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Bollicine gialloblù

Alla fine la delusione è gialloblù

Verona-Juve
Verona-Juve
Verona-Juve
Verona-Juve

Una grande impresa? Sicuramente. Un punto d’oro? Ovvio. Una scossa a tutto l’ambiente? Certo. Ma è meglio lanciare subito un messaggio a chi non ha visto la partita in diretta oppure a chi l’ha ascoltata alla radio: alla fine la delusione è solo gialloblù.

La Juve deve ringraziare un paio di sbavature difensive del Verona se torna a casa con un punto. Una vera lezione di gioco di Baroni ad Allegri che ha in mano una Ferrari ma si limita a qualche «doppietta» come si faceva con le Cinquecento negli Anni Sessanta e quando può mette la retromarcia.

Chi si aspettava l’arrembaggio della Vecchia Signora che ha la rosa più pagata d’Italia - e un debito di 700 milioni di euro e questa nell’economia reale si potrebbe chiamare concorrenza sleale - è sicuramente rimasto deluso da quello che ha visto al Bentegodi. Gli ex campioni d’Italia venivano da due sconfitte consecutive e la sfida con il malcapitato Verona poteva diventare l’occasione giusta per riscattarsi.

Invece Baroni ha tenuto fede a quello che aveva detto presentando la partita. «Andremo a giocarcela». E così ha fatto. Sempre in pressione, intensità e ritmo per tutta la gara, orgoglio e determinazione. Se poi Folorunsho regala un gol da cineteca e Noslin una perla da attaccante di razza tutto diventa più facile. Senza le «ciaciuate» e le «kabalate» - due errori individuali di Tchatchoua e Cabal - L’Hellas avrebbe portato a casa tre punti. Meritatamente. Ma ci sta anche un pari così nella via che porta alla salvezza.

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Luca Mantovani

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