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Italia

Omicidio Willy Monteiro: ergastolo ai fratelli Bianchi. Le urla e gli applausi in aula

La vittima Willy Monteiro e, accanto, il padre e un amico dopo la lettura della sentenza (FOTO ANSA)
La vittima Willy Monteiro e, accanto, il padre e un amico dopo la lettura della sentenza (FOTO ANSA)
La vittima Willy Monteiro e, accanto, il padre e un amico dopo la lettura della sentenza (FOTO ANSA)
La vittima Willy Monteiro e, accanto, il padre e un amico dopo la lettura della sentenza (FOTO ANSA)

Sono stati condannati all’ergastolo i fratelli Marco e Gabriele Bianchi accusati dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte avvenuto il 5 settembre 2020 a Colleferro, in provincia di Frosinone. I giudici della Corte di Assise di Frosinone hanno inoltre disposto una condanna a 23 anni per Francesco Belleggia e a 21 anni per Mario Pincarelli. Disposta anche una provvisionale di 200 mila euro ciascuno per i genitori di Willy e di 150 mila euro per la sorella. Ad assistere alla pronuncia, Lucia e Armando - genitori della vittima - e la sorella Mirella. «È una sentenza giusta». Così il padre di Willy ha commentato con i propri legali, Vincenzo Galassi e Domenico Marzi la condanna per i quattro di Artena.

«È stato un processo mediatico. Va contro tutti i principi logici. Leggeremo le motivazioni e poi faremo appello. Siamo senza parole». Questa l’analisi di Massimiliano Pica, difensore dei fratelli Bianchi dopo la sentenza all’ergastolo disposto dai giudici. «È quello che speravamo in relazione al lavoro svolto, ma sappiamo che il giudizio poi si presta a delle variabili e il fatto aveva un contesto e delle sfumature che potevano dare adito a una diversa valutazione». Lo ha affermato il pm di Velletri, Giovanni Tagliatela, commentando la decisione dei giudici della Corte d’Assise. «Tuttavia le prove che avevamo prodotto erano, a nostro avviso, assolutamente sufficienti e più che fondate per chiedere quello che abbiamo chiesto», ha concluso. Dopo la sentenza gli imputati nel gabbiotto di sicurezza hanno gridato e imprecato nel momento in cui gli agenti della polizia penitenziaria li hanno portati via.

 

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Nel pubblico molti gli amici di Willy apparsi visibilmente commossi. Nell’ultima testimonianza prima della sentenza aveva parlato Samuele Cenciarelli, 23 anni, che era con il 21enne la notte in cui venne massacrato di botte a Colleferro. «Willy è stato un esempio di coraggio e amicizia. Mi ha salvato la vita. Non deve essere dimenticato il suo gesto in favore di un amico». Che ha poi proseguito: «È difficile parlare di quanto avvenuto. Non riesco a spiegare a parole con quello che provo nel vedere gli imputati dietro le sbarre. Non riesco a dimenticare. Certo devi andare avanti, ma fatichi a convivere con certe cose», le sue parole. 

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