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Forra del lupo, la trincea ritrovata

Un tratto in discesa fra le pareti della forra del lupo
Un tratto in discesa fra le pareti della forra del lupo
LA FORRA DEL LUPO (MAFRICI)

Le nostre montagne sono un museo a cielo aperto della Grande guerra: dal Garda al Pasubio, sono numerosi gli itinerari che permettono di andare alla scoperta dei luoghi che furono teatro di quella immane tragedia collettiva e che, a distanza di oltre un secolo, continuano a raccontare quella spaventosa pagina della nostra storia.

Alcuni percorsi sono famosi e frequentati, altri meno, altri ancora non dico che siano sconosciuti ma sicuramente sono poco battuti. È il caso della Forra del lupo, l’articolata trincea creata dall’esercito austroungarico sul crinale della Martinella, a balcone sulla valle di Terragnolo, laterale della Val d’Adige, che si allunga da Rovereto al passo della Borcola, al confine con il Vicentino.

Tra la Vallarsa e l'altopiano di Folgaria

Collocata fra la Vallarsa e l’altopiano di Folgaria, non ha mai goduto di particolare attenzione da parte degli escursionisti, poco attirati dai suoi ripidi versanti e dai lunghi itinerari di avvicinamento alle cime (Col Santo, Pasubio, Maggio). Per questo ha mantenuto un’atmosfera da montagna dimenticata (ma non abbandonata, punteggiata com’è di frazioni, ben trentaquattro), che l’ha relegata ai margini del boom turistico che ha investito anche il basso Trentino.

Forse per questo una meraviglia come la Forra del lupo (Wolfsschlucht in tedesco) ha vissuto quasi un secolo di oblio. Solo nel 2014 questa trincea, che corre per quasi cinque chilometri da Serrada al forte del Dosso delle Somme, è stata individuata attraverso i quadri dell’artista del Secessionismo viennese Albin Egger e il diario e le fotografie di Ludwig Fasser: il primo nel 1916 era sul fronte degli altipiani come “pittore di guerra”, mentre il secondo visse nella forra i mesi cruenti della «Strafexpedition». Una scoperta casuale che, grazie al lavoro ancora in corso di un gruppo di volontari, ha permesso di riportare alla luce questo spettacolare itinerario.

La trincea vicina agli impianti eppur dimenticata

Questa lunga premessa è necessaria per inquadrare l’escursione che, se fatta d’inverno, aiuta anche a capire la terribile esistenza di chi in quella forra suo malgrado sopravvisse o morì. L’anello più classico parte da Serrada (località Cogola) e lungo il sentiero 137 percorre la Forra del lupo e raggiunge il Dosso delle Somme (1.670 m), da dove si ritorna lungo il sentiero 136.

Io, con i miei colleghi (Enrico e l’altro Enrico), sono salito da Zencheri di Terragnolo, escursione che permette di conoscere meglio questa valle e aggiunge un po’ di dislivello (non tanto). Si parcheggia sotto la contrada, in un territorio di chiaro insediamento cimbro, e si sale fra le case verso destra lungo il Senter dei Trogari n. 138, un percorso da slitte che veniva usato dai montanari per il trasporto verso valle di quanto prodotto negli alpeggi del soprastante dosso della Martinella, che dà il nome anche alla pista più impegnativa del comprensorio di Folgaria. La trincea corre a poca distanza dagli impianti di risalita, e questo rende ancora più sorprendente l’oblìo in cui era finita.

Si sale con regolarità su fondo sassoso fino alla zona delle ex caserme che ospitavano i soldati (e che sono state demolite), dove si incrocia il sentiero 137 che sale al forte del Dosso delle Somme (Werk Serrada). Salita che noi abbiamo scartato visto che la cima era avvolta dalle nuvole. Vicino a un tabellone informativo, che racconta la dura vita dei montanari nella loro secolare lotta per la sussistenza, si va a sinistra infilandosi quasi subito fra le rocce.

Percorso spettacolare

Superata una baracca e un bivacco privato (chiuso), si entra nella forra vera e propria, che prosegue a saliscendi fra alte pareti di roccia, camminamenti, postazioni di artiglieria, improvvisi affacci sul baratro della falesia lungo la quale la trincea è stata scavata. Una serie di scalinate permette di risalire e discendere lungo la forra fra muri a secco, nidi d’aquila, pareti, ripari in caverna e grandi massi.

Il percorso è davvero spettacolare e l’averlo affrontato sotto una fitta nevicata, se da un lato ha tolto il gusto del panorama, dall’altro ci ha regalato una speciale suggestione. Camminare nella trincea innevata ci ha dato la sensazione di rivivere la vita di quei soldati, costretti a presidiare un fronte tutt’altro che secondario, almeno fino al 1916. Senza possibilità di errore si seguono i segni biancorossi fino a una piccola radura, dove inizia la discesa nel bosco verso Serrada. Il sentiero, sempre abbastanza largo, corre comunque sul bordo della falesia e bisogna prestare un po’ di attenzione, in particolare con il fondo innevato. In alcuni tratti possono essere utili dei ramponcini. Al termine della trincea, a breve distanza da una pista da sci, una croce metallica rende omaggio ai militari austro-ungarici che nella Forra del lupo persero la vita.

Si raggiunge quindi la località Orban, dove si possono vedere alcune postazioni in caverna. Superato un passaggio sotto le rocce con ponticello di legno, vicini ormai a Serrada, si svolta a sinistra seguendo la segnaletica, in ripida discesa in direzione di Zencheri, di nuovo lungo un percorso da slitta a tratti piuttosto scivoloso (utili i bastoncini). L’anello si percorre in circa 4 ore, il dislivello (senza salire al forte) è di poco superiore ai 500 metri.

 

Claudio Mafrici

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