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L'analisi

Le quattro mosse di una rimonta incredibile

di Luca Mantovani

A quattro giornate dalla fine del campionato l'Hellas è "virtualmente" salvo. Quartultimo posto in classifica, tre punti di vantaggio sullo Spezia terzultimo, a un punto dal Lecce quintultimo. Serve l'ultimo sforzo, questo è chiaro, meglio lasciare le bollicine in frigo, i calici nella  credenza e rimandare i brindisi al 4 giugno ma non si può negare che i gialloblù stanno perfezionando una grande, grandissima impresa.

Ora Faraoni e compagni hanno il destino nelle loro mani, non devono più pensare ai risultati degli altri campi, alle combinazioni delle rivali, alle gare "strane" che caratterizzano le fasi finali della Serie A. Potrebbero bastare sei punti - sfruttando il fattore Bentegodi con Torino ed Empoli - ovviamente senza abbassare il livello di concentrazione, con i riflettori sempre accesi sulle rivali Spezia e Lecce.

I liguri dovranno affrontare il Milan in casa, i pugliesi la Lazio all'Olimpico prima dello scontro diretto fra dieci giorni allo stadio di Via del Mare. Una delle due potrebbe restare a terra e per il Verona sarebbe una vera e propria boccata d'ossigeno, pronto a gustarsi i frutti di un mezzo miracolo.

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Una rimonta che ha dell'incredibile, nata nella pausa invernale, grazie alla "regia" di Sean Sogliano che ha ridato energia al gruppo e rivitalizzato uno spogliatoio già "morto" dopo la batosta casalinga con lo Spezia a metà dicembre. Poi sono arrivate le mosse di Zaffaroni e Bocchetti in panchina che hanno concentrato in quattro punti la rivoluzione tattica. Finalmente sono stati cancellati dalla lavagna del Paradiso - il centro sportivo dove si allenano i gialloblù - gli schemi tanto cari a Juric e Tudor, così sono spariti anche i fantasmi di due allenatori che, pur avendo dato tantissimo al Verona, avevano lasciato un'influenza negativa nell'ambiente gialloblù, soprattutto dal punto di vista psicologico.

Un modello di gioco più flessibile, più coperto, più equilibrato, soprattutto più umile. Una squadra consapevole delle proprie caratteristiche positive ma soprattutto dei propri limiti, quello che non avevano capito il diesse Marroccu e mister Cioffi, convinti di poter giocare con presunzione dopo aver costruito un organico "troppo povero" tecnicamente. A parte le scoppole con Fiorentina e Inter - ci può stare quando hai l'acqua alla gola e non puoi sbagliare nulla - l'Hellas ha ritrovato solidità difensiva con un Hien praticamente impeccabile giocando a tre, a quattro o a cinque dietro.

In secondo luogo Zaffaroni & Bocchetti hanno puntato su un centrocampo "muscolare" con Tameze, Duda e nelle ultime partite Abildgaard più attenti a difendere che attaccare, capaci di recuperare palloni, coprire e rompere il ritmo degli avversari. Veloso è diventato il "terzo allenatore", in campo e fuori, punto di riferimento nello spogliatoio, centellinando le proprie presenze è diventato determinante quando è stato chiamato in causa, ha confermato visione di gioco e geometrie illuminanti.

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Importantissimo anche il recupero di due pedine fondamentali: Verdi in avanti e Magnani in difesa, giocatori che erano ai margini del progetto tecnico e tattico dell'Hellas modello 2022. Il fantasista, ex Salernitana, ha messo lo zampino nelle partite più delicate con invenzioni da giocatore di classe, il granatiere di Correggio si è confermato la spalla ideale di Hien, poche amnesie e tanta concretezza, soprattutto contro i grandi attaccanti del campionato. In grande spolvero anche Montipò, il portiere aveva mostrato qualche incertezza nel periodo negativo delle dieci sconfitte consecutive ma nel 2023 ha confermato tutto il suo talento e anche il ct azzurro Mancini sta monitorando il numero uno gialloblù per un'ipotetica convocazione in Nazionale.

Infine Milan Djuric là davanti, una pedina necessaria al gioco del nuovo Verona. Non è bello da vedere e non ha i piedi di Totti o di Baggio ma non molla un pallone, lotta dal primo all'ultimo secondo e fa a sportellate con tutti i difensori che si trovano nei suoi paraggi. Senza dimenticare che, nei momenti di difficoltà, la difesa può rilanciare la palla in avanti, senza pensarci più di tanto,  e lui sa difenderla e proteggerla grazie alle sue notevoli doti fisiche. Se facesse qualche gol in più sarebbe il massimo ma non si può pretendere troppo. Per la salvezza potrebbe bastare così....     

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