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Telegrafo, la cima che non ti stufa mai

Sul sentiero per il Telegrafo che si affaccia su Novezza (Mafrici)
Sul sentiero per il Telegrafo che si affaccia su Novezza (Mafrici)
Cima Telegrafo (Mafrici)

Sempre bello tornare sul Baldo, e in autunno è difficile rimanere delusi da questa montagna-catena, unica per collocazione, morfologia e dislivello, visto che si stacca dal lago di Garda, a 65 metri sul livello del mare, e arriva a superare i 2.200 metri. E mica scherza anche dalla Val d’Adige.

Insomma, se si evitano le giornate con il «cappello», le creste del Baldo ti regalano panorami eccezionali a costo zero. E ci si arriva a piedi e in bicicletta almeno fino all’inizio dell’inverno. Attenzione: con tanta neve il Baldo dismette gli abiti di montagna facile, per tutti, e diventa un ambiente anche severo, da non prendere sottogamba, diciamo dal passo del Camino in avanti, con i suoi canaloni, le sue creste e i suoi ripidi versanti.

Fatta questa necessaria premessa, visto che la neve è già arrivata, vi racconto il percorso che faccio io, uno dei tanti itinerari che salgono sulla cresta principale. Partenza da malga Valfredda, che si raggiunge da Spiazzi per malga Ime. Siamo a poco più di 1.300 metri: da qui parte il bel sentiero Ottaviani, che sale ripido fino a sbucare sulla Bocchetta di Naole, a 1.688 metri, dove il panorama in un attimo diventa immenso.

Non ci si stanca mai di guardare! Si va a destra per cresta o lungo la stradina poco sotto fino al ripiano che ospita il rifugio Fiori del Baldo (1.816 m), bellissimo balcone sul lago e il versante atesino. Un nuovo strappo ci porta a quota 1.900 sul filo della cresta, al rifugio Chierego, punto panoramico ineguagliabile. Da qui tre possibilità: a destra un sentierino su prato un po’ esposto traversa sotto la cima Costabella, che si può anche affrontare direttamente (scelta consigliata), oppure andare a sinistra fino a incrociare la strada, che diventa mulattiera e prosegue con splendida vista sul lago fino al Coal Santo (1.980 m) dove i tre percorsi si congiungono.

Sul sentiero fino al passo del Camino si è normalmente accompagnati dagli sguardi - sempre meno diffidenti - di decine di camosci, che hanno messo su casa lungo questo tratto della cresta e si fanno anche fotografare, quasi fossero pagati dall’azienda di soggiorno. Il passo del Camino (2.128 m) è il punto di svolta: questo intaglio ci porta dai pratoni del versante di Costabella alle rocce e alle guglie calcaree del versante che si affaccia su Novezza.

Il paesaggio cambia, diventa ancora più suggestivo. Breve discesa e poi comincia la traversata che, con affacci sul primo dei numerosi circhi glaciali del Baldo, ci porta verso il Telegrafo. Con la neve è opportuno evitare la scorciatoia a sinistra. Si allunga un po’ ma il tracciato è agevole, e quando ci si affaccia sul vallone Osanna, spettacolare ma anche a rischio valanghe, non si può non notare la teleferica, sotto la quale il sentiero sale a sinistra fino a scollinare di nuovo verso il lago, con il rifugio Barana davanti a noi e la Cima Telegrafo (2.200 m), che si raggiunge in pochi minuti.

Quassù a luglio la fioritura delle stelle alpine è uno spettacolo assoluto, e non ci sono Dolomiti che tengano. Inutile dire che il panorama dalla vetta è grandioso, anche se limitato verso nord dalla Valdritta, la cima più elevata della catena con i suoi 2.218 metri, che si può raggiungere in un’oretta di cammino sul sentiero delle creste, sempre in compagnia dei camosci. Sentiero che prosegue toccando tutte le cime del Baldo fino alla Colma di Malcesine. Un trekking eccezionale che, volendo, si può prolungare fino al monte Altissimo di Nago, con discesa a Bocca Navene (due giorni).

Chi si «accontenta» del Telegrafo può comunque ritenersi più che soddisfatto! Sui panorami non voglio eccedere in aggettivi, e mi limito a dire che sono grandiosi (anche se non si tratta del punto di osservazione migliore). Il ritorno avviene sulla via di salita. Personalmente, giunti al Coal Santo, preferisco la mulattiera che aggira la Costabella a destra e si affaccia sul lago lungo il versante di Prada, offrendo una passeggiata indimenticabile.

IN BICI. Il Baldo è un parco giochi per la mountain bike, e la sistemazione (finalmente) della strada che sale dalle Due Pozze, sopra Prada, ha reso l’accesso meno disagevole rispetto al passato. E infatti d’estate i biker sono dovunque. Per arrivare sui pedali al Chierego si può partire anche da malga Valfredda, passando per il Forte di Naole. Per chi è allenato - ma anche motivato ed esperto, con bici rigorosamente full -, consiglio la partenza da Caprino, asfalto fino ai Lumini, poi all’altezza di un agriturismo si svolta a destra e si sale verso le Due Pozze (segnalazioni) su sterrato e prati (qualche tratto a spinta), passando per malga Zocchi.

Dal parcheggio delle Due Pozze si prosegue senza possibilità di errore sulla strada che risale fino al bivio per Naole. Si tiene la sinistra e si arriva ai Fiori del Baldo. Duro strappo fino al Chierego e poi, a spinta o con bici a spalla, fino alla panoramica cima Costabella. La discesa, infinita (2.000 metri di dislivello), inizia sul sentiero 658 appena percorso, che tiene la cresta fino alla Bocchetta di Naole, poi si prende il mitico sentiero 662 che scende nell’erboso vallone sotto il Forte di Naole (attenti alle tane delle marmotte!), che porta verso i Colonei di Pesina. Noi però ad un certo punto risaliamo a destra (segnalazioni) sbucando di nuovo sul versante a lago sopra malga Zocchi. Si riprende il 662 a sinistra, ma da qui in avanti il sentiero diventa decisamente tecnico e, su prati e bosco, ci porta sopra Braga. Si tiene la destra (segnalazioni per Caprino) fino ad arrivare nella piazza del paese (scalinata). Spettacolare davvero. Inevitabile il birrone finale!

claudio.mafrici@larena.it

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