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L'ordinanza del sindaco di Angiari

«Sporcano e creano problemi ai ciclisti. Qui non si pascolano più greggi»

Il sindaco Puliafito e un gregge di pecore in transito in riva all’Adige
Il sindaco Puliafito e un gregge di pecore in transito in riva all’Adige
Il sindaco Puliafito e un gregge di pecore in transito in riva all’Adige
Il sindaco Puliafito e un gregge di pecore in transito in riva all’Adige

«Io sono il sindaco della gente e come tale voglio tutelare la salute dei miei compaesani». Così Antonino Puliafito, 59enne primo cittadino di Angiari, giustifica l’ordinanza, firmata qualche giorno fa, con cui vieta il transito ed il pascolo a greggi e armenti sull’argine e nella golena dell’Adige ricadenti sotto il suo Comune.

Ha lo scopo infatti di salvaguardare la salute umana, ma anche l’habitat naturale della sponda destra del secondo fiume d’Italia, il provvedimento con cui il sindaco, da qui a fine anno, ha imposto il divieto nella fascia, lunga cinque chilometri e larga fino a 200 metri, che va dal confine con Roverchiara a quello con Legnago.

Tale itinerario, è bene ricordarlo, viene preferito dai pastori perché evita loro di passare con le greggi lungo le strade trafficate della zona. Ma, allo stesso tempo, ospita una pista ciclabile tra le più utilizzate da biciclette e pedoni: quella che corre lungo tutta la sponda destra dell’Adige, da Verona al confine con il Rodigino.

Il provvedimento anti-pascolo è solo una delle ultime azioni forti del primo cittadino - luogotenente dei carabinieri in congedo, a capo del Nucleo operativo e Radiomobile di Legnago dal 1998 al 2013 – dal giorno in cui è stato eletto, nel maggio del 2019, con una civica a trazione leghista.

Tra le ordinanze firmate dal sindaco negli ultimi due anni e mezzo, vi sono quella per la messa in sicurezza del campanile, che ha portato ad un confronto con la Curia pur senza prese di posizione da entrambe le parti. Ma anche quella contro il passaggio dei camion in via Motta, che ha fatto scoppiare invece lo scorso anno una «guerra diplomatica» con la confinante Legnago sotto cui ricade un tratto della strada.

Il nodo del contendere, ancora in sospeso, riguarda la competenza sull’ampliamento della carreggiata per ragioni di sicurezza. Riguardo all’ultima misura salva-argine, a spingere Puliafito a prendere una decisione così drastica ha contribuito il passaggio di un gregge negli ultimi giorni di dicembre.

In tale occasione, il sindaco ha «pizzicato», riferendo poi il fatto al servizio Veterinario dell’Ulss 9 Scaligera, un pastore che con le proprie pecore non solo transitava, ma sostava anche per più notti in aree non ricomprese nell’autorizzazione rilasciata all’allevatore. Pertanto, Puliafito ha inteso vietare il passaggio di ovini, caprini ma anche di altro tipo di bestiame, su quella fascia che è sempre più frequentata da persone a piedi e ciclisti.

«Negli ultimi anni», evidenzia il sindaco, «nel nostro territorio hanno circolato, ma anche sostato, alcune greggi di ovini e armenti i cui proprietari hanno utilizzato la tecnica del pascolo vagante senza avere nella materiale disponibilità alcun terreno adatto e sufficiente ad alimentare gli animali». «Nel tempo», prosegue, «sono giunte segnalazioni e lamentele da parte dei cittadini, a causa del continuo passaggio di greggi lungo la ciclopedonale dell’Adige. Tale presenza, mal tollerata dai numerosissimi fruitori della pista ciclabile, causa problemi di natura igienico-sanitaria generati dagli escrementi disseminati dagli animali, oltre a provocare altre criticità a fronte delle malattie potenzialmente trasmissibili ad altri animali selvatici e da allevamento lungo il percorso».

«Il nostro Comune», puntualizza il sindaco, «è interessato annualmente dal transito o dal pascolo di cinque diversi greggi, per un totale di seimila capi ovini». «Sull’argine e nella golena», precisa Puliafito, «da luglio 2009 è vietata l’attività di caccia e da allora si è registrato un incremento di fauna selvatica. Il passaggio incontrollato di greggi e bestiame, di conseguenza, non solo altera l’ecosistema vegetativo, ma addirittura distrugge rifugi, nidi e uova».

Tornando al provvedimento salva-argine, i trasgressori rischieranno una multa da 100 a 500 euro, oltre all’eventuale denuncia per la violazione degli articoli del codice civile e penale. L’ordinanza ha già scatenato le critiche dell’opposizione. «Non solo», rimarca il consigliere Nicola Speltra, «il sindaco è riuscito a fare arrabbiare pure i pastori, ma la misura è già stata criticata con forza da esponenti politici e cittadini che, a memoria d’uomo, si ricordano che le greggi sono sempre state autorizzate, in questi periodi, a passare sull’argine»

Fabio Tomelleri

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