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AMBIENTE

Smog, Verona bocciata. Per 41 giorni oltre i limiti

Verona ancora una volta ha sforato il limite massimo dei giorni con inquinamento oltre la soglia consentita
Verona ancora una volta ha sforato il limite massimo dei giorni con inquinamento oltre la soglia consentita
Verona ancora una volta ha sforato il limite massimo dei giorni con inquinamento oltre la soglia consentita
Verona ancora una volta ha sforato il limite massimo dei giorni con inquinamento oltre la soglia consentita

Polveri sottili e pessima qualità dell’aria: Verona veste la maglia nera, è la peggiore di tutta Italia. Il dato emerge nel dossier “Mal’aria 2021 edizione speciale – I costi dell’immobilismo” di Legambiente, attraverso il quale l’associazione segnala i ritardi nell’applicazione dei provvedimenti di emergenza e dei piani di risanamento dell’aria, sia da parte del Governo che delle principali Regioni italiane. Dai dati raccolti nel report, con ben 41 giorni di sforamento dei limiti di Pm10, a pari merito con Venezia, Verona risulta a livello nazionale la città più inquinata.

 

E tutto il Veneto ne esce massacrato: seguono a ruota Vicenza con 40 giorni oltre i limiti massimi previsti, Treviso con 38 e Padova e Rovigo con 35 giorni di sforamento al 6 settembre 2021. Secondo il bilancio riportato da Legambiente, sono già 11 le città che a inizio settembre hanno sforato, con almeno una centralina (a Verona è quella di Corso Milano), il limite previsto per le polveri sottili, ossia la soglia dei 35 giorni nell’anno solare con una media di Pm10 giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo. Numeri che destano preoccupazione anche se non sono una novità. Lo scorso report, redatto nel maggio dello scorso anno, riportava una situazione altrettanto critica anche se c’era chi aveva valori peggiori di quelli scaligeri. In Veneto, ad esempio, Padova.

 

Già dalle prossime settimane, dovrebbero scattare alcuni provvedimenti che spaziano dalla mobilità al riscaldamento all’agricoltura. Si tratta però, spiega Legambiente, del minimo sindacale per evitare le sanzioni che l’Europa potrebbe addebitarci. Tra le norme che riguardano il traffico, limiti alla circolazione dei veicoli più inquinanti (dal 1°ottobre), stop a bonus all’acquisto di auto a combustione, incentivi invece alla mobilità elettrica leggera, il noleggio e la condivisione (sharing).

 

E ancora, limitazioni di velocità per inquinamento sulle strade e autostrade, come già in uso in altri Paesi europei. Alla voce riscaldamento, due stop: uno progressivo all’uso del gasolio e uno immediato agli incentivi fiscali o conto termico e divieto installazione stufe a legna o biomasse sotto le 5 stelle. In agricoltura, divieti di spandimento liquami in campo senza copertura immediata, specie in inverno in pianura Padana, e di combustioni all’aperto.

 

«Le misure antismog per l’autunno-inverno del Comune su indicazione della Regione Veneto, sono il solito “compitino” che gli enti locali veneti svolgono ogni anno nel tentativo di mettersi al riparo dalle procedure di infrazione che continuano a fioccare dall’Europa (l’ultima del novembre 2020)», entra a gamba tesa Michele Bertucco, capogruppo di Verona e Sinistra in Comune, che torna a chiedere a gran voce interventi strutturali e provvedimenti che puntino davvero alla riduzione delle emissioni inquinanti. «Di tutto questo non c’è traccia. Non a caso, il Comune è fuorilegge da ben 21 anni superando sistematicamente tutti gli anni i livelli di guardia del Pm10 d’inverno e dell’ozono d’estate. Questa politica dello struzzo oltre a essere folle, in quanto espone la salute di milioni di cittadini agli effetti nocivi dell’inquinamento, è anche miope perché non valuta in nessun modo il costo sostenuto dalla sanità pubblica regionale per curare le molte patologie che hanno una radice anche nell’inquinamento atmosferico», chiude Bertucco.

Ilaria Noro

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