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nuovo vertice

Zona rossa a intermittenza durante le festività: ecco le ipotesi sul tavolo

Centro storico di Verona affollato durante il fine settimana (Marchiori)
Centro storico di Verona affollato durante il fine settimana (Marchiori)
Centro storico di Verona affollato durante il fine settimana (Marchiori)
Centro storico di Verona affollato durante il fine settimana (Marchiori)

Oggi nuovo vertice tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e i capidelegazione di maggioranza sulla stretta anti-Covid di Natale: si ipotizza tutt’Italia in zona rossa dalla Vigilia alla Befana o al 3 gennaio, o solo in festivi e prefestivi dello stesso periodo. La riunione fiume che si è svolta ieri non è stata risolutiva.

 

Il governo, a quanto si apprende da fonti dell’esecutivo, sta valutando la possibilità di una deroga al divieto di spostamenti tra Comuni - ed eventualmente anche all’interno di uno stesso Comune in caso di ripristino della zona rossa - per i congiunti più stretti in occasione cenone della vigilia di Natale e del pranzo del 25. La deroga, in ogni caso, riguarderebbe un numero strettissimo di congiunti: due, secondo le stesse fonti. È una deroga che andrebbe incontro anche alle richieste avanzate dagli amministratori della Lega in queste ore.

 

In programma oggi anche un nuovo incontro tra Governo e regioni. Cala intanto all’8,8% il rapporto tamponi-positività. I primi italiani saranno vaccinati già subito dopo Natale, se l’Ema il 21 dicembre darà il via libera al farmaco della Pfizer.

 

STRETTA PER DUE SETTIMANE: LE IPOTESI.  Il governo prepara la stretta per le festività natalizie anche se le ipotesi sono ancora tutte sul tavolo. La prima è quella sostenuta dai "rigoristi", vale a dire una zona rossa per tutta l’Italia dal 24 dicembre al 6 gennaio anche se il compromesso più probabile prevede un’Italia in rosso dal 24 al 27 dicembre e dal 31 dicembre al 3 gennaio, otto giorni in totale in cui varrebbero tutte le regole già in vigore nelle regioni rosse: vietato ogni spostamento, non solo in entrata e in uscita dalla propria regione ma anche all’interno del comune di residenza, salvo comprovate esigenze lavorative, motivi di salute o situazioni di necessità. E sarebbero chiusi tutti i negozi (ad eccezione di alimentari e farmacie) nonché ristoranti, bar, pub, gelaterie e pasticcerie. Di fatto, si potrebbe uscire da casa solo per fare attività motoria, ma «in prossimità della propria abitazione» o attività sportiva «in forma individuale».

 

C’è poi un’ulteriore ipotesi, più soft, che prevede l’istituzione di una zona arancione per tutta Italia dalla vigilia di Natale alla Befana o, in alternativa, nei giorni prefestivi, vale a dire il 24, il 31 dicembre e il 2 gennaio. Le misure previste in questa fascia consentirebbero di bloccare comunque gli spostamenti all’esterno del proprio comune e di chiudere bar e ristoranti - due degli interventi invocati dai tecnici per evitare che vi siano pranzi, cene e ritrovi nelle case o nei locali - mentre resterebbero aperti i negozi.

 

 

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