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In Val di Non

Lago di Tret, il richiamo delle foreste

Un posto incantevole, curatissimo, che si raggiunge anche in pieno inverno con gli sci o le ciaspole, ma dà il meglio di sé con i colori dell’autunno.
L'idilliaco lago di Tret o Felixer Weiher
L'idilliaco lago di Tret o Felixer Weiher
Lago di Tret (Mafrici)

Meleti, ma non solo: la trentina Val di Non è uno scrigno di tesori escursionistici a difficoltà zero che attende solo di essere esplorato. Boschi, pascoli, canyon, un lunghissimo e panoramico crinale che si affaccia sulla valle dell’Adige e, dall’altra parte, la dimenticata Catena delle Maddalene, che regala a piene mani vette e traversate facili, molto spesso in cresta, dove si cammina in piena solitudine anche in luglio e agosto. E poi le estreme propaggini delle Dolomiti di Brenta, con il Gruppo della Campa e la Cima di Santa Maria. E come dimenticare il celebre lago di Tovel?

L’assenza dello sci alpino e di impianti di risalita (fa eccezione la piccola area della Mendola) non ha impedito di sviluppare un turismo di prossimità che, grazie all’autostrada del Brennero e alla variante in galleria che aggira Mezzolombardo, permette anche ai veronesi di raggiungere Cles in un’ora e mezza o poco più. Aggiungiamoci il lago di Santa Giustina, dominato da Castel Cles, che si presta perfettamente a belle pagaiate con la canoa, e il gioco è fatto.

L’estremo nord della Val di Non è già terra altoatesina, così come il passo Palade, da dove si scende verso Merano, e la realizzazione del tunnel di Passo Castrin, che permette l’accesso alla Val d’Ultimo, ha regalato agli escursionisti la possibilità di raggiungere la cresta principale delle Maddalene, a quota 1.700, dalla quale è possibile salire tante cime senza troppa difficoltà.

Lago di Tret, un gioiellino a poco più di 1.600 metri

Stavolta sono andato a camminare sul confine fra le due zone linguistiche: una facile passeggiata fino al lago di Tret (Felixer Weiher), un gioiellino a poco più di 1.600 metri di altezza, circondato da estese foreste di abeti e larici. Un posto incantevole, curatissimo, che si raggiunge anche in pieno inverno con gli sci o le ciaspole (i local ci vanno anche a pattinare), ma dà il meglio di sé con i colori dell’autunno.

Il dislivello è contenuto, circa 300 metri, l’itinerario si percorre in meno di un’ora e si può allungare a piacere, girovagando per i boschi - è quello che ho fatto io - oppure salendo fino al crinale che si affaccia su Merano, ai 1.866 metri del monte Macaion (o Gantkofel), spettacolare belvedere su tutto l’Alto Adige e sulle Dolomiti, allineate davanti ai nostri occhi, che dal lago si raggiunge in un’ora e mezza. Più lontano è il passo della Mendola, preceduto da un altro belvedere d’eccezione, il Penegal, decisamente un po’ troppo umanizzato.

Val di Non, splendidi itinerari in mountain bike

Raggiunto il paesino di Tret, si seguono le indicazioni per il lago e si arriva a un parcheggio vicino all’albergo Scoiattolo. Il percorso è segnalato e segue la stradina che dalla località Plaze sale fino alla conca boschiva che ospita lo specchio d’acqua. Volendo si può anche partire da San Felice (St. Felix), che si incontra salendo sulla strada provinciale dopo Tret. La zona, ma in generale tutta la Val di Non, si presta anche a splendidi itinerari in mountain bike su stradine e sentieri decisamente poco battuti.

Un escursionismo che invita alla serenità più che alla performance. Poco sopra il bel laghetto in stagione è possibile fare tappa al rifugio ristorante Waldruhe. Sempre in stagione è anche aperta la non lontana Felixeralm. Dal lago, seguendo il sentiero 500, si sale fino alla Costiera della Mendola immersi in una foresta che si ferma solo ai due passi dal crinale principale.

Passeggiata lungo l'anello che circonda il Tret

Arrivati all’idilliaco lago di Tret, è possibile percorrere l’anello che lo circonda e rientrare poi, ovviamente, lungo la stradina percorsa all’andata (c’è anche un sentierino che taglia alcune curve). Una valida alternativa è raggiungere la vicina Felixeralm e, superato un ponticello, iniziare la discesa verso San Felice sulla stradina che attraversa vasti pascoli e bellissimi lariceti dove non è impossibile avvistare, specie d’autunno, cervi e caprioli.

La stradina si abbassa serpeggiando fino alla località Klamm, sopra San Felice; dopo un primo parcheggio si arriva a una piccola area di sosta più in basso, ma trenta metri prima si svolta bruscamente a sinistra e si segue quindi la stradina segnalata in biancorosso (evitando le deviazioni) che risale leggermente fra boschi e radure fino a ricollegarsi al tracciato principale, e cioè la stradella fra Plaze e il lago di Tret.

Se si vuole accorciare il rientro, si può imboccare la deviazione segnalata a destra per l’hotel Scoiattolo, che lungo un bel sentiero ci riporta alla macchina. Questa è un’escursione davvero per tutti e, come detto, è prolungabile a piacere raggiungendo ad esempio il belvedere, l’ennesimo, dello Schönegg, il Monte del Cambio, a 1.781 metri, dove la vista si allarga dalle Dolomiti alla Val Venosta.

Breve deviazione per ammirare la cascata

Un suggerimento: finito il giro, con una breve deviazione si può scendere ad ammirare la cascata di Tret, considerata una delle più spettacolari del Trentino (in questo periodo di prolungata siccità, però, decisamente poca cosa). Si può percorrere il sentiero alto, con un affaccio da brivido sul canyon, oppure scendere alla base e percorrere il tracciato con numerosi ponticelli di legno, che permettono di arrivare ai piedi della cascata.

 

Claudio Mafrici

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