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«Quantità eccezionale e rarissima»

L'ESPERTO. Sono scesi 25 cm tra Pacengo e Punta San Vigilio a causa dello scontro tra l'aria fredda e il calore del lago

Il fenomeno limitato ad un'area di 15 chilometri Altrove, nei Comuni vicini sono caduti 2-3 centimetri
Sono scesi 20-25 cm di neve a Bardolino, come dimostra la foto
Sono scesi 20-25 cm di neve a Bardolino, come dimostra la foto
Sono scesi 20-25 cm di neve a Bardolino, come dimostra la foto
Sono scesi 20-25 cm di neve a Bardolino, come dimostra la foto

Imprevista, imprevedibile, eccezionale e rarissima in queste quantità.
A Bardolino e a Garda una nevicata come quella avvenuta nella notte tra sabato e domenica non se la ricorda praticamente nessuno. Parlano i numeri: domenica a mezzogiorno, al termine di una straordinaria precipitazione nevosa, sulle panchine del lungolago si misuravano tra 20 e 25 centimetri di manto bianco. Quantitativi indubbiamente importanti: la stranezza sta nel fatto che a pochi chilometri di distanza in tutte le direzioni ne erano scesi durante la notte al massimo due o tre. Esattamente come a Peschiera, 12 chilometri a sud.
Si è trattato insomma di un fenomeno estremamente circoscritto e limitato ad un'area di appena 15 chilometri tra Pacengo e Punta San Vigilio. Nevicata mediocre anche nel bresciano, dove gli accumuli non hanno superato i 6-8 centimetri nella zona di Sirmione e Desenzano.
L'entità dell'inedita nevicata benacense è palese se paragonata a quella delle vicine località moreniche attorno alle 11 di domenica mattina. A Sega di Cavaion nulla lasciava presagire infatti la maxinevicata da poco terminata sul Garda. I primi accumuli di rilievo erano visibili a Ronchi e Piovezzano (8 centimetri) e diventavano nettamente più abbondanti a Calmasino (15 centimetri).
Ma perché tante differenze in così pochi chilometri e per di più senza una vera perturbazione in transito sul nord Italia? Il fenomeno è da ricondurre innanzitutto al grande contrasto fra l'aria fredda presente sopra di noi in questi giorni (circa -15° a 1.500 metri di quota) e il calore latente conservato dalle acque del lago. Sabato sera si è così creata una ristrettissima zona di bassa pressione relativa proprio al di sopra del basso Garda che ha dato vita a precipitazioni da subito nettamente più abbondanti che altrove. In seguito il fenomeno si è sostanzialmente autoalimentato per molte ore senza spostarsi minimamente in alcuna direzione: la discesa dell'aria fredda verso il basso creava così veri e propri moti convettivi alimentati fra l'altro dall'umidità della precipitazione stessa.
Qualcuno ha paragonato quanto accaduto sulle rive del Benaco al fenomeno generato dall'arrivo dell'aria canadese sul Lago Michigan come sugli altri Grandi laghi del Nord America, noto con il nome di «snow lake effect». Sul Garda è accaduto effettivamente accaduto qualcosa di simile: in pratica, l'aria fredda ha interagito dove ha trovato un suolo più caldo e umido, ignorando le zone circostanti.

Alessandro Azzoni

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