Vittorio Sgarbi all’attacco dopo che Verona non è stata inserita nelle città in lizza per capitale italiana della cultura 2022: «Hanno lottizzato persino la selezione per la designazione della città “Capitale italiana della Cultura 2022”: le finaliste, tranne L’Aquila, tutte a guida Pd. Un Governo alla frutta. Senza vergogna».
«Il ministro dei beni culturali dovrebbe dimettersi», sottolinea al telefono, alludendo a Dario Franceschini, del Pd. Sgarbi, che sul tema si era sentito in passato anche con il sindaco Federico Sboarina, chiarisce perché a suo dire per una città come Verona è meglio non candidarsi. «L’Europa, per la scelta della capitale europea, come Matera l’anno scorso, ha parametri complessi e validi», dice, «ma l’Italia no. È stato inventato questo “premio di consolazione” come è la capitale italiana, stanziando un milione per il concorso, con una commissione giudicatrice, a cui può partecipare chiunque presentando progetti. Così cittadine come Pieve di Soligo, nel trevigiano, arrivano tra le prime 10 e Verona no. Ma nove su 10 sono a trazione Pd».
Raccoglie in pieno l’assist di Vittorio Sgarbi il sindaco Sboarina. «Delle dieci città selezionate nove sono a guida Pd», dice, «tranne L’Aquila, che ha presentato un buon dossier, ma che è importante far rinascere e tutti lo vogliamo. Vedere poi che tutti i capoluoghi di provincia come Verona, Pisa, Arezzo, Isernia e grandi centri come Castellamare o Vigevano, amministrati dal centrodestra, sono fuori, beh fa riflettere. Se la capitale della cultura deve essere appannaggio del Pd, bastava saperlo...». (Enrico Giardini)
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IL DOSSIER SENZA SALGARI
Mano sul cappello, in segno di saluto per chi entra alla biblioteca Civica. O forse questa volta per dire “ciao Verona, io ci sono”. Nel dossier per candidarsi a Capitale della Cultura italiana 2022, la città dove Emilio Salgari è cresciuto e ha lavorato, si è dimenticata di citare proprio lui, lo scrittore veronese nato nel 1862, redattore del nostro giornale ma sopratutto uno dei più grandi scrittori di avventure , di Sandokan e delle Tigri della Malesia. Le sue opere sono state tradotte in tutto il mondo, ogni anno vengono organizzati concorsi in suo nome, ma nel dossier tra i personaggi illustri, non si fa nessun riferimento all’uomo che giace al Cimitero Monumentale dal 1911. (Anna Perlini)