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Calmasino

Damiano, fatto nascere da mamma e papà al telefono col 118: «Usciva la testa, non c'era più tempo»

Damiano con mamma e papà
Damiano con mamma e papà
Damiano con mamma e papà
Damiano con mamma e papà

Mettiamola così: aveva voglia di festeggiare il compleanno della sorella Nicole, cinque anni oggi, così Damiano ha deciso di rompere gli indugi e venire alla luce con largo anticipo rispetto alla data presunta del parto fissata per il 19 settembre. Peccato non abbia avvisato mamma Chiara e papà Mattia che si sono trovati a dover gestire una nascita improvvisa direttamente in casa.

Compito riuscito alla perfezione grazie alle indicazioni giunte via telefono dall’operatore del 118 di Verona. I genitori, entrambi ventinovenni, abitano in via Sambarchi 7, la zona industriale di Calmasino sopra lo stabilimento di bevande di Eugenio Pasqualini, papà di Chiara.

Il nonno e la moglie Emilia vivono nell’appartamento a fianco e sono stati i primi ad essere stati buttati giù dal letto. Il tutto mentre Mattia allertava il 118. Sua moglie aveva doglie troppo forti e il rischio era di non arrivare in tempo all’ospedale di Peschiera che dista dalla frazione di Bardolino una quindicina di chilometri.

«Chiara si è svegliata poco dopo l’una di notte perché aveva rotto le acque. Ho subito chiamato i suoi genitori perché badassero a Nicole mentre noi andavamo all’ospedale, ma mia moglie stava a fatica in piedi e non riusciva a raggiungere l’auto. Allora ho richiesto l’invio di un’ambulanza», racconta Mattia Adami ancora stravolto ma felice. «Nemmeno il tempo di chiudere la comunicazione che Chiara urlando dal bagno, dove si era messa a sedere, mi ha detto che vedeva uscire la testa del nostro bimbo».

«Ho ripreso in mano il telefonino e sollecitato l’invio dell’ ambulanza», continua Adami. «Dall’altra parte del cavo mi hanno detto che non c’era tempo di aspettare e mi hanno guidato nell’aiutare mia moglie a partorire. Avevo il cellulare appoggiato tra l’orecchio e la spalla e ho seguito alla lettera tutte le indicazioni. Chiara è stata bravissima, con due contrazioni ha fatto venire alla luce il nostro Damiano che, piangente, ho avvolto nell’accappatoio di mia figlia Nicole e poi appoggiato sul grembo di mia moglie», continua Mattia poco prima di uscire di casa per tornare in ospedale a far visita al neonato e a Chiara.

«Sta bene, pesa tre chili, è lungo poco meno di cinquanta centimetri. Adesso mi sta calando l’adrenalina vissuta durante la notte e la stanchezza si fa sentire». «Subito dopo il parto», prosegue, «sono arrivate quasi in contemporanea un’auto medica e un’ambulanza infermierizzata che hanno portato mia moglie e il bambino all’ospedale di Peschiera. Io li ho raggiunti, seguito anche da mia mamma Lorella che avevo avvisato prima che la situazione precipitasse. Preso dagli eventi mi sono dimenticato, poverina, di richiamarla».

«I miei suoceri? Erano cosi agitati che ho chiesto loro di stare fuori dalla stanza», racconta. «So che Eugenio è sceso nel piazzale di casa ad aspettare l’ambulanza mentre mia suocera era pronta a intervenire in caso di bisogno. È stato tutto cosi tremendamente veloce che non c’è stato tempo di realizzare cosa stesse succedendo», continua papà Mattia che dopo il ricovero in ospedale di sua moglie, tornato alle sei dall’ospedale, si è cambiato i vestiti ed è andato al lavoro.

«Sono un rappresentate di commercio», spiega, «opero nella ditta di mio suocero e ho preferito non disdire gli appuntamenti che erano già stati già presi. Ma adesso stacco e vado a Peschiera dai miei cari», saluta Mattia che in questo momento di grande felicità non dimentica la tragedia che a poche centinaia di metri dalla sua abitazione ha distrutto l’esistenza di più famiglie. «Sono giorni di dolore e tristezza per l’intera comunità di Calmasino, per tutti noi», commenta a bassa voce mentre si appresta ad andare a far visita al bimbo e a sua moglie»..

Stefano Joppi

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