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Bici e monti

Passo Nota, il paradiso dei biker

Passo Nota, paradiso dei biker

Quella da Vesio di Tremosine a passo Nota è sicuramente una delle più classiche salite in bicicletta del lago di Garda, molto apprezzata da stradisti e e-biker, visto che fino al passo è tutta asfaltata, ma è anche aperta alle auto e quindi da evitare nei giorni festivi. Negli ultimi tempi è stata scoperta anche da chi usa la gravel, che in discesa può così inseguire i biker, da sempre i “padroni” di passo Nota, che invece faticano in salita con le ruote grasse delle loro mountain bike, mentre si possono scatenare sulla strada militare che scende a Piazzale Angelini (dove in genere si parcheggia). Una discesa davvero splendida, con gallerie e passaggi fra le rocce particolarmente suggestivi.

Passo Nota è in una posizione strategica, e lo sapevano bene i militari durante la Grande guerra. Da questo incrocio a 1.200 metri di quota si può infatti salire al mitico passo Tremalzo, oppure puntare verso la Bocca dei Fortini e, da lì, scendere verso il lago di Garda passando dalla Baita Segala e da passo Guil, oppure a sinistra tuffarsi fino al lago di Ledro. Tutto l’alto lago fra le province di Brescia e Trento è speciale per chi ama la bicicletta: qui oltre un secolo fa passava il confine fra il Regno l’Italia e l’impero austroungarico, presidiato con una fitta rete di tracciati militari su entrambi i lati del crinale, e rappresenta oggi un eccezionale «parco giochi» per gli appassionati della mountain bike, con itinerari bellissimi e sorprendenti, panoramici, indimenticabili. Il boom delle e-bike ha reso a volte un po’ troppo trafficati molti di questi percorsi, in particolare quello per il Tremalzo, mentre la costiera della Corna Vecchia, conosciuta come strada Angelini, è comunque godibile praticamente tutto l’anno. Anche se non si hanno grandi mezzi (fisici e meccanici), ci si può divertire alla grande. Ripeto, questa zona è un vero eldorado della mtb, e si possono collegare itinerari anche da Tignale, da Ledro o da Riva (dico solo un nome: la Ponale). Come se non bastasse, c’è ancora spazio per la scoperta, come dimostra un nuovo e pressoché sconosciuto percorso che prima o poi racconterò.

Io, da biker, non ho mai amato particolarmente la salita da Vesio a Passo Nota che invece, prima della nascita del Parco naturale e della successiva asfaltatura, costituiva un bel banco di prova per chi aveva una moto da enduro. Resta sicuramente la via più comoda per guadagnare quota e gestire l’anello ciclistico in una mezza giornata.

L’ideale è parcheggiare nel piazzale Angelini di Vesio (626 m), che troviamo leggermente sopra il paese (fontana). Da qui si va a sinistra a prendere la strada asfaltata che costeggia l’antico alveo del lago di Bondo e ne percorre la bella valle. Il primo tratto è in leggera discesa e in piano, poi quando la valle si restringe si comincia a salire (località Nalbo). Da Vesio al passo sono quasi 10 chilometri di ascesa per 600 metri di dislivello, piuttosto regolari essendo una strada militare, con numerosi tratti più ripidi ma sempre ben pedalabili. Unico fastidio i canali per lo scolo delle acque, mentre il paesaggio è sempre molto suggestivo, con pareti rocciose che si alternano al bosco, che prende il sopravvento nella parte alta. I numerosi tornanti permettono di prendere fiato fino a quando, sulla sinistra, si intravede il rifugio degli alpini. È fatta. Un ultimo sforzo e si raggiunge il bivio con un maestoso faggio, che precede il pianoro del passo (1.206 m), dove è d’obbligo una sosta. Al bivio, a sinistra si può proseguire verso il passo Tremalzo, ma in salita la strada ghiaiosa nel primo tratto non è il massimo per un muscolare. Più sopra la stradina diventa invece semplicemente spettacolare, direi unica, e non a caso il Tremalzo (1.700 m), con la lunga galleria che perfora il Corno della Marogna (quota massima 1.832 m), è un mito per tutti i biker, in particolare quelli tedeschi. Diciamo che questo tratto è più frequentato in discesa.

La salita migliore al Tremalzo non è però da passo Nota, ma dalla valle di San Michele, un chilometro fuori Vesio. Un percorso che dopo una partenza in discesa, alterna una durissima salita a un lungo traverso che passa ai piedi di una fotografatissima cascata, per poi tornare ad impennarsi prima del tratto finale, molto più tranquillo.

Ma torniamo al passo Nota. Dopo una pausa si imbocca il sentiero 106, che è poi la strada militare Angelini. Proseguendo diritti si arriva invece alla Bocca del Fortini e a Baita Segala. Il nostro tracciato pianeggia verso destra nel bosco e poi riprende a salire un po’ ma senza strappi, guadagnando circa 150 metri di dislivello. Si supera il bivio per passo Bestana, si prosegue ancora in salita sotto il monte Traversole e poi, prima della Corna Vecchia, inizia la discesa. Il crinale è vicinissimo e, volendo, con una piccola fatica si può andare ad affacciarsi sul lago di Garda. Seguendo la vecchia strada Angelini, stretta in più punti ma sempre molto evidente, si affronta un percorso bellissimo e non particolarmente tecnico, di grande soddisfazione, che attraversa una serie di gallerie (attenzione ad eventuali escursionisti) e che invoglia a mollare i freni. La mulattiera segue l’andamento della montagna, regalando bellissimi scorci verso la sottostante Val di Bondo, molto meno verso il lago), con i crinali del monte Caplone sempre in bella evidenza.

Nella parte finale, ai piedi della Cima dei Sospiri e delle Dalvre, la stradina si allarga e scende a tornanti nel bosco fino al piazzale sopra Vesio, dove avevamo lasciato la macchina. Un tour veramente bello e alla portata di quasi tutti i biker enduristi. Invito a fare attenzione, in discesa, sia agli escursionisti che agli e-biker, che a volte percorrono la Angelini anche in salita.

Avviso ai naviganti: dal 29 aprile al 1° maggio a Riva ci sarà il Bike Festival e in quei giorni la zona del passo Nota sarà piuttosto battuta!

Claudio Mafrici

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