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il sopralluogo e l'inchiesta

Pezzo di Stella crollato in Arena, Tiné: «I danni ai gradoni sono irreversibili»

Secondo il Sovrintendente la struttura è stata danneggiata per centinaia di migliaia di euro, il restauro richiederà alcune settimane. L'inchiesta: l'ancoraggio, il bullone, una giuntura rotta: cosa cerca la Procura. Anfiteatro chiuso fino al 30 gennaio
L'area del cantiere ora sotto sequestro
L'area del cantiere ora sotto sequestro
Incidente stella, cantiere sotto sequestro (Marchiori)

I danni causati dal crollo del basamento della stella cometa all'interno dell'Arena di Verona non sono stati ancora pienamente quantificati, ma sono stimati in centinaia di migliaia di euro e per il restauro saranno necessarie alcune settimane.

«Il danno è irreversibile», afferma il Soprintendente all'Archeologia e Belle Arti di Verona, Vincenzo Tinè, al termine del lungo sopralluogo effettuato questa mattina con il sostituto procuratore Alberto Sergi, che coordina l'indagine con l'ipotesi di reato di danneggiamento colposo. 

«Grave danno ai gradoni»

«La situazione - ha spiegato Tinè - è di un grande e diffuso grave danno ai gradoni, alla parte del podio dell’euripo, si sono scheggiati tutti gli spigoli in una ventina di metri di settore di cavea, dagli spalti fiuto al podio e alla platea. Stiamo valutando con i nostri tecnici, l’entità e la reversibilità del danno che interessa pietre tra il ’500 e il ’600 che non possono essere ricostruite con lo stucco».

Il Soprintendente Tinè, che è in attesa del decreto ministeriale per il trasferimento a Padova, ha sottolineato che il crollo ha colpito proprio quella parte di gradoni della cavea con le pietre originali che risalgono al XVI secolo. «È prematuro parlare di tempi e costi, sono in corse le prime valutazioni per salvare i pezzi che possono essere ritassellati in opera. È necessaria un’attenta verifica, certamente l’Arena è un monumento molto delicato e purtroppo questo è il terzo incidente con danneggiamenti che si è verificato negli ultimi tempi» ha concluso Tinè.

Scongiurato fin da ora il rischio che la parte di gradinate interessata dal crollo non possa essere fruibile per gli spettatori durante il Festival lirico e la stagione dei concerti. Soprintendenza e Comune di Verona (che è parte lesa in questo incidente avvenuto durante le operazioni di smontaggio della stella natalizia da parte della ditta incaricata) auspicano la possibilità di una riapertura dell’Arena al pubblico dalla prossima settimana. Intanto questa mattina un via vai di turisti che non hanno potuto visitare l’Arena, che resterà chiusa fino al 30 gennaio. L’area del cantiere e l’intero anfiteatro sono stati posti sotto sequestro dalla magistratura.

Assieme a loro anche il comandante della Polizia locale, Luigi Altamura; già gli specialisti del Nucleo Polizia Amministrativa hanno avviato i primi accertamenti per capire come sia stato possibile lo sgancio dalla gru del basamento.

Solo quando sarà accertata la dinamica dell’incidente il pezzo di stella che ha ceduto potrà essere rimosso.

Il Comune: «Un dispiacere vedere il simbolo di Verona ferito in questo modo»

A fare il punto sulla situazione, la Vicesindaca e Assessora all’Edilizia monumentale, avv. Barbara Bissoli.

«Dai primi accertamenti effettuati dalla Soprintendenza, l’impressione è che non tutto sia recuperabile – ha detto Bissoli –. Ci siamo infatti resi conto che a valle dell’incidente c’è molto materiale sbriciolato e quindi sarà molto complesso ricostruire i gradoni così com’erano. E’ necessario ora capire l’entità del danno e quali percorsi sono possibili, per poi decidere i tempi di recupero del monumento. E’ davvero un dispiacere vedere che il nostro monumento iconico in tutto il mondo e per il quale Verona è conosciuta a livello internazionale ha subito una ferita tale, l’auspicio è che possa essere risanabile ma al momento non è possibile averne certezza. L’indagine è in corso, stiamo aspettando il provvedimento della Procura per quanto riguarda il sequestro delle zone interessate dall’incidente, sia dentro che fuori l’Arena. I cantieri dell’Art Bonus vanno avanti, un’esigenza che abbiamo condiviso con il sostituto Procuratore».

«Il Comune è soggetto danneggiato in quanto proprietario del monumento. Mi auguro – conclude la Vicesindaca - che la dinamica dell’incidente e l’entità del danno siano accertati quanto prima per poter restituire l’anfiteatro alla città e a tutti i visitatori che vengono a Verona da tutto il mondo per vedere questo straordinario monumento».

L’installazione della Stella in piazza Bra è consentita dall’accordo tra la Direzione generale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e il Comune e prevede che l’Arena sia completamente libera per i lavori di restauro e manutentivi dal 6 novembre al 28 febbraio di ogni anno. Unica eccezione è concessa per la Stella in piazza Bra. Le operazioni di montaggio e smontaggio della struttura vengono affidate da la Fondazione Arena per Verona ad una ditta specializzata.

L'inchiesta

Una giuntura che si spezza, un bullone che non tiene più. O una disattenzione fatale. Sarà la Procura a stabilire cosa sia accaduto durante lo smontaggio della stella cometa. Con la caduta di una parte della grandiosa struttura in acciaio sui gradoni dell'Arena, rovinando quelli di un intero settore fino alla cavea. Un incidente difficile anche solo da immaginare dopo 38 anni di storia di uno dei simboli del Natale dei veronesi.

 

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Operazioni ripetute molte volte in tutti questi anni dalle ditte che si sono susseguite nei lavori commissionati dalla Fondazione Verona per l'Arena: non ci sono bandi visto che non è il Comune a proporre il lavoro e si tratta di un'assegnazione diretta. Sono due le aziende incaricate delle operazioni: una si occupa della gestione dell'autogru mentre la seconda ditta gestisce la manodopera per la fase di smontaggio vera e propria delle parti, chiamata per la prima volta ad operare per le operazioni di movimentazione della stella.

Un'impresa che concentra la sua attività in «altri lavori di costruzione e installazione» e che nonostante la sua "prima volta" con la struttura scaligera viene definita come «esperta e con un background riconosciuto a livello internazionale» dalla stessa Fondazione Verona per l'Arena.

 

Una stella a tre parti

Sono tre le parti che compongono l'enorme struttura progettata dall'architetto Rinaldo Olivieri su idea di Alfredo Troisi, alta 70 metri e lunga 82, composta da 80 tonnellate di acciaio e ben 2.500 bulloni: una è quella appoggiata a terra in Bra con i "raggi" su cui i bambini fanno a gara per arrampicarsi, le altre due sono la coda e la base su cui poggia la coda stessa.

 

Le cause del crollo

Errore umano o una sfortunata combinazione di fattori? Tra le prime ipotesi c'è quella del possibile cedimento di un elemento di fissaggio, un bullone o un perno, che avrebbe dato il via al distacco del base e al successivo crollo: si tratta di un pezzo comunque enorme, di una decina di metri e del peso di alcune tonnellate.

Secondo altre ricostruzioni la causa potrebbe essere stata invece il mancato ancoraggio della base che fa contrappeso alla struttura, cui di solito rimarrebbe comunque imbragata, base che poi si è staccata restando all'interno dell'anfiteatro e rotolando giù sui gradoni fino alla cavea che in estate ospita la platea con i seggiolini. Senza contare la giornata di forte vento, che potrebbe aver contribuito al distacco della parte, con un enorme fragore che ha spaventato non poco i presenti, solo gli operai visto che il lunedì è giorno di chiusura dell'Arena. Dinamiche da chiarire ancora al vaglio degli inquirenti, che daranno poi l'incarico per una perizia sul fatto prima di "passare la mano" alla Soprintendenza scaligera per la successiva fase di restauro. 

Luca Mazzara

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