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Il presidente: «Delibera aperta»

In Veneto ipotesi prima campanella a fine settembre. Ma i genitori protestano: «Zaia ci ripensi». E lui fa marcia indietro

Bambini di una scuola elementare alla prima campanella. ARCHIVIO
Bambini di una scuola elementare alla prima campanella. ARCHIVIO
Bambini di una scuola elementare alla prima campanella. ARCHIVIO
Bambini di una scuola elementare alla prima campanella. ARCHIVIO

AGGIORNAMENTO ORE 13. Luca Zaia, nel corso della conferenza stampa, ha annunciato che le scuole riapriranno regolarmente il 13 settembre.

 

In Veneto l’anno scolastico potrebbe partire verso la fine del mese di settembre. Lo ha riferito ieri il presidente della Regione, Luca Zaia, aggiungendo che «abbiamo fatto una delibera "aperta" per spostare la data».

 

Nel pomeriggio di ieri - riferisce la Regione - vi sono stati confronti tra l’assessore regionale all’Istruzione e Formazione, Elena Donazzan, e l’Ufficio scolastico regionale per fissare la data. Lavoro non semplice perché coinvolge centinaia di migliaia di persone fra studenti, famiglie, professori, personale Ata e amministrativo.

 

Alla notizia esplode subito la rabbia dei diversi coordinamenti provinciali che da inizio pandemia si battono per la scuola in presenza. E in una lettera aperta al presidente Zaia fanno sapere tutta la loro contrarietà alla possibilità di posticipare l'avvio delle scuole: «Apprendiamo una notizia che darebbe già per predisposta e di prossima emanazione una Delibera regionale per spostare l'inizio del prossimo anno scolastico a fine settembre se non inizio ottobre, per addotte ragioni "turistiche" dei comuni del litorale veneto. A parte tutte le considerazioni fatte nei mesi scorsi sulle conseguenze legate alla pandemia, e in particolare alla "non scuola" che molti nostri ragazzi hanno subito negli ultimi 15 mesi, non crediamo che le famiglie italiane "andranno in vacanza" in settembre! Al contrario questo creerà grossi disagi alle famiglie del Veneto».

 

La missiva prosegue: «È impensabile ricorrere sempre e solo alla chiusura delle scuole come unica risposta dei problemi legati all'emergenza sanitaria. I nostri figli, soprattutto quelli delle superiori, hanno assoluto bisogno di rientrare al più presto alla normalità, un contesto sociale pieno e vivo che solo la scuola può dare!».

 

I gruppi Scuola in presenza e Scuole aperte di Vicenza, Padova, Venezia e Castelfranco Veneto oltre a Ridateci la scuola di Verona concludono: «È sconcertante per non dire drammatico vedere come tutto abbia la priorità rispetto alle esigenze di normalità e futuro delle giovani generazioni.» E invitano Zaia a «rivedere la sua posizione, se davvero corrisponde a realtà». 

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