<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
La richiesta

L’appello degli studenti: «Servono sportelli psicologici»

Le associazioni chiedono più attenzione per il disagio. «Risorse e personale sono gravemente insufficienti»
Il sostegno: dalla Rete degli studenti la richiesta di sportelli psicologici
Il sostegno: dalla Rete degli studenti la richiesta di sportelli psicologici
Il sostegno: dalla Rete degli studenti la richiesta di sportelli psicologici
Il sostegno: dalla Rete degli studenti la richiesta di sportelli psicologici

Una buona pagella non fa rima con una vita serena. Anzi: «Accade non di rado che proprio la pressione per raggiungere un determinato standard scolastico peggiori la situazione di chi già vive uno stato di fragilità e debolezza». Per Riccardo Bortoli, referente della Rete degli studenti medi del Veneto - che fino allo scorso anno frequentava proprio il liceo Quadri - quanto accaduto martedì sera è una tragedia che impone una riflessione da parte di tutti. Istituzioni in primis. «Abbiamo notato che ciò che si dice, il più delle volte, è che “andava tutto bene”, “non c’erano problemi” e ciò è sintomo di una scarsa sensibilità verso il benessere psicologico delle persone» osserva Bortoli. «Purtroppo si tende a non accorgersi della sofferenza psicologica, che passa in secondo piano rispetto ai problemi fisici», prosegue Bortoli. Ecco perché, come Rete degli studenti e Unione degli Universitari, già lo scorso anno era stata lanciata la campagna “Chiedimi come sto”.

Leggi anche
«Il gap generazionale è enorme, come se adulti e ragazzi parlassero lingue diverse. Bisogna scavare nelle loro parole»

Il sondaggio

Un sondaggio che, in poco più di un mese, aveva ottenuto 30 mila adesioni e che ha dato vita alla proposta di legge, presentata ieri alla Camera da Rete Studenti e Unione Universitari, per l’istituzione di un presidio psicologico in ogni scuola e università italiana. «Gli sportelli d’ascolto che ci sono in alcune scuole non sono sufficienti, serve un servizio psicologico strutturato, ma servono anche investimenti sui consultori - conclude Bortoli - il benessere psicologico dev’essere pubblico e garantito, come per il medico di base». Soprattutto perché in troppi rischiano di non potersi accollare il costo della terapia, come evidenzia Anna Tomasi, coordinatrice della Rete degli studenti Medi vicentini e studentessa al liceo Fogazzaro: «I costi di uno specialista privato sono spesso proibitivi, eppure lo psicologo è l’unico che può rendersi conto dei campanelli d’allarme». Segnali difficili da decifrare. «Il disagio può essere davvero velato - conferma la studentessa - tante volte si dice che un ragazzo è chiuso, solitario e invece magari cova qualcosa di inimmaginabile perfino per chi lo conosce e gli sta accanto». Introspezione, insomma, «non vuol dire che si stia bene, specie dopo gli anni del Covid, che hanno avuto un grosso impatto sullo sviluppo adolescenziale, perché hanno tolto una parte di socialità in una fase della vita cruciale». Di qui la decisione della Rete e degli Universitari di accelerare sull’introduzione dello psicologo scolastico.

Leggi anche
Vola dal palazzo e muore a 16 anni: sotto sequestro il pc

Una proposta di legge

«La proposta di legge - spiega Camilla Velotta, dell’esecutivo nazionale della Rete - punta a istituire, regolare e finanziare un servizio di assistenza psicologica, psicoterapeutica e di counseling scolastico, che possa basarsi su personale professionista e interfacciarsi con il servizio sanitario territoriale assicurando la presa in carico degli studenti che ne avessero bisogno. Oggi molte scuole e università offrono un servizio psicologico, ma le risorse economiche e il personale a disposizione sono gravemente insufficienti: noi chiediamo che lo Stato investa almeno cento milioni di euro all’anno per arruolare sul territorio dei team multidisciplinari di professionisti, le cui competenze devono garantire l’assistenza in relazione alle necessità specifiche degli studenti».

Leggi anche
Il dramma di via Adenauer. La priorità è comprendere il mondo stravolto

I team presenti nelle scuole dovranno offrire momenti di ascolto, orientamento e supporto individuale; supporteranno inoltre il benessere degli alunni e del personale scolastico (con attenzione particolare a casi di disturbi alimentari, disforia di genere, dipendenze, bullismo e cyberbullismo).

 

Giulia Armeni

Suggerimenti