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Covid

Obbligo mascherine nei luoghi di cura. E i medici avvertono: «Prorogarla al chiuso o nuovo boom di ricoveri»

Prorogato fino al 31 ottobre l'obbligo di indossare la Ffp2 negli ospedali e Rsa. Ma medici e pediatri chiedono più rigore

L'obbligo di indossare le mascherine negli ospedali, nelle Rsa, negli hospice, nelle strutture riabilitative e in quelle residenziali per anziani anche non autosufficienti, è stato prorogato fino al 31 ottobre vista la crescita esponenziale dei contagi nelle ultime quattro settimane consecutive. Così ha deciso il ministro della salute, Roberto Speranza.

In un momento in cui crescono i contagi del Covid e si stanno allentando, fino quasi a scomparire, tutte le restrizioni previste per salvaguardarsi dalla malattia messe in pratica negli ultimi due anni e mezzo, arriva questa misura che, da sola, sicuramente non servirà a molto. A parlare in maniera inequivocabile sono i dati registrati negli ospedali e dalle Ulss e Regioni.

Dati chiari: aumentano contagi e ricoveri

Dal 1 ottobre scorso, com'è noto, è decaduto l'obbligo di indossare le mascherine Ffp2, le uniche veramente efficaci, anche sui mezzi pubblici. Secondo quanto emerge dai dati del monitoraggio della cabina di regia dell’Istituto superiore di sanità (Iss)-ministero della Salute, però, sono cinque le Regioni classificate a rischio alto per contagi Covid, mentre le restanti 16 sono a rischio moderato.

Dal report emerge un incremento dell’incidenza settimanale a livello nazionale dei casi Covid: ora siamo a 325 contagi ogni 100.000 abitanti contro i 215 ogni 100.000 abitanti della scorsa settimana. Rispetto alla settimana precedente, nel periodo che va dal 7 al 20 settembre, l’Rt medio (cioè l'indice di contagio) calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,00 (range 0,86-1,26) e quindi in netto aumento in confronto agli ultimi dati e pari al valore soglia.

Resta sotto il valore epidemico l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero, ma anche questo dato risulta in aumento. Stabile all’1,4 per cento il tasso di occupazione in terapia intensiva rispetto la settimana precedente. In rialzo, invece, il tasso di occupazione in aree mediche che, a livello nazionale, è adesso pari al 6,0 per cento.

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Attesa la ricrescita dell'occupazione delle terapie intensive

Chiara l'analisi del matematico Giovanni Sebastiani, del Consiglio Nazionale delle Ricerche: indica che i casi di Covid in Italia sono entrati in una fase di crescita accelerata e la curva dei ricoveri nei reparti ordinari ha ripreso a salire rapidamente. «La crescita accelerata dei casi», precisa l'analisi, «si rileva in 102 delle 107 province italiane, con valori dell’incidenza che, per 42 di esse, negli ultimi sette giorni sono aumentati di almeno il 50 per cento».

Per quanto riguarda i ricoveri invece, si sottolinea, «si prevede che anche la curva dell’occupazione delle terapie intensive termini la fase di decrescita entro 7-10 giorni». Il che si traduce nel fatto che, passati i prossimi 10 giorni, anche i ricoveri in terapia intensiva cresceranno: resta da capire di quanto e con quale rapidità.

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Appello alle autorità per prorogare l'obbligo di mascherine

«Il dato negativo», è la previsione del matematico, è che «ci si aspetta un ulteriore contributo non trascurabile alla diffusione del virus dall’imminente fine dell’obbligo di indossare la mascherina sui mezzi pubblici». «Le misure di contenimento stanno scomparendo e c’è una evidente stanchezza rispetto alla campagna vaccinale per la quarta dose con i vaccini bivalenti», ha spiegato l'infettivologo Massimo Andreoni. «Sull’importanza di portare le mascherine continuiamo a fare un richiamo alle autorità affinché considerino gli eventi epidemici per decidere, e non il calendario. Non rimane che richiamare tutti ad un senso di responsabilità nel proteggere se stessi e gli altri usando la mascherina quando c’è un rischio affollamento».

Il richiamo alla responsabilità individuale però, lo insegnano l'esperienza e il recente passato in cui le persone si sono accalcate nei concerti, nei negozi e nei centri commerciali, rischia di avere la stessa efficacia delle grida manzoniane. Dal mondo sanitario, pediatri in testa, i medici chiedono il rafforzamento delle misure anti-contagio. Il rischio è quello di un autunno-inverno zeppo di casi Covid, con ospedali allo stremo, interventi chirurgici rimandati, reparti chiusi e riconvertiti per fare spazio ai nuovi ammalati che, con le varianti in arrivo, non si sa di quanto gravi potranno essere.

Gerardo Musuraca

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