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Stasera al teatro Romano

Proietti, omaggio
all’attore: «Il mio Kean
malato di ego»

Stasera al teatro Romano
Gigi Proietti davanti alle scenografie dell’Arena  FOTO BRENZONI
Gigi Proietti davanti alle scenografie dell’Arena FOTO BRENZONI
Gigi Proietti (video Brusati)

«Quando ho visto a Londra Edmund Kean per la prima volta in assoluto, ero seduto da solo in platea, senza amici, in mezzo al pubblico inglese. E vedo quest’uomo che entra in scena, pantaloni neri, camicia bianca, con un baule da cui inizia a tirare fuori cose e mi sono detto: Ma che è ’sta cosa? Questo è come il mio A Me Gli Occhi, Please. Ma con pezzi shakespeariani! È una boutade, ovvio». Ci voleva un mattatore per aprire la sezione prosa dell’Estate Teatrale Veronese e il 70° Festival Shakespeariano. E un mattatore è arrivato: Gigi Proietti oggi alle 21.15 con «Edmund Kean» (in replica venerdì 6 luglio e sabato 7, sempre alle 21.15).

 

Testo di FitzSimons, per la regia dello stesso attore romano, è un testo al quale Proietti è tornato negli anni. «L’ho fatto trent’anni fa a Taormina e poi l’ho ripreso a Milano e a Roma», racconta durante la presentazione in Sala Arazzi, presenti l’assessore alla cultura Francesca Briani e il direttore artistico dell’Estate Teatrale Giampaolo Savorelli.

 

«Keane è un omaggio all’attore, alla recitazione di Shakespeare, ma non è un elenco di monologhi, ma uno spettacolo che diventa esercizio d’attore. Le citazioni di Shakesperare fatte da Keane servono a lui. Quando insulta, a volta usa parole shakesperariane. Quest’opera l’ho rifatta un paio di anni fa a Roma, al Globe Theatre nel parco di Villa Borghese, un teatro elisabettiano costruito a tempo record nel 2003, di cui sono direttore artistico». E con il quale si prospetta una collaborazione futura, stando alle parole di Savorelli: «Questa versione di Keane in prima nazionale a Verona verrà poi ospitata a Roma, nel Globe di Proietti. C’è stato un precedente, una Tempesta con Albertazzi, nel 2010. Spero questa collaborazione tra i due teatri continui, visti i risultati che ha dato».

 

Su Shakespeare e sul Romano, Proietti ha le idee chiare: «Oltre al piacere di recitare in questo teatro così accogliente, tra i motivi per me di soddisfazione c’è questa possibile collaborazione. La situazione del teatro italiano non è certo florida dal punto di vista produttivo. Cercare sinergie tra produttori, direttori artistici e istituzioni diventa sempre più difficili». Anche per questo fa ben sperare l’entusiasmo dell’assessore Briani: «Finalmente si apre la sezione di prosa dell’Estate Teatrale che dà il via al Festival Shakespeariano. Non ci poteva essere debutto più apprezzato per i 70 anni della rassegna che questo Kean, protagonista e regista uno dei più grandi attori del teatro, del cinema e della tv». E che stavolta ha scelto un’opera che, come dice lui stesso, «ha tutto, e potrebbe diventare benissimo un testo per giovani attori». Sarà interessante vedere come porterà in scena un personaggio così ingombrante, un attore geniale tra Settecento e Ottocento, ma «maledetto», sregolato, una rockstar ante litteram. «Tra le cose sregolate che contraddistinguono la vita di Kean», spiega Proietti, «c’è l’ambizione, che pure serve in una certa misura. Ma l’ego di Edmund era spropositato, grande come un palazzo. Riconosco in lui, e ci gioco un po’, certi atteggiamenti da attore, tutto sommato innocenti. Come quello che vuole il primo camerino, e solo quello. È un mestiere nevrotizzante e molto frustrante. Ma su Kean tutto è portato all’ennesima potenza». •

Giulio Brusati

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