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Zangarini: «Kersevan? Storica riduzionista delle foibe»

MAURIZIO ZANGARINI
Maurizio Zangarini
Maurizio Zangarini
Maurizio Zangarini
Maurizio Zangarini

Maurizio Zangarini, presidente dell'Istituto per la storia della Resistenza e l'età contemporanea e docente di Storia contemporanea all'università, era stato invitato all'incontro ma ha declinato per impegni. «L'incontro con la storica Alessandra Kersevan era stato annullato dal rettore? Se avessi avuto 18 anni, forse, nemmeno io mi sarei fermato di fronte a un divieto». afferma Zangarini che aveva ricevuto l'invito dal direttore del Dipartimento, Gian Paolo Romagnani. «Mi era stata chiesta la disponibilità a intervenire per assicurare che la discussione rimanesse sul piano scientifico e non venisse politicizzata. Avevo impegni personali, altrimenti sarei andato: è giusto garantire la possibilità di espressione, anche se personalmente non sono in linea con quello che la Kersevan sostiene».
Si riferisce al fatto che la storica di Monfalcone, secondo molti, propone tesi sulle foibe che sfiorano il negazionismo?
«Più che negazionista potremmo definirla "riduzionista": sostiene un uso politico della storia da parte della Destra, ritiene che la giornata del ricordo per le foibe sia stata creata per pareggiare il conto con la giornata in memoria della Shoah, tesi con cui concordo. Ma di certo esagera nel ridurre il dramma delle foibe a poca cosa: atteggiamento eccessivo e non al servizio di una ricerca storiografica seria».
Da storico come pensa siano stati trattati i rastrellamenti compiuti dai titini?
«È giusto che ora si provi a fare chiarezza e non si continui col fare della storia un uso politico: ed è ormai provato che le foibe non hanno inghiottito solo filonazisti, ma anche cittadini incolpevoli che nulla avevano a che fare con i crimini commessi dai fascisti in quelle zone».

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