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L'evento

Un evento in Arena per dire no alla guerra: la macchina organizzativa è partita

Pelù, Ligabue e Jovanotti ai tempi di "Il  mio nome è mai più"
Pelù, Ligabue e Jovanotti ai tempi di "Il mio nome è mai più"
Pelù, Ligabue e Jovanotti ai tempi di "Il  mio nome è mai più"
Pelù, Ligabue e Jovanotti ai tempi di "Il mio nome è mai più"

Un mega evento per dire no alla guerra, senza se e senza ma. Un concerto che riunirà molti grandi artisti, pronti a salire sul palco dell’Arena per un appuntamento unico. L’anfiteatro scaligero è pronto a tornare al centro della musica italiana ma questa volta non per uno show fine a sè stesso con l’unico obiettivo del divertimento, ma per aiutare a far riflettere e ad accendere ancor più i riflettori su quanto sta accadendo in Ucraina.

«Non vogliamo entrare nel merito del conflitto, il nostro è un no alla guerra a prescindere da tutto, senza se e senza ma», ribadisce Gianmarco Mazzi, amministratore unico di Arena di Verona srl e responsabile della programma extra lirica, «la guerra è contro la gente e per noi è inconcepibile che nel 2022 sia scelta come modalità per risolvere qualsiasi tipo di conflitto». Con il manager veronese già al lavoro per programmare l’evento. «Ne ho parlato con il sindaco Sboarina che ha dato subito il suo benestare, oggi - ieri per chi legge - sono stato a Milano per parlarne con Ferdinando Salzano - manager delle star della musica e della tv, rappresentante di una delle più grosse agenzie di artisti - e stiamo contattando i cantanti. Nomi ancora non ne abbiamo perchè ripeto, abbiamo iniziato a lavorare al progetto da pochissime ore».

Ma di certo ci sarà un cast eccezionale e sarà un evento di grande respiro che potrebbe coinvolgere tutta Italia». Non c’è ancora una data anche ad oggi si sa che l’inizio della stagione della musica extra lirica è fissata per il 25 aprile con il primo concerto di Zucchero. Il concerto per la pace sarà probabilmente quindi ad aprile, ma nei prossimi giorni arriveranno altre conferme in merito. E sui nomi degli artisti presenti vista la dedica dello show il pensiero corre subito a Jovanotti, Ligabue e Piero Pelù, che nel 1999 firmare la canzone «Il mio nome è mai più», brano dedicato dall’inedito trio dei tre artisti alle guerre nella ex Jugoslavia ed in particolare l'intervento militare della Nato durante la guerra del Kosovo.

«Sono passati tanti anni e purtroppo questo concetto e il no alla guerra va ribadito anche oggi, forte e chiaro», prosegue Mazzi. «L’Arena di solito è il luogo dove si fa festa e ci si diverte, dopo due anni il nostro ambiente era già stato duramente colpito dal Covid e ora ci fanno sprofondare tutti in una nuova tragedia. Credo sia giusto usare il nostro anfiteatro anche per tematiche sociali importanti - ricordando in passato eventi come «Heroes» che verrà riproposto tra pochi mesi o il concerto Amiche in Arena per dire no alla violenza sulle donne nel 2016, solo per citare alcuni esempi - sappiamo bene che uno show o un concerto non possono cambiare il corso delle cose ma vogliamo lanciare un messaggio forte, il mondo della musica è contro qualsiasi guerra». Di nuovo un simbolo quindi, con l’Arena che dopo essere stata al centro della ripartenza dopo il dramma del Covid con i primi concerti all’aperto, dopo le emozioni del brano «Fai rumore» di Diodato e dell’inno di Mameli cantando nell’anfiteatro scaligero torna protagonista di un messaggio universale. Che parte dall’Ucraina e fa tappa a Verona, per poi esplodere in tutta Italia e forse in tutto il mondo. Con la forza dirompente della musica e dei suoi più grandi interpreti.

Luca Mazzara

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