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Sanità d’eccellenza

Al Policlinico c’è Da Vinci, il super robot alleato nella lotta contro i tumori

Gli specialisti hanno presentato i vantaggi della chirurgia high-tech
In consolle. Chirurga al lavoro con il Da Vinci
In consolle. Chirurga al lavoro con il Da Vinci
In consolle. Chirurga al lavoro con il Da Vinci
In consolle. Chirurga al lavoro con il Da Vinci

Il futuro della medicina è fatto di tecnologia e medici «ingegneri». La lotta al cancro, soprattutto, ha dai robot risposte in grado di migliorare profondamente la vita dei pazienti e i risultati delle cure. Nei malati oncologici operati con la chirurgia robotica mini-invasiva, infatti, l’esito dell’intervento e il decorso post-operatorio sono più favorevoli rispetto a quanto avviene per via tradizionale.

«Questo perchè», spiegavano ieri i chirurghi dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona che da mesi utilizzano l’innovativo robot Da Vinci, «riusciamo ad essere più precisi, al millimetro, sulle lesioni da trattare, lavorando con maggior sicurezza in aree complesse che a cielo aperto non riusciremmo a raggiungere». Con vantaggi evidenti: ridotte perdite di sangue, incisioni più piccole e quindi minor dolore, riduzione delle complicanze, ricoveri più brevi e recupero accelerato.

Verona eccellenza europea

Il robot «Da Vinci», che è operativo nella Chirurgia generale e epatobiliare di Borgo Roma da dicembre, «ci permette di ampliare le indicazioni chirurgiche mini-invasiva e di preservare la qualità di vita del paziente», ha spiegato il professor Giovanni de Manzoni, direttore del dipartimento di Scienze chirurgiche odontostomatologiche e materno-infantili Aoui, sottolineando che «tutte le chirurgie specialistiche, dall’urologia alla ginecologia, dalla chirurgia oncologica dell’apparato digerente a quella pancreatica ed epatobiliare fino a quella otorinolaringoiatrica, si avvalgono dell’impiego di questa innovativa macchina con importanti ricadute sul trattamento e sul suo esito».

Accanto a De Manzoni a fare il punto sulla ricerca clinica e sullo sviluppo dell’utilizzo del Da Vinci, ieri al Policlinico c’erano tutti gli specialisti coinvolti nell’uso innovativo del robot: Simone Giacopuzzi, referente del magnifico rettore allo Sviluppo della tecnologia robotica in area medica; Andrea Ruzzenente, direttore di Chirurgia generale ed epatobiliare; Mirko D’Onofrio, docente di Diagnostica per immagini e radioterapia; Alessandro Antonelli, direttore dell’Urologia; Antonio D’Agostino, docente di Chirugia Maxillofacciale; Massimo Piergiuseppe Franchi, direttore di Ginecologia e ostetricia; Roberto Salvia, direttore di Chirurgia generale e pancreatica; Luca Sacchetto, direttore dell’Otorinolaringoiatria.

Professionisti del robot. I direttori di diverse unità Aoui che praticano la chirurgia robotica a Borgo Roma. FOTO PECORA
Professionisti del robot. I direttori di diverse unità Aoui che praticano la chirurgia robotica a Borgo Roma. FOTO PECORA

Nuova Tac mobile

«Un’importante giornata di bilanci», ha dichiarato il magnifico rettore Pier Francesco Nocini, «attraverso la voce dei docenti universitari che muovono il robot, abbiamo voluto far conoscere alla città la sua efficacia e la sua potenzialità. Inoltre», ha proseguito, «grazie a un’intuizione condivisa con il presidente Alessandro Mazzucco e con l’appoggio della Fondazione Cariverona, l’ospedale di Borgo Roma avrà una nuova Tac mobile per la sala operatoria: un apparecchio altamente sofisticato, dedicato al controllo immediato degli interventi di endocrinochirurgia, oculistica, odontoiatria, otorino, neurochirurgia e maxillo-facciale, ovvero tutte le patologie traumatiche ed oncologiche del distretto testa-collo, che consente una valutazione postoperatoria del paziente immediata e accurata. Questo apparecchio innovativo conferma il Policlinico punto di riferimento a livello nazionale e centro competitivo con i principali centri internazionali».

I numeri

L’Unità Operativa di Chirurgia Generale ed Epatobiliare del professor Ruzzenente è tra i leader nazionali e internazionali nella chirurgia mini-invasiva del fegato. Con oltre 700 resezioni epatiche effettuate per via laparoscopica e robotica negli ultimi 10 anni, é il secondo centro in Italia per volume di attività. Dal 2015 anche l'equipe della Chirurgia Generale e del Pancreas - centro di riferimento internazionale - guidata dal professor Roberto Salvia, ha completato con successo oltre 600 asportazioni chirurgiche pancreatiche con tecniche robotiche e mini-invasive. L’urologia, poi, branca storica del robot in sala operatoria, sotto la direzione del prof Alessandro Antonelli nel 2023 ha eseguito 386 interventi.

In otorinolaringoiatria, ha spiegato il direttore Luca Sacchetto, la chirurgia robotica consente l’asportazione di tumori localizzati in aree della regione testa-collo di difficile accesso ed esposizione, come per esempio la base della lingua e la regione ipofaringo-laringea. Anche in Ginecologia «l’avvento del robot è un ulteriore innovazione», ha confermato il professor Franchi, «permettendo di estendere le indicazioni mini-invasive anche a pazienti con condizioni generali sfavorevoli. Negli ultimi 3 anni il numero di interventi è incrementato ad oltre 150 casi». Euforia: questo i professionisti della sanità veronese hanno detto di «provare» rispetto agli sviluppi futuri della chirurgia robotica che, in breve tempo, si allargherà anche ad altre specialità. Come la pediatria.

Camilla Ferro

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