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Bovolone

Punto di primo intervento sospeso: ecco quanto era stato detto invece in campagna elettorale

Da sinistra il vicepresidente De Berti, Fiorini e l’assessore Lanzarin
Da sinistra il vicepresidente De Berti, Fiorini e l’assessore Lanzarin
Da sinistra il vicepresidente De Berti, Fiorini e l’assessore Lanzarin
Da sinistra il vicepresidente De Berti, Fiorini e l’assessore Lanzarin

Il «depotenziamento» del Punto di primo intervento dell'ospedale «San Biagio» di Bovolone - la cui attività sarà sospesa da oggi e convertita in un «ambulatorio infermieristico» attivo sei ore giornaliere per cinque giorni a settimana - fa molto discutere nella cittadina del mobile. Anche perché tale presidio garantisce la copertura nella vasta fascia mediana della Bassa. Eppure le rassicurazioni che venivano dalle autorità regionali appena un mese fa - e che sono confermate dal video girato nell’occasione postato su Facebook - erano di tutt’altro tenore.

 

 

 

 

Il 27 settembre, alla vigilia delle amministrative, vinte al ballottaggio dal «civico» Orfeo Pozzani, proprio accanto al gazebo elettorale di Silvia Fiorini - la sfidante di Pozzani al ballottaggio appoggiata da tutto il centrodestra - Emanuela Lanzarin, assessore leghista alla Sanità, affiancata dalla collega vicepresidente della Giunta regionale, Elisa De Berti, dal consigliere regionale Filippo Rigo e dall'ex senatore Federico Bricolo, aveva assicurato: «La programmazione sanitaria basata sulle schede ospedaliere (per Bovolone prevedono un Punto di primo intervento aperto 24 ore su 24, ndr) è stata studiata per mantenere i presidi sanitari un po' dappertutto, qui a Bovolone come a Legnago».

«È chiaro», aveva aggiunto Lanzarin, «che le schede risalgono al 2019 mentre, all'inizio del 2020, è arrivata la pandemia ed i programmi, di fatto, si sono fermati». «Però», aveva assicurato l'assessore, «state tranquilli, perché quella è la programmazione che intendiamo attuare fino in fondo». Lanzarin aveva poi parlato di carenze di personale, senza tuttavia mai accennare alla possibile sospensione del servizio per le emergenze di Bovolone, attribuita dal dg dell'Ulss 9 Pietro Girardi al recente concorso per medici di Pronto soccorso andato deserto. Le stesse parole dell'assessore potevano comunque far intuire l'eventuale «flop» nel reclutamento di nuovi dottori. «È chiaro», aveva infatti sottolineato Lanzarin, «che il problema di oggi è la carenza di personale, quindi molte volte si vuole attivare l'unità prevista o un primariato ma non sempre si trovano gli addetti necessari». «Per questo», aveva assicurato, «si sta lavorando a livello nazionale per cambiare le regole affinché si risolvano i problemi localmente». 

Fabio Tomelleri

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