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Lago Coldai: ai piedi della parete delle pareti

Torre di Valgrande, Punta Civetta e monte Civetta dalla riva del lago
Torre di Valgrande, Punta Civetta e monte Civetta dalla riva del lago
Lago Coldai

C’è un luogo magico, lungo l’Alta Via 1 delle Dolomiti, che merita una passeggiata, alla portata di tutti: è il lago Coldai, quasi ai piedi dell’immensa parete nord-ovest della Civetta, la famosa «parete delle pareti», alta fino a 1.200 metri, che svetta come un’altissima cattedrale sopra un altro famoso lago, molto più in basso però, quello di Alleghe.

Partenza da Palafavera, nella Val di Zoldo

Al lago Coldai si arriva a piedi, partendo da Palafavera, nella Val di Zoldo, ma si può salire anche passando dal col dei Baldi, raggiungibile sia dai Piani di Pezzè (Alleghe) che da Pescul-Fertazza (Val Fiorentina). Per gli amanti della mountain bike, abituati però anche a spingere e a un po’ di porting, tutti e tre gli accessi sono fattibili e pedalabili fino alla Casera di Pioda (1.816 m), da dove si stacca la mulattiera che sale al rifugio Sonino al Coldai (2.135 m).

Possibile in stagione anche l’utilizzo degli impianti di risalita di Alleghe e Pescul che abbreviano la camminata. La bellezza dei boschi che si attraversano, soprattutto salendo da Alleghe a cima Fertazza e da qui al col dei Baldi, da sola vale l’escursione. Noi partiamo dal rifugio Palavafera (1.525 m, parcheggio), seguendo una stradina che taglia i prati di arrivo delle piste di sci.

In bicicletta è più agevole imboccare la stradina che si stacca a sinistra, appena finita la salita da Pecol, molto più pedalabile del primo tratto del sentiero escursionistico classico, che ha dei tratti ripidi. In ogni caso i due tracciati si ricollegano all’arrivo della seggiovia Le Coste. Si sale quindi lungo la pista di collegamento fra il Col dei Baldi e Palafavera, con pendenza regolare. Si sbuca così dopo una ventina di minuti sui pascoli che precedono la Casera di Pioda.

Le imponenti torri del Civetta e il massiccio monte Pelmo

Il panorama è splendido: davanti a noi le imponenti torri della parete orientale della Civetta, alle nostre spalle domina la scena il re di Zoldo, e cioè il massiccio monte Pelmo. Arrivati alla malga, si prende a sinistra il sentiero 556, che sfrutta la mulattiera che, a tornanti, si alza verso il rifugio Sonino. Il tracciato risale il pendio fra massi e paretine, e poco a poco la vista si allarga sulla Val di Zoldo e i giganteschi contrafforti della Torre di Coldai.

In questo ambiente grandioso quasi non ci si accorge di essere già arrivati al rifugio, costruito nel 1911 (e di proprietà del Cai di Venezia) su un ripiano erboso a balcone sul vallone delle Ziolere e su Pecol. Dal rifugio si prosegue sul sentiero Tivan per un brevissimo tratto, poi si va a destra (segnalazioni) arrivando alla presa d’acqua del rifugio e risalendo poi un canale erboso e terroso, ripido nell’ultimo tratto, fino alla Forcella Coldai (2.191), da dove lo sguardo si affaccia improvvisamente sulla conca che ospita il lago.

Sdraiarsi sulle rive a contemplare la grandezza

Si scende lungo uno dei numerosi sentieri che si abbassano verso il bacino, in questi mesi piuttosto asciutto dopo un lungo periodo siccitoso. Il lago Coldai in ogni caso è davvero suggestivo e invita a sdraiarsi sulle sue rive, sovrastati dalle pareti della Torre di Coldai, della Torre di Alleghe e della Torre di Valgrande. Sopra il passo, volendo, si può salire alla Cima Coldai.

Ma la protagonista è, ovviamente, la nord-ovest della Civetta, il paretone che incombe sul vallone attraversato dall’Alta Via 1 delle Dolomiti. Il passaggio sotto la Civetta è per gli escursionisti sempre un momento speciale perchè qui si percepisce l’imponenza di questa montagna e ci si sente piccoli ammirando le costole rocciose che da Alleghe appaiono come le canne di un colossale organo. Uno spettacolo che toglie il fiato. Piacevole gironzolare sui dossi attorno al lago per cogliere altri scorci suggestivi, immersi in un paesaggio che invita alla contemplazione. Passare la notte quassù in tendina resterà un ricordo indelebile.

È ora di rientrare, ma si può prolungare l'emozione al rifugio Tissi

Il ritorno avviene seguendo il sentiero dell’andata. I tempi: 2 ore da Palafavera al Sonino, e poi un’altra mezz’ora per arrivare al lago. Il dislivello è di circa 700 metri. Volendo, si può prolungare l’escursione lungo l’Alta Via 1 fino al rifugio Tissi (2.262 m), in splendida posizione proprio di fronte alla parete, dove è possibile pernottare.

Dal Tissi, che si raggiunge salendo dal Col Rean, si può rientrare in Val di Zoldo passando per la Sella di Pelsa (1.954 m), scendendo quindi al rifugio Vazzoler (1.714 m, dove termina la tappa dell’Alta Via delle Dolomiti) e da qui rientrare faticosamente verso Palafavera risalendo sotto la spettacolare Torre Trieste e poi alla Forcella delle Sasse, chiudendo il secondo giorno questo anello emozionante attorno alla Civetta lungo il Sentiero Tivan (tratti attrezzati) che riporta al rifugio Sonino. Da qui torna alla macchina. Quest’anno il caldo autunno ha finora permesso una frequentazione tardiva in una zona che di solito è già parzialmente innevata.

Claudio Mafrici
claudio.mafrici@larena.it

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