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LA CAMPAGNA ELETTORALE

Nel centrodestra «blindati» Fontana, Tosato e Maschio

Al voto Il giorno delle elezioni politiche sarà domenica 25 Settembre
Al voto Il giorno delle elezioni politiche sarà domenica 25 Settembre
Al voto Il giorno delle elezioni politiche sarà domenica 25 Settembre
Al voto Il giorno delle elezioni politiche sarà domenica 25 Settembre

E ora la corsa. Dopo che alla Corte d’Appello di Venezia sono proseguite le operazioni di controllo delle liste depositate, tra esclusioni e ricorsi, ora parte il mese di campagna elettorale, verso le elezioni politiche del 25 settembre. E c’è anche un toto-possibili eletti, tra collegi uninominali, in cui si vota con il sistema maggioritario, e plurinominale, con il proporzionale. Ma con le scorie e le ruggini dopo le composizione delle liste. E nel Veronese, tra chi ha alte possibilità di essere eletto ci sono il leghista Lorenzo Fontana, vicesegretario federale della Lega, deputato uscente, candidato all’uninominale Camera Verona per il centrodestra e capolista della Lega nella Camera proporzionale, oltre al senatore uscente Paolo Tosato, candidato nell’uninominale Senato Verona. Quasi certa l’elezione, dunque, anche di Lara Fadini, Lega, assessore a Cerea, seconda in lista alla Camera uninominali dietro Fontana, che se eletto sceglierà l’uninominale. In Fratelli d’Italia hanno alte possibilità Ciro Maschio, deputato uscente e coordinatore provinciale, in corsa nella Camera uninominale ma anche capolista nel proporzionale Camera. E poi Gianmarco Mazzi, amministratore di Arena di Verona srl, che gestisce i concerti extralirica in Arena, capolista di FdI alla Camera proporzionale di Padova. Una candidatura nata su un livello romano del partito di Giorgia Meloni, per un manager, già direttore artistico del festival di Sanremo e con un incarico in Rai, che ha un incarico a Verona, dove ha appena vinto il centrosinistra del sindaco Damiano Tommasi. «Sono molto grato per la fiducia e per questa bellissima opportunità», dice Mazzi. «Vado incontro con entusiasmo e un’importante esperienza. Ce la metterà tutta per essere all’altezza». Ruoli Ma se Mazzi sarà eletto, continuerà il suo incarico a Verona? Ciò potrebbe incidere sul prosieguo della sua attività ad Arena di Verona? Dipenderà da Tommasi. Che potrebbe dare seguito al cambio di colore politico dell’amministrazione e quindi cambiare Mazzi. Ma anche avvalersi della sua lunga esperienza, tecnica, in una logica di interessi di Verona, con contatti al governo, che potrebbe coinvolgere tutti i nuovi parlamentari eletti e, magari, futuri esponenti al governo, di tutti i partiti. E si vedrà se e come questo inciderà sul ruolo di Cecilia Gasdia, soprintendente della Fondazione lirica Arena - scade il 19 gennaio - di nomina ministeriale ma su indicazione del sindaco scaligero, presidente della Fondazione Arena. Nel Pd, ha alte possibilità di elezione Alessia Rotta, deputata uscente. C’è poi un livello di “media” possibilità. Per Flavio Tosi, il consigliere comunale, entrato con le sue civiche in Forza Italia dopo le comunali, e ora capolista alla Camera Verona plurinominale. Tosi è l’uomo che può risollevare le sorti di Forza Italia a Verona. «Meno tasse e accise, ma anche tariffe più basse perché c’è chi specula ai danni di famiglie e imprese», dice Tosi. Chance «Forza Italia a Verona conferma la strada intrapresa fin dalle elezioni regionali e proseguita alle amministrative di Verona: territorialità e apertura al civismo», dice Alberto Bozza, consigliere regionale e comunale di FI, sottolineando i candidati veronesi. «Dal capolista Tosi a Paola Boscaini, Matteo Destri e Nadia Maschi». Nella fascia media di elezione potrebbero esserci il leghista Roberto Turri, deputato uscente, terzo alla Camera proporzionale, quindi Roberto Mantovanelli, presidente di Acque Veronesi, terzo nel Senato plurinominale Verona-Vicenza-Padova, ma di fatto secondo visto che la vicentina Mara Bizzotto, seconda, è in pista anche nell’uninominale. Quindi Davide Bendinelli, secondo alla Camera plurinominale per Azione-Italia Viva, Calenda-Renzi, dietro al ministro Elena Bonetti pure anche all’uninominale. Quindi Maddalena Morgante, con buona chance essendo seconda per FdI alla Camera plurinominale, dietro Maschio che opterebbe per l’elezione nel maggioritario. E Marco Padovani, consigliere comunale di Fdi, terzo alla Camera. Poi Anna Lisa Nalin, di + Europa, candidata nella Camera uninominale per il centrosinistra, alleata a Pd, Di Maio e Alleanza Verdi Sinistra, e capolista al plurinominale Camera. Zaia docet Intanto, il presidente della Regione Luca Zaia, leghista, ha acceso scintille. «Le liste dei candidati della Lega alle politiche? Non sono passate per il direttorio regionale, è vero. Le ho viste solo quando sono state depositate. Non ne ho avuto contezza fino a quel momento». Poi si spinge a dire: «Io rispondo solo di quello che faccio. E queste liste non le ho fatte. Quindi...». Salvo poi aggiungere: «I conti? Le analisi? Come sempre si faranno a fine elezioni. Magari avranno un bel risultato...». Zaia fa capire tutta la sua freddezza per le liste della Lega. Anche perché in quegli elenchi non c’è un nome “zaiano”: non c’è uno che viene “promosso” o un suo uomo in lizza (l’unico “vicino” al presidente, è il trevigiano Bof, ma è anche il coordinatore provinciale). E così ieri a Venezia ha preferito il suo motto: «Ora serve lavorare pancia a terra per portare a casa i risultati. Non mi sembra il caso di alimentare le polemiche». E un monito sull’Autonomia regionale: «Il centrodestra su questo si gioca la sopravvivenza».•.

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