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A Verona nel 2018

Addio a Gigi Proietti nel giorno del suo 80° compleanno

Gigi Proietti a Verona nel 2018
Gigi Proietti a Verona nel 2018
Proietti, lo ricordiamo così

Andarsene nel giorno dell’80° compleanno, «una mandrakata», scrive un utente su Twitter. La commozione per la scomparsa di Gigi Proietti  invade i social e sono tantissimi a rendere omaggio al suo talento istrionico e totale, citando anche le battute e i personaggi più celebri dell’infinita galleria di ritratti consegnati alla storia dello spettacolo, dal Cavaliere nero al "whisky maschio senza raschio".

 

Istrionico, brillante, un portento sul palcoscenico, capace di riuscire a portare a un suo spettacolo, come con «A me gli occhi», in tour nei teatri di mezza Italia, centinaia di migliaia di spettatori. «Il privilegio di poter continuare i nostri giochi d’infanzia fino alla morte, che nel teatro si replica tute le sere», diceva.

 

Qui durante la conferenza stampa del suo spettacolo al Teatro Romano del 2018

 

Giovanissimo divide le sue giornate tra la facoltà di Giurisprudenza (che abbandona a soli sei esami dalla laurea), le lezioni di teatro e gli spettacoli nei night per raccattare qualche spicciolo. I primi ruoli che interpreta, che sia teatro, tv o cinema sono marginali: una lunga serie di comparsate che comunque lo aiuteranno a farsi notare. L’anno della svolta arriva nel 1970, quando viene chiamato a sostituire niente di meno che Domenico Modugno, ritiratosi (pare per dissapori con gli autori) dalla produzione del musical «Alleluja brava gente» di Garinei e Giovannini. Una «botta di fortuna» come avrà modo di dire in seguito, che rappresenterà il suo trampolino di lancio.

 

È anche quello l’anno in cui Monicelli lo chiama per «Brancaleone alle crociate» ad interpretare Pattume, reietto colpevole di un peccato tanto ripugnante che non può essere rivelato ad orecchie umane. Della sua spiccata romanità ne trarrà beneficio al momento in cui interpreterà un ruolo che sembra disegnato su sua misura: «Meo Patacca» di Ciorciolini.

 

ADDIO A GIGI PROIETTI

 

Ma la vera consacrazione arriva qualche anno più tardi, quando Steno gli affida il ruolo di Mandrake in «Febbre da cavallo». All’inizio il film non sembra sfondare, poi con il tempo, sostenuto da generosi passaggi televisivi, è diventato un cult movie. Saranno anni quelli in cui non si limiterà a ruoli esclusivamente comici, ma azzarderà incursioni in campi differenti: dalla commedia al dramma con qualche capatina nel dramma erotico. Passaggi disinvolti di un uomo d’arte dalla solida cultura e dalla tecnica perfetta.

 

CORDOLIO SUI SOCIAL. «Ciao Maestro e amico. RIP», scrive Alessandro Gassmann postando una foto che lo ritrae in montagna accanto a Proietti. «Non poteva esserci risveglio peggiore. Oggi, nel giorno stesso del suo 80mo compleanno, ci ha lasciato per sempre Gigi Proietti», è l’addio di Rita Pavone, che ha «amato tantissimo il talento ma anche l’umanità di quest’uomo con cui ho avuto la grande gioia di lavorare. Addio Gigi. Ci mancherai tantissimo. RIP».

 

«Senza parole... Questa volta l’inchino a #gigiproietti lo facciamo tutti noi», scrive Fabio Fazio. «Grazie, grande #GigiProietti. Ogni donna e uomo dello spettacolo ti deve molto. Oltre il teatro, il tuo regno. Faro per i tantissimi giovani che ti amavano. Alzarsi in piedi e applaudire forte», è il saluto di Cesare Cremonini. L’omaggio arriva anche dalla politica. «Andarsene nel giorno dei suoi 80 anni è l’ultimo colpo di teatro di un artista straordinario: addio a Gigi #Proietti», si legge in un tweet di Matteo Renzi. E Paolo Gentiloni: «#GigiProietti se n’è andato proprio oggi, giorno dei suoi 80 anni. Un maestro per il teatro italiano, un re di Roma».

 

Gigi Proietti (video Brusati)

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