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giovedì il Consiglio di indirizzo dovrà indicare il Sovrintendente

Fondazione Arena: dopo la fumata nera, è resa dei conti. E Cubico attacca: «Dilettantismo»

di Enrico Giardini
Tommasi, dopo lo scontro con altri soci, incontra la sua maggioranza. L’esponente del ministero nel Cdi non le manda a dire
Il Consiglio di indirizzo che si è tenuto nella sede della Fondazione Arena
Il Consiglio di indirizzo che si è tenuto nella sede della Fondazione Arena
Il Consiglio di indirizzo che si è tenuto nella sede della Fondazione Arena
Il Consiglio di indirizzo che si è tenuto nella sede della Fondazione Arena

Fondazione Arena, dopo lo scontro tra sindaco e presidente Damiano Tommasi e gli altri soci, si va alla resa dei conti sulla scelta del sovrintendente. Ma anche sul piano dei rapporti istituzionali fra il Comune e la Regione e il ministero, e i privati Camera di Commercio e Cattolica Assicurazioni-Gruppo Generali. Di un ente che genera un indotto di mezzo miliardo, sull’economia veronese, legato al turismo e alla cultura. Tanto più nell’anno del centenario del festival lirico estivo in Arena.

Attesa per la nomina del Sovrintendente: giovedì il nome

Dopo la fumata nera nel Consiglio di indirizzo di giovedì, con quattro dei sette componenti che hanno votato contro la manifestazione d’interesse proposta dal sindaco e presidente Damiano Tommasi - quelli in rappresentanza di Camera di Commercio, Cattolica Assicurazioni-Gruppo Generali, ministero della cultura e Regione - la partita si sposta a giovedì prossimo. Quando, due giorni prima della scadenza del sovrintendente uscente, Cecilia Gasdia, anche direttore artistico, prorogata già di 45 giorni, il Consiglio di indirizzo dovrà scegliere un nome, per l’incarico. Da indicare al ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, per la nomina.

I consiglieri, tra cui Tommasi e altri due per il socio Comune, dovranno portare dei nomi, e si dovrà arrivare a uno. E se i numeri e i conti rispecchieranno quelli di giovedì scorso, sembrerebbe scontato l’esito: un altro 4-3. Con i quattro soci che hanno bocciato la manifestazione d’interesse non come metodo, ma perché aperta per soli cinque giorni, che riproporranno la Gasdia, e i tre del Comune, Tommasi compreso, che porterebbero altri nomi ma non raggiungerebbero la maggioranza.

Tommasi: «Fatto gravissimo»

Tutto liscio, scontato? Si vedrà nei prossimi giorni. Dalle mosse, anzitutto, di Tommasi. Il quale però, e questo è il livello superiore della contesa, con le sue dichiarazioni post cdi di giovedì ha accesso la miccia. Alludendo alla bocciatura della manifestazione d’interesse ha parlato di «fatto gravissimo, non un inizio», di un «Consiglio di indirizzo in cui si pensa di fare molta politica», di «mancata tutela della città» e ha detto che «serviva coraggio per adottare metodi nuovi e trasparenti».

Replica altrettanto duramente a quanto fatto l’altra sera dal deputato e coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Ciro Maschio, la consigliera di indirizzo in quota al ministero Serana Cubico, pure di FdI. «Anche se lo statuto della Fondazione incomprensibilmente non la prevede, sono favorevole all’utilizzo della manifestazione d’interesse, purché gestita in maniera seria e non della durata di appena cinque giorni che insinua il sospetto di un’iniziativa irregolare, utilizzata per favorire qualcuno», spiega.

«Come neoconsigliere, alla prima esperienza, non mi presto a questo gioco e non espongo la Fondazione e la mia persona al rischio di ricorsi e sanzioni amministrative. Il sindaco è responsabile dell’inerzia avvenuta, avrebbe dovuto utilizzare le prerogative che lo statuto gli attribuisce come presidente di Fondazione, dando impulso alla nomina del nuovo Consiglio d’indirizzo sin dai primi di dicembre», prosegue, «creando così le condizioni per un’autentica manifestazione d’interesse della durata di almeno un mese e non ci sarebbe stato alcun problema. Questa fase», conclude, «è stata purtroppo gestita in modo dilettantesco ed è mancata la necessaria autorevolezza».

La palla ora è soprattutto a Tommasi

Che ieri ha incontrato la commissione intergruppo, della sua maggioranza, che si occupa della Fondazione Arena, presenti consiglieri e anche l’assessore alla cultura Marta Ugolini e la vicesindaca Barbara Bissoli.

Tommasi ha ribadito le sue ragioni, in particolare stigmatizzando che gli altri soci avevano rinviato la possibilità della manifestazione d’interesse soltanto con il nuovo cdi, salvo poi non ritenere sufficienti i tempi. A quel punto, nell’incontro, ha detto che gli altri soci vogliono riproporre la Gasdia, tramite i loro consiglieri Giuseppe Riello, presidente della Camera di Commercio, fin da subito per un Gasdia-bis, quindi la Regione con Federico Pupo, in quota alla Lega del presidente Luca Zaia, quindi la Cubico per il ministero, e per Cattolica-Generali l’amministratore delegato Samuele Marconcini.

Nell’incontro di ieri è emersa anche la preoccupazione di esponenti della maggioranza in Comune per uno scenario futuro in cui il sindaco-presidente, rappresentante legale della Fondazione, si trovi con un sovrintendente da lui non gradito, ma del cui operato poi deve rispondere.

Ci saranno quindi, e magari anche su questo nodo, nuove interlocuzioni tra Tommasi e il ministro Sangiuliano esponente di FdI come il deputato veronese, nonché sottosegretario alla cultura, Gianmarco Mazzi? O di Tommasi con Zaia? In ogni caso, giovedì prossimo anche il socio Comune - che oltre a Tommasi ha come consigliere Marilisa Allegrini e Stefano Soso - dovrà portare qualche nome, da far valutare poi al cdi che dovrà sceglierne uno. E a quelli già girati di Maurizio Roi, già sovrintendente a Genova, del direttore del Teatro Ristori Alberto Martini, violinista, di Nicola Colabianchi, già a Cagliari, si è aggiunto quello di Mauro Meli, già alla Scala di Milano e a Cagliari. Chiunque sarà, comunque, dovrà vedersela con la Gasdia. Che parte già in vantaggio.

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