<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
La guida

Dieci cose da fare (e da vedere) in Lessinia

Sentieri, grotte, musei, chiese e malghe: ecco dieci cose da fare nell'altopiano che domina la provincia di Verona
Una panoramica della Lessinia da Est
Una panoramica della Lessinia da Est
Una panoramica della Lessinia da Est
Una panoramica della Lessinia da Est

La Lessinia è un altipiano al confine fra le province di Verona, Trento e Vicenza, ma ricompreso per la gran parte nella provincia di Verona, che presenta decine di bellezze naturali ma anche di opere dell'uomo che meritano di essere visitate.

Fra sentieri, grotte, musei, chiese e malghe, presenta innumerevoli attrattive per escursionisti o semplici turisti. Abbiamo provato a raccoglierne dieci particolarmente significative, divise fra la zona centro-orientale e quella centro-occidentale dei monti Lessini.

 

Cose da vedere nella Lessinia centro-orientale 

  • NELLA PROFONDITÀ DELLA GROTTA DI MONTE CAPRIOLO (Roverè Veronese)

Tra le cavità carsiche più frequentate del Veneto, offre la possibilità di conoscere la Lessinia centrale a partire dal suo sottosuolo. La Grotta di Monte Capriolo, conosciuta anche come Grotta di Roverè 1000 o del Sogno per la meraviglia delle concrezioni che racchiude, si trova in contrada Capraia, nel comune di Roverè Veronese. Scoperta nel 1957 dal Gruppo speleologico Falchi, è rimasta nell’oblio fino alla creazione di un percorso, ben illuminato e adatto pure alle famiglie, che consente (solo in compagnia di una guida esperta) di percorrere le sale sotterranee in sicurezza una volta varcato il piccolo ingresso nella penombra del bosco. È nel salone centrale il cuore dell’antro: soffitto, pavimenti, pareti sono ricoperti da bellissime concrezioni che compongono un paesaggio scandito da stalattiti, stalagmiti, colonne, coralloidi, colate, vele e cortine. Le visite sono a cura della Commissione speleologica veronese. Info e prenotazioni: 347.0404211

La grotta del monte Capriolo
La grotta del monte Capriolo

 

  • A «CACCIA» DI COLONNETTE  (Velo Veronese)

Collocate al crocevia di strade e sentieri. Conficcate nel terreno o inglobate sulle pareti degli edifici di una contrada. Scolpite nella pietra o nel tufo da abili scalpellini, perlopiù ignoti. Le colonnette votive rappresentano una delle espressioni più significative dell'arte popolare in Lessinia. In passato, erano segni di una fede riconoscente per le grazie ricevute dalla popolazione. Oggi sono un patrimonio artistico e storico-culturale unico, da valorizzare. Una catalogazione è stata compiuta dall’associazione Curatorium Cimbricum Veronese, in accordo con la Soprintendenza e l'Istituto centrale per il catalogo e la documentazione di Roma, sulla traccia di una precedente operazione a cura dello studioso Lanfranco Franzoni, che nel 1958 ha contribuito a far conoscere un tipo di scultura fino quel momento poco nota. Attività proseguita da Carlo Caporal, amante e cultore delle testimonianze artistiche dei Lessini e scopritore di alcune tavolette minori. Dove si possono incontrare? Un po’ ovunque, camminando alla scoperta dell’altopiano e addentrandosi nelle sue contrade. Ad esempio nella zona di Azzarino, a Velo Veronese. 

Colonnetta ad Azzarino
Colonnetta ad Azzarino

  • NELLA QUIETE DELL’EREMO (San Mauro di Saline)

Per ritrovare la quiete e la serenità, è possibile raggiungere a piedi l’antico eremo che si eleva sul Monte Moro, a San Mauro di Saline. Al sito, oasi di spiritualità in una radura circondata da una verdeggiante pineta dove la visuale si apre sulle colline, si arriva a piedi da diversi punti: dal parcheggio poco dopo il paese, a nord lungo la provinciale 16, imboccando una salita nel bosco scandita da una Via Crucis; da via Monte Moro, optando per una facile passeggiata su strada sterrata pianeggiante; dall’abitato di San Valentino, frazione di Badia Calavena, per un’escursione più lunga. La costruzione del santuario, ora intitolato a San Leonardo di Limoges, risale al 1388, sulle fondamenta di un preesistente edificio. Suggestiva è la struttura con facciata a capanna in stile romanico, realizzata in pietra come il portico e il campanile quadrato decorato da bifore. Pur nella semplicità, altrettanto singolare è l’interno dell’abbazia dove si può ammirare un affresco della «Madonna della Misericordia con Bambino», attribuito alla scuola di Altichiero. 

L'eremo di San Moro
L'eremo di San Moro

  • CICLOPEDONALE NEI LUOGHI DEI CIMBRI (Da Cogollo di Tregnago a Giazza di Selva di Progno)

Un sinuoso nastro disteso tra i boschi e i prati che in alcuni punti attraversa il torrente e in altri ne disegna dolcemente il percorso. Si può percorrere a piedi oppure in sella alle due ruote, la pista ciclopedonale dell’alta Val d’Illasi. Della lunghezza complessiva di 15 chilometri, si può imboccare da più punti, a seconda del tragitto che si intende compiere per addentrarsi alla scoperta della vallata. Nella sua interezza, la pista collega la frazione di Cogollo di Tregnago a Giazza, minuscolo paese circondato da una rigogliosa foresta demaniale nel quale tuttora alcuni abitanti dialogano nell’antico idioma cimbro. È la lingua dei coloni bavaro-tirolesi che, a partire dal XIII secolo, giunsero ad popolare la montagna veronese, contribuendone alla trasformazione. Grazie all’impegno dell’associazione Curatorium Cimbricum Veronense, un Museo (con sede in via dei Boschi, 62) aiuta a far conoscere la storia di queste genti arrivate da lontano. 

La ciclopedonale Cogollo-Giazza
La ciclopedonale Cogollo-Giazza

 

  • AL MUSEO E AL COVOLO: NEI LUOGHI DI ATTILIO BENETTI (Camposilvano di Velo Veronese)

Un viaggio sulle tracce di epoche passate, tra rocce e grotte della Lessinia, alla scoperta di ammoniti, impronte di dinosauro, orsi delle caverne e antichi villaggi preistorici. Si affronta varcando la soglia del Museo geopaleontologico di Camposilvano, con sede in via Covolo, nel comune di Velo Veronese (www.museocamposilvano.it). Nato nel 1975 per volontà del paleontologo Attilio Benetti, oggi è gestito dall’associazione culturale Benetticeras. Sono molte le rarità che custodisce tra le sue mura, tali da lasciare a bocca aperta adulti e bambini: dalle ammoniti, di cui Benetti era esperto tanto che in omaggio a questa passione ne è stata scolpita una di grandi dimensioni nella piana nei pressi della sede museale, all’impronta di dinosauro recuperata da località Bella Lasta, nell’alta valle di Revolto, collocata accanto alla scultura in legno di cirmolo e abete del dinosauro teropode «Kayentapus»; dal rostro ritrovato sulle colline di Tregnago alla lastra con cranio, mascella e resti ossei del più antico coccodrillo scoperto al mondo, il «Neptunidracus ammoniticus». La visita può essere completata da un’escursione al Covolo: affascinante esempio di carsismo, è una voragine ellissoidale profonda oltre 70 metri, interessata da curiosi fenomeni meteorologici dovuti all’inversione termica. Luogo che, si dice, fu d’ispirazione a Dante nella stesura dell’«Inferno». 

Il museo dei fossili di Camposilvano
Il museo dei fossili di Camposilvano

Cose da vedere nella Lessinia centro-occidentale (clicca qui per l'articolo completo)

 

  • FORESTA DEI FOLIGNANI (Erbezzo-Bosco Chiesanuova)
  • RIDOTTO DEL PIDOCCHIO (Erbezzo)
  • PONTE DI VEJA (Sant’Anna d’Alfaedo)
  • SPLUGA DELLA PRETA E CORNO D’AQUILIO (Sant’Anna d’Alfaedo)
  • PODESTARIA (Bosco Chiesanuova)

Leggi anche
Dieci cose da fare (e da vedere) in Lessinia - SECONDA PARTE

 

Marta Bicego

Suggerimenti