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Salute

Lanzarin: «Picco di influenza che non si vedeva da dieci anni». I tecnici regionali: «Non c'è nessuna nuova "suina"»

L'assessore Manuela Lanzarin
L'assessore Manuela Lanzarin
L'intervista all'assessore Lanzarin sull'influenza (video Telearena)

«L’influenza? Non si vedeva un picco così da almeno dieci anni». Parola di assessore alla sanità regionale, Manuela Lanzarin. «Siamo molto sotto pressione - ammette -, ma non abbiamo dovuto interrompere le attività di routine, come gli interventi chirurgici o visite in nessun ospedale veneto, diversamente da altre Regioni. L’occupazione ospedaliera al momento è al 95% nelle aree mediche, effettivamente alta, e nelle terapie intensive è a quota 90%».

Il picco al momento non accenna a ridursi, anzi. «Negli ultimi 15 giorni - aggiunge - abbiamo registrato un incremento del 10% di accessi nei Pronto soccorso del Veneto». Lanzarin poi fa il quadro sulle vaccinazioni. «In Veneto abbiamo somministrato 850mila dosi di antinfluenzale, in linea con l'anno scorso, anche se alcune dosi al momento non sono state ancora registrate, come quelle dei medici di medicina generale. Va poi sottolineato che la stagione invernale, partita più tardi, ha influito. Sul fronte Covid, invece, viaggiamo attorno alle 200mila somministrazioni». 

Lanzarin ricorda che è possibile effettuare insieme i due vaccini. Dove? In farmacia, dal proprio medico di famiglia o rivolgendosi direttamente all’Ulss.

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La precisazione della direzione regionale Prevenzione

Un comunicato stampa inviato dall'ufficio stampa della Regione a 24 ore dalle dichiarazioni dell'assessore Lanzarin sembra però ridimensionare le dichiarazioni di Lanzarin.

«Per ora – precisano i tecnici della Direzione regionale Prevenzione – l’andamento risulta statisticamente sovrapponibile alle stagioni influenzali pre pandemiche. I dati finora disponibili non indicano situazioni di eccezionalità rispetto al passato. Ad esempio, a fronte dei 3 decessi sinora registrati in questa stagione 2023-2024, la stagione con la mortalità più bassa è stata quella del 2010 con 17 decessi, quella con il maggior numero di morti è stata il 2019 con 61”. Per una corretta interpretazione del dato bisogna considerare che la mortalità può essere valutata solo a conclusione della stagione di circolazione del virus: allo stato attuale quella che viene riscontrata è legata ai pazienti con sindrome respiratorie acute gravi.

La Direzione Prevenzione tiene anche a precisare che “non esiste, al momento, alcun nuovo caso di “influenza suina”, inteso come evento di passaggio di virus animale-uomo (spillover), - anche in riferimento ai casi segnalati nel vicentino - bensì contagi da virus H1N1, alla base della tipica ondata influenzale stagionale che sta coinvolgendo ampie porzioni di popolazione in tutto il Paese e in Europa. I dati finora disponibili non indicano situazioni di eccezionalità”.

L’influenza di questa stagione è caratterizzata dalla circolazione del virus H1N1 pdm09 (Pandemic disease Mexico 2009): si tratta del virus influenzale che circola in modo diffuso in tutte le stagioni influenzali dal 2009. Chiamarlo virus da ‘influenza suina’ è un retaggio mediatico che fa pensare a un virus non stagionale.

“Ogni anno – aggiungono i tecnici regionali - i virus respiratori determinano un aumento dei ricoveri e della mortalità nel periodo di circolazione; allo stato attuale e’ in linea con le stagioni influenzali del periodo pre pandemico. Il recente report dell’Oms conferma infatti che la mortalità è sovrapponibile a quella precedente al periodo della pandemia Covid. Rimane in ogni caso importante la sorveglianza attraverso i medici di medicina generale e pediatri e la sorveglianza ospedaliera”.

Questo ceppo influenzale è contenuto nel vaccino, disponibile per i soggetti a rischio e per tutte le categorie indicate dal ministero».

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