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La situazione del Veneto

Zaia: «Servono restrizioni: se non le fa il governo, le facciamo noi»

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Zaia in diretta 16 dicembre
Zaia in diretta 16 dicembre
Zaia in diretta 16 dicembre

Il presidente della Regione Luca Zaia alle 12,30 in diretta dalla sede della Protezione civile regionale a Marghera, aggiorna sull'emergenza coronavirus in Veneto.

 

I DATI. Abbiamo fatto 3.040.792 tamponi, di cui 1.418.000 rapidi. Ieri 54638, con una percentuale di positivi del 6,98%. Attualmente i positivi sono 94225, i ricoverati 3317 di cui 372 in terapia intensiva. C'è grande pressione sugli ospedali: dei 13820 letti totali del Veneto, 9787 sono occupati, dei quali 7060 non Covid.

I dati purtroppo non sono omogenei tra Regioni, e questo spiega la differenza di percentuale. 

Le case di riposo sono l'aspetto che ci preoccupa di più, attualmente. Viene fatto il tampone ogni 4 giorni agli operatori e ogni 21 giorni agli ospiti. La sanità veneta sta lavorando sotto pressione, a loro va tutta la mia stima. Ma i morti ci sono: siamo arrivati a 5069 morti, 77 nelle ultime 24 ore.

 

LE POSSIBILI RESTRIZIONI. Abbiamo avuto la riunione con il governo. La posizione del Veneto è chiara: abbiamo necessità di misure specifiche, e se non arrivano a livello nazionale, dobbiamo farle noi. Ma a fronte di ristori, in ogni caso.

Lo scenario che ci aspetta è questo: dal 7 gennaio dovremo riaprire le scuole, far partire la campagna vaccinale Covid (anzi forse prima) con 200mila vaccini da fare subito, il Covid continuerà comunque e ci sarà il picco dell'influenza stagionale. E il personale è lo stesso che abbiamo ora. 

Sulle restrizioni, se il governo non decide entro oggi, le faremo noi. Non possiamo più aspettare.

Se serve di adeguare gli algoritmi per decidere il colore delle regioni, va fatto.

C'è anche il problema di reperire il personale, ma nonostante i bandi che abbiamo fatto, manca proprio il mercato. 

Per le vaccinazioni, abbiamo già 6 freezer acquistati. Abbiamo in Veneto l'anagrafe vaccinale, e questo è un bel vantaggio, basta aggiungere la sezione Covid. Inizieremo con operatori sanitari e con anziani delle rsa, ma le dosi non utilizzate verranno date ad anziani che non sono nelle rsa. Stiamo pensando a campagne di informazione perché la gente accetti di vaccinarsi.

 

DOTT. PAOLO ROSI (coordinatore Unità di crisi Covid per il Veneto):  a maggio oltre ai posti letto di terapia intensiva già attivi, circa 500, e i 200 pronti e attivabili, ne abbiamo aggiunti 90 riconvertibili, per 840 letti totali, e ne abbiamo usati 797. A giugno per legge è stata alzata la percentuale di posti letto di terapia intensiva sugli abitanti: quindi abbiamo attrezzato altri 211 posti e ampliato l'organico in modo stabile. In autunno altra delibera e altri 160 letti, riconvertiti dalla terapia subintensiva, ma specificando anche dove possono essere attivati. Vengono attivati man mano che servono, per non toglierli ad altre patologie. Il modello cresce in base alla richiesta.

Nella seconda fase abbiamo ricoverato molti pazienti in più e la fase clou sta durando più a lungo, rispetto alla prima fase di primavera. Questo va al di là dei numeri assoluti dei letti occupati, perché pesa sul personale sanitario. La curva non diminuisce, anche oggi abbiamo +4 letti occupati in terapia intensiva.

 

Monitoraggio terapia intensiva al 16 dicembre

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