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L'intervista al sindaco di Verona

«La mia città al Festival del futuro»

Il sindaco Sboarina e il progetto Smart City
Il sindaco Sboarina e il progetto Smart City
Il sindaco Sboarina e il progetto Smart City
Il sindaco Sboarina e il progetto Smart City

«Il Festival del Futuro è un'importante occasione di confronto e scambio di buone pratiche. Sono contento che la nostra città diventi la piazza nazionale in grado di stimolare questo dibattito». Sono queste le motivazioni che hanno spinto il sindaco di Verona, Federico Sboarina, a dare il patrocinio all’evento in programma alla Fiera di Verona il 16 e il 17 novembre. «Ed è importante che tra gli organizzatori del Festival ci sia un editore», aggiunge, «significa che temi e messaggi di grande importanza potranno arrivare in modo massiccio sul territorio».

Tra i temi che verranno approfonditi durante il Festival ci sarà anche quello della smart city. Cosa significa per lei, sindaco, “città intelligente”?

Significa efficienza, sviluppo sostenibile, integrazione delle tecnologie e partecipazione attiva dei cittadini, per una migliore qualità della vita. In questi due anni abbiamo attivato diversi progetti e tanti sono quelli in cantiere. Dai semafori intelligenti che diventano verdi al passaggio delle ambulanze, al programma Giano 2 che in pochi secondi fornisce agli agenti tutte le informazioni sui veicoli in transito. Così come l’installazione dei primi pali intelligenti che, oltre al servizio di illuminazione, consentono la sorveglianza, la ricarica dei telefonini e delle auto elettriche. Stiamo molto spingendo anche sulla dematerializzazione degli uffici: meno carta e meno code.

È in corso, ovunque nel mondo, un’accelerazione del processo di introduzione di forme di mobilità “green”. Qual è la situazione a Verona?

La città, per la prima volta, avrà un Piano urbano della mobilità sostenibile, lo strumento che permetterà di modificare la viabilità cittadina, rendendola scorrevole e soprattutto sostenibile. A breve avremo i dati sulla mobilità dei prossimi dieci anni con la novità che finalmente, urbanistica e viabilità vanno insieme. D’ora in poi non ci sarà pianificazione del territorio che non tenga conto dei flussi del traffico per la vivibilità di tutti i quartieri.

E per quanto riguarda il sistema dei trasporti?

Sono partiti i cantieri della filovia, che doterà la città di un mezzo moderno a trazione completamente elettrica. È una delle opere pubbliche più importanti, che sarà completamente ecologica e connetterà zone oggi tra loro non raggiungibili. Lo facciamo senza dimenticarci i bus tradizionali: ad oggi il 95 per cento del trasporto urbano è a gas naturale.

Nei prossimi anni ci riapproprieremo del tempo e guadagneremo qualità della vita, grazie all’introduzione della tecnologia che trasformerà anche la mobilità.

A Verona la differenza la fa Find & Park, la funzione di EasyPark che permette di trovare parcheggio in pochi minuti, senza girare a vuoto per le vie, risparmiando tempo, benzina e pazienza. Siamo stati i primi in Italia ad attivarla, e i numeri del primo anno di sperimentazione ci hanno dato ragione.

Ci sono state anche sperimentazioni che non hanno funzionato: dal car sharing a, recentemente, i monopattini elettrici con tutte le critiche che si sono portati appresso. Secondo lei per quale motivo?

Il modello di car sharing proposto in passato era un po’ troppo rigido e di difficile fruizione, con i punti di prelievo e restituzione delle macchine troppo a ridosso della Ztl. Le dimensioni della nostra città non sono abbastanza per l’economicità del servizio, stiamo cercando di vedere se lo sono per un servizio di motorini elettrici. Mentre abbiamo sperimentati, fra i primi in Italia, il monopattino elettrico. Oggi a distanza di quasi due mesi tutto sta entrando a regime. La micromobilità urbana è una risorsa per la città, un alleato contro inquinamento e traffico.

Come si fa ad educare i cittadini a questi cambiamenti che rendono la città più sostenibile?

Servono costanza e determinazione. I risultati non sempre sono immediati, ma arrivano dopo mesi di lavoro. Lo dimostra il Mobility Day: blocco delle auto ma soprattutto incentivo ad usare i mezzi alternativi, dalle bici agli autobus, per scoprire un nuovo modo di spostarsi e vivere la città. •

 

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Francesca Lorandi