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NUOVE STRUTTURE

Scongelato il «no» al Palaghiaccio

Era stata contestata l'occupazione di metà del parco Il presidente Paci assicura: «Un diniego frettoloso»

Palaghiaccio, parte seconda. Era previsto che il progetto per un palazzetto del ghiaccio, proposto dalla società 2001 Srl di Padova, tornasse prima o poi riveduto e corretto dopo la bocciatura da parte della terza circoscrizione, tre mesi fa. Non era previsto però che, con poche modifiche, l'intervento sarebbe stato ripresentato nello stesso posto, prima ragione del dissenso: a San Massimo, su metà del parco Maggiolino e sulle adiacenti aree comunali incolte, per un totale di 58.556 metri quadrati.Ma il presidente della circoscrizione, Massimo Paci, assicura: «Non si intende sovvertire il parere già espresso dal consiglio. Vorrei solo che non si buttasse via questa opportunità senza averla valutata bene. La bocciatura è stata troppo frettolosa, influenzata dall'atteggiamento violento di alcuni cittadini - ricordo che abbiamo ricevuto perfino qualche minaccia - e dalle informazioni false divulgate da alcuni gruppi politici».Ed è per questo motivo che, l'altra sera, i consiglieri sono stati invitati a un «incontro informale», una riunione non deliberativa, per vedersi rispiegare nel dettaglio il progetto del palaghiaccio di San Massimo da un tecnico della 2001 Srl.La società è disposta a investire in project financing 14 milioni di euro per la costruzione, su terreni comunali, di un palaghiaccio con tremila posti a sedere (4.789 metri quadrati), più annessa piscina coperta adatta ai tuffi e tribuna da 500 posti (1.500 metri quadrati), area ristoro, foresteria con una cinquantina di camere, parcheggi e accessi (21mila metri quadrati). Il tutto resterebbe alla 2001 Srl per 35-40 anni, per poi passare di proprietà al Comune.Lo scorso giugno la proposta aveva ricevuto il definitivo «no» del parlamentino di Verona ovest. Lega, Pd, M5S, Fi e Gruppo Misto avevano fatto fronte unico contro la maggioranza dei tosiani, favorevole all'opera, ma minata al suo interno dai dubbi di alcuni consiglieri. Il pubblico, quella sera, contava centinaia di persone e la tensione era a mille. La questione sembrava chiusa con la presa d'atto da parte della giunta comunale. Il progetto poi ha «peregrinato» per altre zona della città, come Spianà e Genovesa, ma nessuna area alternativa presentava le caratteristiche adatte. Quindi il «ritorno» a San Massimo.Eppure, la situazione politica non sembra mutata. La Lega evidenzia problemi tecnici: «Sotto al parco Maggiolino c'è una discarica: il cantiere metterà a rischio la salute dei cittadini?», esordisce il capogruppo Vito Comencini, che aggiunge dubbi sulla sostenibilità economica della struttura. Il M5S ha chiesto «uno studio approfondito sui flussi di traffico». Il Pd, attraverso il capogruppo Federico Benini, commenta: «È assurdo cedere gratis un'area comunale a una società privata per un'opera inutile, che farà ridurre gli attuali campi da calcio da due a uno, tra l'altro vicino al cimitero. Stupisce l'ostinazione della maggioranza». Paci però persiste nell'invito a riprendere in considerazione «un'opera a beneficio non solo della terza circoscrizione, ma di tutta la città, al posto di un parco oggi in degrado, poco frequentato e afflitto dai vandali. In futuro, invece, a costo zero, si potrebbe avere un impianto con area verde fruibile e sicuro». oL.CO.COPYRIGHT

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