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La ricerca

«Pfas, 4 mila morti in più in 34 anni nell'area rossa. Colpiti soprattutto i giovani»

Sono stati resi pubblici i dati dello studio condotto dal professor Annibale Biggeri, assieme al suo team dell'Università di Padova, e anticipati lo scorso 11 dicembre nel corso di una delle udienze del processo Pfas
Una manifestazione delle "Mamme NoPfas" (Foto Facebook @mammenopfas)
Una manifestazione delle "Mamme NoPfas" (Foto Facebook @mammenopfas)
Una manifestazione delle "Mamme NoPfas" (Foto Facebook @mammenopfas)
Una manifestazione delle "Mamme NoPfas" (Foto Facebook @mammenopfas)

«Quasi 4 mila morti in più in 34 anni nell'area rossa causati da Pfas». È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Health, che ha rivelato l'impatto devastante della contaminazione da sostanze per-fluoroalchiliche e poli-fluoroalchiliche sulla mortalità della popolazione che risiede nei comuni veneti più colpiti. L'indagine, come raccontato da Il Giornale di Vicenza, era stata anticipata lo scorso 11 dicembre dal professor Annibale Biggeri, sentito in qualità di teste dall'avvocato di parte civile nel corso del processo in svolgimento in Corte d'assise a Vicenza, che vede imputati 15 manager di Miteni, Icig e Mitsubishi Corporation, accusati a vario titolo di avvelenamento delle acque, disastro ambientale innominato, gestione di rifiuti non autorizzata, inquinamento ambientale e reati fallimentari. 

Dati che ora sono diventati pubblici. A renderlo noto il Gruppo Mamme No Pfas delle province di Vicenza, Padova e Verona, secondo il quale «nel 2013 in Veneto è stata scoperta una vasta contaminazione delle acque che ha interessato maggiormente 30 comuni delle tre province, dove le Pfas sono state rilevate in concentrazioni preoccupanti nelle acque superficiali, sotterranee e potabili, avvelenando circa 350 mila persone».

 

Lo studio

La ricerca, condotta proprio dal professor Annibale Biggeri, assieme al suo team dell'Università di Padova, in collaborazione con il Registro Tumori dell'Emilia-Romagna, il Servizio statistico dell'Istituto superiore di sanità e con il contributo di "Citizen Science" del gruppo Mamme No Pfas, evidenzia che dal 1985 al 2018 si è registrato un eccesso di oltre 3800 morti rispetto all'atteso, una morte in più ogni 3 giorni. In particolare, per la prima volta, è stata dimostrata un'associazione causale tra l'esposizione alle Pfas e un rischio elevato di morte per malattie cardiovascolari».

Secondo lo studio ad essere maggiormente colpiti sono i giovani. «Tramite l'analisi delle diverse classi d'età - viene precisato - è stato evidenziato un aumento del rischio di insorgenza di malattie tumorali al diminuire dell'età: la popolazione più giovane, esposta ai Pfas già durante l'infanzia, è quella che paga il prezzo più alto». 

LO STUDIO COMPLETO

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