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Cifre e polemiche

Smog, battaglia di numeri tra Comune e Legambiente. Segala: «Il report è un fotomontaggio»

Ambiente urbano L'inquinamento che si può toccare: le tracce che chiunque può rilevare, semplicemente pulendo i vetri del proprio appartamento
Ambiente urbano L'inquinamento che si può toccare: le tracce che chiunque può rilevare, semplicemente pulendo i vetri del proprio appartamento
Ambiente urbano L'inquinamento che si può toccare: le tracce che chiunque può rilevare, semplicemente pulendo i vetri del proprio appartamento
Ambiente urbano L'inquinamento che si può toccare: le tracce che chiunque può rilevare, semplicemente pulendo i vetri del proprio appartamento

«Ma quale maglia nera, questo è inutile allarmismo e più che una fotografia è un fotomontaggio». L'assessore all'ambiente Ilaria Segala sbotta così nel leggere che Legambiente, nel suo dossier "Mal'aria 2021", ha assegnato la "maglia nera" alla città di Verona. La peggiore in tutta Italia, con 41 giorni di sforamento del limite massimo di 50 microgrammi al metro cubo, per quanto riguarda l'inquinamento da polveri sottili.


«Amministrare è più difficile che creare allarme», replica l'assessore, che parla di «conti che non tornano». E spiega: «Verona, dall'inizio dell'anno ha registrato 37 giorni di sforamento da Pm10, e non 41 come riporta Legambiente, tanti quanti, giorno più giorno meno, gli altri comuni capoluogo eccetto Belluno. Questo perché, per la città scaligera, i dati utilizzati provengono da una centralina che non è quella di normale riferimento sul territorio. Infatti», esclama, «Legambiente cita quella di corso Milano e non del Giarol, postazione dalla quale l'Arpav effettua le misurazioni ufficiali. In questo modo ne esce una fotografia disomogenea e falsata, soprattutto rispetto alle altre città e alle annualità precedenti. Senza contare che il periodo di riferimento della classifica stilata da Legambiente è di 9 mesi, non sufficienti per una comparazione dell'andamento dello smog, un trend di solito calcolato sui 365 giorni».

Segala, affiancata dalla nuova dirigente del Settore ambiente, Barbara Likar, sottolinea che il problema smog «è generale ed è legato alla conformazione del bacino padano, una stanza munita di una sola finestra». E assicura che la situazione non è in peggioramento: «Nel 2005 i giorni di sforamento da polveri sottili sono stati 210, nel 2020, anno del lockdown, di 73 e il dato dimostra che l'incidenza sullo smog del traffico stradale è bassissima. Nel 2019 ci si era fermati a 57. Ad influire molto, quindi, spesso è anche il meteo».

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Ieri l'assessore ha partecipato all'incontro con gli assessori dei capoluoghi veneti. «La situazione economica è difficile e le scelte da fare con i 15 sindaci dell'agglomerato urbano», fa sapere, «riguardano essenzialmente il numero di domeniche ecologiche da calendarizzare e le deroghe sullo stop alle auto più inquinanti, ma finché siamo in pandemia, considerate le difficoltà di cui soffrono molte famiglie, non ci saranno blocchi alle vetture diesel Euro 4, a meno che non scatti l'allerta rossa, cosa mai avvenuta finora, o arancione».
Quanto alle azioni strutturali, l'assessore informa che ammontano a 38 milioni gli investimenti fatti dal Comune e dalle aziende partecipate negli ultimi due anni per l'ambiente e il miglioramento dell'aria. «Azioni», sottolinea, «che hanno obiettivi a lungo termine, delle quali si vedono già gli effetti e che vanno ad aggiungersi alle misure decise dallo Stato o dalla Regione per contenere lo smog come efficientamento energetico degli edifici pubblici, raddoppio delle ciclostazioni di bikesharing, nuove piste e corsie ciclabili, lavaggio delle strade, controllo sugli impianti termici, piantumazione di nuovi alberi, rinnovo dei mezzi pubblici».

È durissima, però, la presa di posizione dei consiglieri comunali del Pd Federico Benini, Elisa La Paglia e Stefano Vallani. «La situazione di Verona, la peggiore città del Veneto per numero di superamenti delle soglie giornaliere di Pm10», affermano, «riflette l'improvvisazione della politica ambientale che sostanzialmente si affida alla variabilità del tempo. Gli unici concreti progressi fatti negli ultimi 20 anni nella limitazione delle emissioni inquinanti», aggiungono, «dipendono quasi esclusivamente dagli investimenti delle famiglie che, spesso grazie agli incentivi governativi, hanno modernizzato il parco auto»

Dice no a «politiche punitive» l'ex sindaco Flavio Tosi. «Ora ci manca solo che Sboarina si faccia dettare per l'ennesima volta la linea da Bertucco e dalla sinistra radicale e pensi a ulteriori blocchi del traffico o a riduzioni del livello di riscaldamento in inverno, scelte demagogiche buone solo per colpire anziani, lavoratori e famiglie a basso reddito che non si possono permettere l'auto nuova. Il report di Legambiente», conclude Tosi», conferma che il problema smog riguarda tutta la pianura padana, ma la soluzione non sono blocchi del traffico, mobility day e lo stop agli Euro 4».

Enrico Santi

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