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Strage a Verona nel 2017 sulla A4

Bus ungherese,
18 croci a casa
dell'autista imputato

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Le croci davanti a casa dell'autista del bus ungherese
Le croci davanti a casa dell'autista del bus ungherese
Le croci davanti a casa dell'autista del bus ungherese
Le croci davanti a casa dell'autista del bus ungherese

Diciotto croci, come il numero delle vittime dell’incidente, sono state collocate la sera di Natale davanti alla casa dell’autista del bus ungherese schiantatosi e andato a fuoco sulla A4 nei pressi di Verona la sera del 20 gennaio 2017. L’uomo, che vive in Ungheria, è l’unico imputato per quella strage, nella quale morirono carbonizzati 16 studenti di un liceo di Budapest e uno dei due autisti; lo scorso ottobre è scomparso anche Vigh Gyorgy, il professore-eroe che portò in salvo numerosi studenti, ma non riuscì a evitare la morte ai suoi figli, Laura e Balazs.

 

A rendere nota la protesta delle croci è stato Endre Szendrei, zio di una delle vittime. «Il 25 dicembre, durante la sera di Natale, abbiamo collocato davanti alla casa dell’imputato della tragedia del pullman 18 croci e 18 lumini: 18 perché la morte recente dell’insegnante Vigh Gyorgy la riteniamo una conseguenza dell’incidente», ha dichiarato l’uomo. «Abbiamo portato - ha aggiunto - il ricordo delle 18 vittime sotto l’albero di Natale dell’autista imputato, Varga Janos, che la Procura accusa della responsabilità dell’incidente. Negli ultimi tre anni non ha avuto il coraggio di guardare negli occhi i familiari, non ha osato chiedere scusa perchè non era riuscito a salvare la vita dei passeggeri affidatagli, non era riuscito a portarli a casa in sicurezza». «Negli ultimi mesi - ha detto ancora Endre Szendrei - sta provando a dimostrare, attraverso una perizia, di non essere stato lui alla guida del pullman nel momento della tragedia, ma che fosse il suo compagno autista deceduto».

 

 

 

 

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