A tenere banco è la bagarre post «Report», la trasmissione di Rai 3 che la settimana scorsa ha denunciato la gestione Zaia della seconda ondata di Covid, puntando il dito contro l’utilizzo dei tamponi rapidi giudicati inaffidabili e causa dell’impennata dei decessi tra novembre e dicembre. Così tanti morti, in quei due mesi, nel resto d’Italia, non ce ne sono stati: uno dei motivi sarebbe appunto quello che lo screening diagnostico veneto s’è basato sui test antigenici invece che sui molecolari e così il contagio, non intercettato, ha potuto colpire soprattutto le fasce più deboli della popolazione, facendo strage di anziani. A sostenerlo è il professor Andrea Crisanti in uno studio scientifico che, ricostruiscono i giornalisti di Rai 3, dopo le «imbarazzanti dichiarazioni» fuori-onda del direttore generale della sanità regionale Luciano Flor e le sue successive precisazioni, ha scatenato la polemica politica.
Fatto sta che oggi a Venezia, in quinta commissione (quella che si occupa appunto di sanità) si svolgerà l’audizione del presidente Zaia chiamato a rendere conto della vicenda: lui si presenterà con i suoi tecnici «perché loro, e non io che non sono un medico», ha precisato ieri.
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