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Clima e danni

Piena dell’Adige, danni per milioni e ritardi al cantiere di ponte Nuovo: ecco quanto ci è costata

Spazzate via le impalcature di ponte Nuovo per cui il cantiere riaprirà il 7 marzo .A livello regionale si parla di perdite per più di 137 milioni, dopo la dichiarazione dello stato di emergenza 11 Comuni veronesi hanno attestato di aver subito danni. Per quello che riguarda argini di fiumi e canali serviranno 2,7 milioni per le riparazioni
Danni al cantiere di Ponte Nuovo
Danni al cantiere di Ponte Nuovo
Danni al cantiere di Ponte Nuovo
Danni al cantiere di Ponte Nuovo

Il maltempo che in città è passato alla storia per l’ondata di piena che il 31 ottobre ha spazzato via le impalcature del cantiere per la sistemazione di ponte Nuovo, che riaprirà solo il prossimo 7 marzo, e che in varie zone della provincia ha provocato cedimenti stradali e problemi idraulici rilevanti, ha causato nel Veronese danni per 8,5 milioni di euro.

Questo dato esce da una relazione della direzione regionale Protezione civile e Polizia locale che è stata resa pubblica in questi giorni. A livello Veneto si parla di oltre 137 milioni di perdite per quanto riguarda il patrimonio pubblico, a cui vanno aggiunti 220.000 euro di spese per l’attività della Protezione civile e 40.000 per quella dei vigili del fuoco. A fronte delle conseguenze registrate in altre province, in particolare quelle di Belluno, Rovigo, Padova e Vicenza, il Veronese può dirsi fortunato. Questo non significa, però, che i numeri non facciano comunque paura.

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Nell’ambito della procedura conseguente allo stato di emergenza regionale dichiarato dal presidente Luca Zaia il 6 novembre, a Venezia sono arrivate segnalazioni da 11 Comuni veronesi che hanno attestato di aver subito danneggiamenti per un totale di 5.742.600 euro.

Le cifre più rilevanti sono quelle relative alla città, si tratta di 2.168.600 euro, ma numeri consistenti sono stati presentati da municipalità della Bassa, in particolare:

  • Zimella 1.150.000 euro,
  • Monteforte, 834.200 euro,
  • San Bonifacio 305.000
  • San Martino Buon Albergo 275.000,
  • Badia Calavena per 425.000 euro,
  • Negrar per 218.000.
  • Selva di Progno, Legnago, Malcesine e Dolcé 200.000 euro .

La grande massa d’acqua scesa dal cielo ha anche messo a dura prova la tenuta degli argini di fiumi e canali che hanno subito danni che valgono circa la metà di quelli totali. Poco più di 64 milioni di euro a livello regionale. Di questi, 2.752.000 euro si sono verificati nel Veronese. 300.000 quelli dovuti direttamente all’acqua, 1 milione quelli legati all’erosione delle sponde, 852.000 quelli da infiltrazioni, 600.000 quelli derivati da inondazioni di aree golenali.

Le attività effettuate nei giorni della tempesta per quelli che tecnicamente vengono definiti come gli “effetti al suolo” del maltempo si sono concentrate fra la Valpolicella ed il Garda. A Bellori di Grezzana il 30 ottobre c’è stata una frana sulla strada provinciale 14A, che porta da Lugo verso Lughezzano. La strada non è stata chiusa, ma è stata oggetto di attenzione particolare, anche nella porzione che si trova a nord di Arzerè, in cui c’era già un restringimento della carreggiata dovuto al cedimento parziale dell’asfalto sul lato di valle.

Lo stesso giorno è andato sott’acqua il sottopasso di una strada comunale a Lavesino di Brenzone, a valle della Gardesana. Il 31 ottobre c’è stato un evento franoso a Navene e si sono registrati problemi all’altezza dello scolo nel Garda del corso valle dell’Acqua, in valle Bova e nella valle del Torrente, al confine fra Brenzone e Malcesine. Sempre il 31, il servizio forestale di Verona ha dovuto ripulire da detriti il torrente valle del Rì.
 

Luca Fiorin