati dal dolore, papà e mamma si sono avvicinati a quell’unico figlio rimasto illeso, senza proferire una parola: «Ho fissi nella mente gli occhi di mio figlio Manuel che parlavano di morte e di senso di colpa». Gli martellano la mente le sue parole dette alla moglie al telefono: «Mamma mamma ho fatto un incidente, Amos è morto».

È sconsolato papà Fiorenzo: «Ho vissuto e sto vivendo momenti che non auguro a nessuno e devo cercare di confortare mia moglie, ma non è facile. In più c’è Manuel a pezzi, che si sente in colpa e con lo sguardo ci interpella in continuazione per capire il nostro stato d’animo». Non sta bene Manuel e ieri ha dovuto andare al pronto soccorso di San Bonifacio per dolori al torace e poi c’è l’angoscia per quei terribili momenti in cui ha visto morire il fratello, praticamente tra le sue braccia. Pare che i due uomini non avessero una velocità sostenuta e il padre Fiorenzo racconta quanto è riuscito a ricostruire: «Manuel ha visto sbandare la Panda di Amos, che scendeva da Vestena e stava invadendo la mezzeria su cui sopraggiungeva proprio lui da San Giovanni col furgone; gli ha subito fatto i fari e poi buttandosi sulla destra gli ha suonato il clacson, ma la collisione è stata inevitabile».

Manuel era subito corso dal fratello per cercare di rianimarlo, ma non c’è stato nulla da fare. Sull’asfalto nessuna frenata. Ma a terra il palo segnaletico sempre adorno di fiori contro il quale due anni fa si è schiantato Valentino Da Campo: era il 16 marzo.

 

Difficile capire cosa sia accaduto in quella manciata di secondi: le ipotesi sono che Amos abbia avuto un malore oppure si sia piegato per qualche motivo, perdendo così il controllo della piccola utilitaria. Da tempo lui viveva a San Giovanni Ilarione dove lavorava presso la Cartotecnica Alpone e «mi aveva raccontato dei suoi progetti di lavoro; proprio in questa settimana con i titolari dell’azienda avrebbe dato vita a un piano innovativo, mettendo a frutto», sottolinea papà Fiorenzo, «la sua esperienza e le sue conoscenze». Progetti di vita spezzati a 35 anni per Amos. Ma non solo per lui. Classe 1985 decimata a Vestenanova a causa di tre tragici lutti avvenuti con cadenza decennale e scritti col sangue sull’asfalto del tratto stradale San Giovanni Ilarione – Vestenanova. Nel dicembre del 2000 si spezzarono i 15 anni di Sonia Vicentini; nell’agosto 2011 la seguì Enea Dal Zovo a soli 26 anni, e ora Amos che a ottobre ne avrebbe compiuti 36. •

Mariella Gugole

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