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«Filiera, innovazione e sostenibilità»

Cesare Trippella, direttore divisione tabacco per Philip Morris Italia
Cesare Trippella, direttore divisione tabacco per Philip Morris Italia
Cesare Trippella, direttore divisione tabacco per Philip Morris Italia
Cesare Trippella, direttore divisione tabacco per Philip Morris Italia

Un impegno di filiera che vede Philip Morris Italia capofila, nella direzione di una sostenibilità non solo ambientale ma anche sociale. Il Paese è il centro della trasformazione di Philip Morris International che si basa su prodotti innovativi, alternativi alle classiche sigarette: qui il Gruppo opera attraverso una filiera integrata, che si è sviluppata nel tempo, grazie a investimenti e alla creazione di migliaia di posti di lavoro. Una catena di valore «end to end» che dal seme della pianta di tabacco arriva fino ai prodotti senza combustione, realizzati nello stabilimento di Crespellano, nel Bolognese, centro di eccellenza a livello mondiale: in questo polo vengono definiti quei processi produttivi all’avanguardia utili per la riconversione delle altre affiliate del gruppo.

PROCESSI INNOVATIVI. Un esempio di innovazione che verrà approfondito anche nel panel «Può l’Italia diventare un leader tecnologico? Le condizioni abilitanti. Gli errori da evitare», in programma venerdì 20 novembre alle 9 nell’ambito del Festival del Futuro: intorno al tavolo «virtuale» siederanno Gianmarco Montanari, direttore generale dell’Iit, Istituto italiano di tecnologia, Gianluigi Viscardi, presidente di Intellimech, Alfonso Fuggetta, Ceo di Cefriel, e Marco Hannappel, vicepresidente di Confindustria Anitec-Assinform e presidente e ad di Philip Morris Italia. «Questo percorso di filiera è iniziato nel 2011», ricorda Cesare Trippella, responsabile acquisti e gestione tabacchi in foglia per Philip Morris in Europa. «Fino all’anno precedente le aziende di tabacco contavano su sussidi dalla Comunità Europea, poi venuti meno». Questo ha comportato un dimezzamento del numero di aziende del settore, «quindi Philip Morris Italia ha deciso di acquistare tabacco direttamente dai coltivatori, riversando le risorse su tutta la filiera: un accordo end to end», sottolinea Trippella, «che parte dal seme e arriva ai servizi al consumatore, passando per la trasformazione, la manifattura e la distribuzione». A beneficiarne sono oggi 8mila imprese italiane che si occupano della fornitura di beni e servizi, di cui circa mille agricole, per complessivi 30mila posti di lavoro generati in Italia, se si considera anche l’indotto. «L’accordo con Philip Morris», conferma Alberto Mantovanelli, presidente di Opit, l’Organizzazione produttori italiani tabacco, «ci garantisce la giusta prospettiva, la possibilità di organizzarci e avere un prodotto coltivato e sicuramente venduto». A patto di rispettare una serie di condizioni. «È infatti previsto un accordo di buone pratiche che le aziende devono rispettare», spiega Trippella.

TABACCO OGM FREE. Dalla selezione e l’utilizzo di sementi selezionate, Ogm free, fino ai controlli sugli input utilizzati per la coltivazione del tabacco, tutto il procedimento è tracciato. «L’azienda», sottolinea Trippella, «si impegna affinché le aree di produzione tabacchicole vengano gestite mediante le migliori e più avanzate tecniche agronomiche al fine di tutelare e conservare la biodiversità degli ecosistemi e le principali risorse naturali, con un’attenzione particolare all’utilizzo efficiente dell’acqua e al mantenimento della fertilità del suolo, passando per una gestione responsabile dei rifiuti. A questo si aggiunge il monitoraggio continuo degli ambienti di lavoro».

SOSTENIBILITÀ SOCIALE. Accanto all’impegno per la sostenibilità ambientale, c’è anche quello per la sostenibilità sociale: Philip Morris International si è data l’obiettivo di costruire un futuro senza fumo, sostituendo le sigarette con prodotti innovativi senza combustione. Per raggiungere questo obiettivo, dal 2008 l’azienda ha investito oltre 7,2 miliardi di dollari.

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Francesca Lorandi