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La conferenza stampa

Luca Zaia: «Se ci danno i vaccini, per l'estate il Veneto è Covid-free. Ma a questi ritmi, ci vogliono 2 anni»

Luca Zaia in diretta il 17 febbraio 2021
Luca Zaia in diretta il 17 febbraio 2021
Luca Zaia - punto stampa 17 febbraio 2021

Luca Zaia fa il punto sulla situazione coronavirus nel Veneto sottolineando che nella regione si assiste ad un calo dei ricoveri e dei contagi da quasi 50 giorni e che dal 31 dicembre ad oggi si sono liberati 2mila posti letto. La situazione resta comunque preoccupante per via del livello di contagio nelle regioni vicine e nel resto d'Europa. 

 

Zaia torna sulla questione degli approvvigionamenti di vaccini sostenendo che se arriveranno le dosi, il Veneto sarà in grado di vaccinare tutta la popolazione prima dell'avvio dell'estate, ma con la quantità di dosi che arrivano dallo Stato in queste settimane ci vorrebbero due anni per immunizzare tutti. Da qui la volontà della Regione di cercare fornitori in modo autonomo: due intermediari sarebbero già stati individuati, ma per la trattativa e l'acquisto è necessario il via libera del commissario del Governo. 

 

LA DIRETTA

 

BOLLETTINO. «Sono 492 i positivi registrati nelle ultime 24 ore, l'1,26% dei tamponi fatti (in Italia sono il 4%). I positivi di oggi sono 23.378 e i ricoverati sono 1.470 (134 in intensiva e 1.336 in area non critica, 46 in meno), vale a dire 2mila in meno rispetto al 31 dicembre. I decessi, purtroppo, sono 70 in più nelle ultime 24 ore, in totale 9.621 da inizio pandemia» 

 

ANDAMENTO EPIDEMIA. «Siamo preoccupati perché il Veneto ha un comportamento anticiclico. Abbiamo avuto un'onda d'urto spaventosa a dicembre e poi abbiamo avuto quasi 50 giorni di calo importante. Siamo convinti che i fattori siano molteplici, non solo del cambio colore di zona, visto che è avvenuto il 26 dicembre, pensiamo invece che il tema delle varianti abbia pesato, prova ne sia che il 24 dicembre abbiamo isolato la variante inglese, poi quella brasiliana, in Veneto dove abbiamo 8 mutazioni, due delle quali tipicamente venete. Anche il calo non è normale: 2mila letti in meno occupati in un mese e mezzo non è da poco. La situazione intorno a noi è preoccupante, l'Europa ha un contagio importante. Io resto dell'idea che quando si parla di lockdown bisogna farlo con dei dati alla mano per non creare allarmismo e in modo più costruttivo». 

 

VACCINAZIONI. «Abbiamo vaccinato 250mila persone, 108mila hanno concluso la seconda dose. Ieri abbiamo fatto 6mila vaccinazioni, ma avremo la possibilità di farne molti di più. Se avessimo i magazzini pieni di vaccini, da qui all'estate potremmo dichiarare il Veneto Covid-free. Sui vaccini siamo collaborativi, noi non possiamo validare il lotto di vaccini che ci hanno proposto, è necessario un lavoro di squadra, ci serve l'autorizzazione del commissario. Il problema non è avere vaccini più buoni, non è neanche averli, tutti li avremo prima o poi, ma il fattore determinante è averli adesso per ripartire subito. Se ci sono questi vaccini e se sarà confermato che sono siero e non acqua distillata, mi pare lecito comprarli. Sull’acquisto di vaccini abbiamo la collaborazione dei colleghi di Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige e Marche». 

 

DRAGHI E IL BUON SENSO. «Il professor Draghi è persona intelligente e di buon senso, ma siamo in un Paese dove l’odio sociale imperversa, e se uno fa qualcosa di buono c’è sospetto che abbia qualche altro fine. Non ho seguito tutto il discorso, ma credo che il buon senso debba imperare. Se uno suona e dice che ci sono vaccini, se si possono considerare come tali a tutti gli effetti, perché non inocularli? Ci chiamano persone piangendo e chiedendo di vaccinarsi, dopo 9.600 morti di Covid in Veneto è fondamentale porsi la questione. Dall’Aifa ad Arcuri, a tutti gli altri soggetti, non abbiamo mai trovato contrari, è un obbligo morale. Nella legalità e nell’estrema sicurezza si deciderà, ma non posso girarmi dall’altra parte».

 

Interviene il dottor Luciano Flor.

SITUAZIONE EPIDEMIOLOGICA. «Siamo stati in fascia 5 A e 5B, oggi siamo ampiamente in fascia 2, ma teniamo altissima l'attenzione, continuiamo a fare tamponi, contact tracing e monitoraggio delle scuole. Il numero dei positivi ci dice in modo attendibile l'evoluzione della malattia, quindi possiamo dire che la presenza del virus sul territorio non esprime un numero alto di persone da ricoverare. La fase in cui siamo è positiva, non lo eravamo da ottobre, ma non abbassiamo la guardia e continuiamo a vaccinare. La media di adesioni ultraottantenni è tra l'80 e il 90 per cento che è molto soddisfacente».

VACCINI. «Continuiamo a vaccinare e continuiamo a cercare vaccini. A chi ci chiede soldi prima o non ci dà un minimo di garanzie, non viene nemmeno preso in considerazione. Abbiamo ricevuto una ventina di email, a sei di questi abbiamo risposto chiedendo se il vaccino c'è davvero e in quanto tempo si è disposti a consegnarli e quanto costa. A due di questi che ci hanno risposto in modo dettagliato e a questi  abbiamo chiesto il numero di lotto e la scadenza per avere certezza della fornitura, una volta che l'avremo, la gireremo al commissario. Noi non abbiamo iniziato a trattare perché la negoziazione ci sarà solo dopo l'autorizzazione formale a procedere. Con i vaccini che abbiamo ci metteremmo due anni a vaccinare tutti»  

 

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Giorgia Cozzolino

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