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Time out

Elena ci ha insegnato a costruire una famiglia anche fuori dalle mura di casa

Il ricordo di Elena Bazerla, super tifosa del Bardolino, morta a 50 anni
Elena Bazerla con due giocatori del Bardolino
Elena Bazerla con due giocatori del Bardolino
Elena Bazerla con due giocatori del Bardolino
Elena Bazerla con due giocatori del Bardolino

La grandezza di Elena stava nelle piccole cose. Il sorriso di Elena era contagioso. La presenza di Elena era magnetica. Elena Bazerla se n’è andata nel sonno a 50 anni. Il vuoto iniziale può essere minimamente colmato dal ricordo e dal suo lascito emozionale. Prima tifosa del Bardolino. Una “macchina da guerra” nel raccogliere schede per i suoi ragazzi nella corsa al Pallone d’Oro ideato dal nostro giornale.

Oggi, tra le tante proposte destinate ad omaggiare Elena, c’è anche quella di intitolare il campo sportivo di Bardolino.

Sarebbe gesto delicato ed elegante. Associare in maniera indissolubile il club lacustre ad Elena, in questo momento di profondo dolore, potrebbe essere la cosa più giusta da fare.

Elena aveva una fede (calcistica) ma metteva tutti d’accordo. Per il suo modo di costruire, condividere, coinvolgere era unica.

La torta per il suo 51esimo compleanno, che non ha mai potuto tagliare, è ultimo regalo ideale da condividere non solo con gli amici di Bardolino che in maniera composta la piangono. La maglia che le era stata regalata, blu con il numero uno e la fascia da capitano, è stata esposta domenica scorsa. Un ricordo tangibile, anche se Elena resterà ricordo emotivo per tutti.

Ci ha insegnato, senza la pretesa di insegnare, di come sia assolutamente facile creare un diffuso senso di famiglia anche fuori dalle mura di casa. Ci resta il suo sorriso. Profondo, più profondo di quanto si possa immaginare.

 

Simone Antolini

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