<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
pallone d'Argento

Maragna: «Per fare il calciatore serve qualche sacrificio, in qualunque categoria. Come sono cambiati gli spogliatoi...»

Intervista a Mattia Maragna della Belfiorese
Tra i pali Mattia Maragna, portiere della Belfiorese
Tra i pali Mattia Maragna, portiere della Belfiorese
Tra i pali Mattia Maragna, portiere della Belfiorese
Tra i pali Mattia Maragna, portiere della Belfiorese

Mattia Maragna, classe 1990, ha un lavoro da finire alla Belfiorese. Ovvero cercare di riportare la società azzurra nella categoria regina del calcio dilettantistico veneto.

Chiaro che non si può dire quella parola «perché la scaramanzia è tanta, e tutta la squadra con il supporto della società sta lavorando in tal senso. Noi sappiamo che è un nostro obiettivo e abbiamo due fronti aperti in tal senso. E siamo ben decisi a raggiungere il nostro obiettivo. Su questo non si discute», la parole di Mattia, esperienza e determinazione da vendere.

Leggi anche
Martone nuovo fulcro del Mozzecane: «Alla Clivense ero chiuso». I primi passi con Udogie

 

Giovanili nel Chievo, poi Savona, Gavarrano, Arzignano, Oppeano, Vigasio e Belfiorese, tanto per nominare le società in cui Mattia ha giocato. Senza perdere di vista la vita che sarebbe arrivata dopo il calcio. Professionista serio e stimato nel campo immobiliare, Mattia sa bene cosa significa il sacrificio, il riso o la pasta con un po’ di olio d’oliva, i petti di pollo e le serate a casa, «perché se vuoi essere un calciatore serio, lo devi fare fin dall’inizio. Non conta la categoria», le sue parole. E poi, «il portiere perché è un ruolo che ha sia mio papà che mio cugino, ti dà responsabilità, bisogna subito dimostrare di avere le spalle larghe».

Come nello spogliatoio, «un ambiente che negli ultimi anni con le nuove generazioni è cambiato drasticamente. Prima noi giovani avevamo paura anche solo a tirare un respiro più lungo del normale. Adesso i giovani devono essere coccolati e presi sotto la nostra ala protettrice per far capire loro che il posto uno se lo guadagna con l’impegno, la serietà e la profonda voglia di lavorare seriamente giorno dopo giorno. Sempre partendo dal fatto che la categoria non conta».

E il Pallone d’Argento? «È sempre una bella soddisfazione essere uno dei pretendenti. Confrontarsi con gli altri ragazzi è sempre uno stimolo e una soddisfazione non da poco. Ci siamo organizzati per la raccolta dei tagliandi. Vedremo come andrà a finire». Per ora, la soddisfazione e la vittoria per Mattia arriveranno a fine campionato, quando in giugno si sposerà con la sua Angelica e con il piccolo Tommaso a far loro da testimone.

Luca Sguazzardo

Suggerimenti